Una marmellata può venire prodotta in Argentina, confezionata in Thailandia e poi venduta negli Stati Uniti. Il cibo che mangiamo può essere stato colto mesi o anni prima, impoverito di sostanze nutritive, pieno di pesticidi, conservanti, additivi e coloranti, cotto o precotto, surgelato, impacchettato o inscatolato. Delle verdure vengono colte prima di essere mature e vengono fatte maturare artificialmente con l’utilizzo di gas etilene. Ogni alimento passa per la filiera del profitto, la sua storia è spesso sconosciuta, chi lo ha coltivato, chi lo ha lavorato? Da quanto tempo è stato colto, da dove viene? Quali sono le leggi che regolano la sua produzione?  Che etica hanno le persone che lo hanno prodotto? Esiste in loro l’idea di produrre un cibo che faccia bene agli altri, oppure per loro vale solo la legge del profitto?

Nutrirci del cibo che cresce localmente è la miglior scelta alimentare

Il cibo che cresce localmente è più ricco di prana, più fresco, più buono, più nutriente e più sicuro. Se possibile scegliamo questo cibo che viene colto quando è maturo al punto giusto e ricordiamo che dal momento che un alimento viene colto comincia a perdere delle qualità. Per esempio le vitamine C, E, A, e B cominciano a diminuire molto, quindi meglio preferire degli alimenti che crescono il più possibile vicino al luogo nel quale viviamo.

Meglio nutrirci seguendo il ciclo naturale delle stagioni

Durante tutto l’anno il luogo in cui viviamo ci può dare quello che serve, si possono trovare tutti o quasi tutti gli alimenti che servono alla nostra salute. Prima dell’avvento dei grandi supermercati e prima dell’era dei trasporti veloci si mangiava quello che era a disposizione nel territorio in ogni periodo dell’anno. Quando ci nutriamo con del cibo che cresce localmente e di stagione (e per localmente intendiamo nel raggio di 100, al massimo 200 chilometri) mangiamo secondo il ciclo divino delle stagioni, un ciclo perfettamente progettato per sostenere la nostra salute. Nutrirsi  secondo il corso delle stagioni è il modo più naturale e salutare per mangiare.

Le melanzane e peperoni crescono d’estate, ma oggi li troviamo anche a gennaio, le fragole non più a maggio-giugno ma anche a novembre, le pere e i limoni possono venire dall’Argentina, i Kiwi dalla Nuova Zelanda e così troviamo ogni frutta e verdura in ogni stagione dell’anno, sembra un vantaggio, ma dobbiamo sapere che non c’è paragone qualitativo con gli alimenti stagionali che troviamo localmente. Inoltre in estate i nostri corpi richiedono dei cibi rinfrescanti, invece nei periodi più freddi abbiamo bisogno di cibi più nutrienti e ad alto contenuto di grassi. Mangiare stagionalmente aiuta anche a evitare di mangiare sempre le stesse cose tutto l’anno, il che non è ideale per la nostra salute. Come si dice, la varietà è la madre del piacere, e in questo caso è anche la madre della salute.

Utilizzare i prodotti locali ci aiuta a nutrirci consapevolmente.

Quando compriamo dei prodotti al supermercato non sappiamo chi li ha prodotti e soprattutto come li ha prodotti, cosa ha utilizzato, e se vengono dall’estero non possiamo sapere cosa le leggi permettono in quel paese. Che tipo di diserbanti, di concimi, di sistemi di maturazione sono stati utilizzati? Sappiamo poco o nulla del cibo. Ma quando acquistiamo localmente possiamo saperne di più riguardo tutto il processo di lavorazione, quella che oggi viene definita filiera. Possiamo addirittura anche vedere chi ha prodotto quel cibo e chiedergli come lo ha prodotto e quando sarà maturo un certo frutto o una verdura; siamo nell’era dei distanziamenti sociali e questo ci permetterà anche di avere una relazione umana con quelle persone. Meglio ancora se siamo noi stessi a coltivare quello che poi verrà offerto a Krishna con amore.

Acquistare prodotti locali produce meno rifiuti e inquinamento

L’acquisto locale accorcia la catena di distribuzione del cibo e lo porta direttamente dalla fattoria alla nostra cucina. Significa meno sprechi e inquinamento causato dal trasporto del cibo, che a volte è di centinaia e migliaia di chilometri. Pensiamo a quanta benzina e energia elettrica è stata necessaria per far arrivare un certo cibo alla nostra cucina. Cibo locale significa anche meno rifiuti ambientali, infatti l’acquisto locale significa quasi nessun imballaggio alimentare, come plastica o cartone.

Acquistare cibo localmente supporta le piccole imprese locali.

Da migliaia di anni la produzione e la vendita dei prodotti alimentari è sempre stata un fatto prevalentemente locale. Quello che oggi si chiama prodotto tipico, una volta era la norma. Quando acquistiamo del cibo al supermercato, la maggior parte dei costi che dobbiamo sostenere viene dal trasporto, dalla lavorazione, dalla maturazione artificiale, dal confezionamento e dalla refrigerazione dei cibi. Quando noi acquistiamo il cibo da un agricoltore locale, stiamo sostenendo la comunità locale e con il denaro che abbiamo speso, i contadini possono continuare a produrre il cibo localmente. Un cibo di primissima qualità.

Mangiare cibo locale incoraggia la varietà delle colture.

Quelle che vediamo oggi sono delle monocolture coltivate su vastissime aree che poi vengono trasportate per centinaia e migliaia di chilometri lontano dalla zona di produzione. E’ un sistema molto fragile e innaturale che dipende completamente dal petrolio. Ecco perché le nazioni cercano disperatamente di controllare e gestire il petrolio e combattono guerre dove vengono uccise centinaia di migliaia di persone solo per averlo. Sanno che in caso di mancanza di petrolio l’intero sistema politico, sociale e alimentare crollerebbe e si vedranno milioni e milioni di persone morire per mancanza di cibo. Questo perché c’è pochissima produzione di cibo coltivato localmente e quasi più nessuno sa più coltivare la terra.

Quella che serve oggi è un’agricoltura Dio-logica (termine coniato da Karuna Sindhu prabhu), che incentivi una vita più a contatto con la natura, il conoscere il nostro ambiente e quello che ci può dare (infatti ci sono decine e decine di erbe commestibili che oggi nessuno conosce più), la produzione diversificata di cibo nella zona in cui viviamo, la protezione della mucca e per quanto è possibile, l’utilizzo di milioni di buoi per arare la terra e per il trasporto di merci, invece di utilizzare trattori, camion e aerei. Questo è un sistema naturale e intelligente di nutrirsi e di vivere. Il sistema che Krishna vuole da noi.

Sajjana Asraya das