Brasile e Argentina verso una moneta unica regionale?

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Lula e Fernandez a Buenos Aires

Il settimanale argentino Perfil ha riportato la notizia di una ipotesi di accordo tra il presidente argentino Alberto Fernández e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per creare una valuta comune. Si tratta di una proposta già ventilata negli anni passati; che però non aveva mai avuto ulteriori sviluppi per le vicende politiche che avevano riguardato i due stati interessati.

Il comunicato indica una finalità ambiziosa: procedere verso l’integrazione dei paesi sudamericani sia dal punto di vista della condivisione di comuni obiettivi economico-politici, sia della realizzazione di una vera e propria integrazione monetaria tramite l’adozione di una valuta comune a tutta l’America Latina.

Punto di partenza di questo progetto è proprio il dialogo avviato tra Brasile e Argentina sull’accordo per la creazione di una moneta da far circolare in parallelo a quelle esistenti, il ‘Sur’, senza dunque sostituire le monete nazionali. Il Sur verrebbe utilizzato esclusivamente per le transazioni finanziarie e commerciali.

Come sottolinea il comunicato presidenziale, questa moneta comune dovrebbe servire ad agevolare il processo di reciproca integrazione, già intrapreso soprattutto nel campo dei prodotti industriali in settori strategici; oltre che a concretizzare l’intenzione di emanciparsi dall’uso del dollaro, di fatto valuta di riferimento in entrambe le economie.

Nonostante a prima vista possa sembrare un accordo poco vantaggioso per il Brasile, considerata l’iperinflazione che investe l’economia ed il peso argentini, si tratta senza dubbio di un’innovazione di grande rilievo per dare nuovo impulso ad una cooperazione regionale che negli ultimi anni è sembrata languire.

Quanto all’inflazione argentina, nel caso in cui la moneta comune tra i Paesi dovesse diventare realtà, è stato anche ipotizzato l’utilizzo di uno swap tra pesos e reais per compensare (almeno in parte) gli eventuali squilibri commerciali e di bilancia bilaterale dei pagamenti. In tal modo, il governo argentino non dovrebbe far ricorso alle riserve in dollari per pagare le importazioni dal Brasile.

Come ha suggerito il Ministro dell’economia argentino Sergìo Massa, sarebbe il “primer paso de un largo camino” verso una crescente integrazione, prima bilaterale e poi regionale, centrato su una moneta comune sudamericana in grado di ridurre la vulnerabilità delle economie regionali. Un cammino che non può non ricordare il processo d’integrazione europea che ha portato alla creazione prima dell’ecu e poi dell’euro; ispirato da Robert Triffin, fra i maggiori promotori della moneta sovranazionale e della cooperazione economica regionale.

Occorre infine sottolineare come, stando alla dichiarazione presidenziale rilasciata su “Perfil” il 21 gennaio, i due paesi si impegnino, parallelamente all’avanzamento delle discussioni relative alla moneta unica sudamericana, a superare le barriere relative agli scambi commerciali, a semplificarne e modernizzarne i regolamenti, nonché ad incoraggiare l’uso delle valute locali.

Vedremo nei prossimi mesi se queste proposte si concretizzeranno in un effettivo processo di integrazione monetaria che, come ha evidenziato Triffin, rappresenta la premessa essenziale per assicurare il buon funzionamento di una moneta comune e di un efficiente sistema finanziario sovranazionale.