Sconcerti: «Calcio, conta il protocollo o la legge? Giocatori sempre in giro»
Sconcerti attraverso un suo editoriale si chiede se per il mondo del calcio conti più il protocollo o la legge di Stato. L’Inter oggi attende l’esito dei tamponi ma diversi giocatori potrebbero comunque partire con le loro Nazionali (vedi articolo).
PROTOCOLLO O LEGGE? – Sconcerti, facendo riferimento agli ultimi avvenimenti con il discorso lockdown, protocolli e intervento dell’ASL (vedi caso Inter), nel suo editoriale si chiede cosa conti di più per il calcio: «Se un’Asl dice di mettersi in quarantena non c’è dubbio che siamo tutti tenuti a farlo. Siamo anzi obbligati da una legge dello Stato, proprio come sta accadendo in questi giorni e come accadrà almeno fino a Pasqua. Ma il lockdown chiede di più, chiede di stare tutti al chiuso per evitare il contatto con gli altri, chiunque altro. Le società di calcio fanno tre tamponi a settimana, ma questo non evita i contagi, certifica che ci sono. Nessun tampone è in grado di dirti cosa succederà domani. Infatti sono molti i casi di malattia nelle squadre. Il protocollo del calcio si dice che non esiste più, è un vecchio compromesso superato dalla discrezionalità delle Asl. Perché noi stiamo a casa e i giocatori, inessenziali come tutti noi, vanno perfino in giro per il mondo? O vale il compromesso del protocollo e allora si può giocare a certe condizioni, o valgono le regole del paese e allora vince il loockdown per tutti».
Fonte: Calciomercato.com – Mario Sconcerti.