Eriksen, cessione ardua per due motivi. Conte gioca la carta rilancio
Le parole di Antonio Conte in vista di Fiorentina-Inter (vedi articolo) sembrano essere piuttosto chiare: Christian Eriksen va rilanciato. Difficile – quasi impossibile – una sua cessione a causa di due motivi principali.
CESSIONE DIFFICILE – Nonostante sia ormai chiaro che Christian Eriksen sia sul mercato, la sua cessione sembra ormai essere un miraggio. I motivi sono principalmente due. Il primo, il suo ingaggio da 7 milioni di euro. Una cifra che i club più interessati al giocatore – Ajax e Tottenham – non sono in grado di garantirgli (basti pensare che proprio nel club londinese, prima di trasferirsi in nerazzurro, l’ingaggio era di circa 3 milioni a stagione). Il secondo la gestione comunicativa, specialmente dell’Amministratore Delegato Beppe Marotta. Indimenticabili le parole nel prepartita della sfida contro il Verona, con le quali il giocatore veniva definito “non funzionale” (vedi articolo). Di certo determinate dichiarazioni non facilitano la cessione di un giocatore.
PROBLEMA COMMISSIONI – Si potrebbe anche individuare un terzo motivo, ovvero il problema legato al ricorso dell’agente per le commissioni non pagate (vedi articolo) dopo il passaggio dello stesso Eriksen all’Inter lo scorso gennaio. Nulla che possa rendere insormontabile un’eventuale cessione, ma di certo una grana in più da risolvere.
NUOVA OCCASIONE – Ecco perché Antonio Conte è stato chiamato a provare a rilanciare il giocatore. Come? Provando a trovargli un nuovo ruolo. Come si dice in questi casi, bisogna fare “di necessità virtù”. E proprio il tecnico ha dichiarato, in vista della sfida di domani contro la Fiorentina, che si aspetta grandi risposte da Eriksen come play. Il danese sarà dunque schierato nel ruolo di Marcelo Brozovic. Un ruolo nel quale, se dovesse riuscire a dare le risposte che il tecnico vuole da lui, potrebbe diventare un’alternativa di lusso. Una grande possibilità per potersi rilanciare dopo un periodo della sua carriera tutt’altro che esaltante. Adesso il suo futuro all’Inter (o in un’altra grande squadra), è tutto nelle sue mani. O meglio, nei suoi piedi.