Vidal dev’essere risorsa, non (altro) problema: le gerarchie dell’Inter di Conte
Vidal finora non ha avuto vita facile a Milano. E tutto per colpa sua. Il centrocampista cileno è l’uomo voluto fortemente da Conte per cambiare inerzia alla storia nerazzurra dell’ultimo decennio. Ed è giusto continuare a puntarci per tornare a vedere un trofeo in casa Inter
PIOVONO CRITICHE – Contro il Crotone è caduta forse l’ultima “certezza” del 2020 nerazzurro. Quel tanto agognato acquisto, saltato a gennaio (al suo posto Christian Eriksen…) e arrivato solo a ottobre (nonostante il ritorno di Radja Nainggolan…), è finito in mezzo al tritacarne contiano. La prestazione di Arturo Vidal a San Siro è solo l’ennesima di un inizio di stagione con più ombre che luci. Il centrocampista cileno sta deludendo le aspettative di Antonio Conte, che in questa stagione può e deve contare solo sul suo apporto alla voce “novità in mezzo”. Anche perché al momento la situazione dell’Inter a centrocampo è piuttosto chiara (vedi focus), inutile peggiorarla.
ALTERNATIVE TATTICHE – La mossa da tre punti in Inter-Crotone (vedi analisi tattica) è stata proprio l’uscita dal campo di Vidal, che pure si era reso protagonista in positivo di almeno una giocata (per il 2-1). Una giocata che il “sostituto”, Stefano Sensi, non ha nelle corde. Ecco perché Vidal può e deve riprendersi il suo posto nei piani nerazzurri. Nella testa di Conte le gerarchie restano immutate, ma oggi Vidal ha un “nemico” in più. Non c’è Nainggolan a fare da parafulmine né Matias Vecino ai margini della squadra. Se servisse, per il momento (mercato permettendo), ci sarebbe anche Eriksen. Ma soprattutto Sensi, che fino al primo forfait non ha mai fatto rimpiangere né Vidal né nessun altro. Possono cambiare compiti e moduli, ma non la sostanza: gioca chi garantisce il giusto mix di concentrazione e stato di forma. Conte pretende concretezza.