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Navalny «potrebbe morire da un momento all’altro»

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(via REUTERS)

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«Alexey Navalny sta morendo, nelle sue condizioni è una questione di giorni». Lo ha dichiarato la portavoce dell'oppositore di Vladimir Putin, Kira Yarmish

18 aprile 2021
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3' di lettura

«Alexey Navalny sta morendo, nelle sue condizioni è una questione di giorni». Lo ha dichiarato la portavoce dell'oppositore di Vladimir Putin, Kira Yarmish.

Navalny è alla terza settimana di sciopero della fame, sempre rinchiuso tra le mura della colonia penale di Pokrov.

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Yaroslav Ashikhmin, medico del 44enne oppositore di Putin, sostiene che le sue condizioni fisiche siano in rapido deterioramento e potrebbe morire in ogni momento.

Nei mesi trascorsi nella colonia penale di Pokrov, poco distante da Mosca, Alexey Navalny ha perso 15 chili e dai suoi esami del sangue sono emersi livelli estremamente elevati di potassio, frutto del malfunzionamento del fegato, che potrebbero causare un arresto cardiaco. «Il nostro paziente potrebbe morire in qualsiasi momento», ha scritto Ashikhmin in un post su Facebook.

Una situazione «totalmente ingiusta» e «inappropriata» per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La procura di Mosca ha chiesto al tribunale competente di bollare le organizzazioni di Navalny come «enti estremisti», rendendole di fatto illegali.

Alexey Navalny è uno dei più noti oppositori del presidente russo Putin. Il suo nome è rimbalzato sui media di tutto il mondo lo scorso 20 agosto quando si è sentito male mentre era in volo sulla Siberia. Sospettando l’avvelenamento la moglie ha rifiutato le cure in Russia e fatto trasferire il marito in un ospedale a Berlino. Dopo 32 giorni di ricovero, 24 dei quali trascorsi in terapia intensiva, Navalny è stato dimesso alla fine di settembre.

Gli esami hanno certificato l’avvelenamento con l'agente nervino Novichok di cui, il leader dell’opposizione, ha accusato direttamente Putin. Mosca ha sempre negato ogni coinvolgimento. Il 17 gennaio scorso Navalny è tornato a Mosca ma al suo arrivo ha trovato gli agenti ad accoglierlo ed è stato portato direttamente in carcere. Qui è rimasto in questi mesi anche a seguito di una condanna del tribunale a due anni e otto mesi di detenzione.

Per il Tribunale Navalny avrebbe violato i termini della libertà vigilata in relazione a una condanna per appropriazione indebita risalente al 2014. La violazione sarebbe avvenuta per via della decisione di farsi ricoverare in Russia dopo l’avvelenamento.

Durante il processo e dal carcere Navalny ha incitato i suoi sostenitori alla rivolta. Le manifestazioni in diverse città russe sono state represse dalla polizia e sono stati fatti arresti. La vicenda ha avuto anche riflessi geopolitici. La Ue ha annunciato sanzioni contro Mosca.

Il caso Navalny poi non ha certo contribuito al miglioramento delle relazioni con Washington. Sia il presidente americano Joe Biden, sia Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno posto la questione della detenzione di Navalny nel corso di telefonate con il presidente russo Putin.

Le condizioni di salute di Navalny sono poi peggiorate drasticamente a partire dalla fine di marzo. Il detenuto ha iniziato ad accusare problemi di salute come dolori alla schiena o insensibilità alle gambe. La sua richiesta di assistenza medica è caduta nel vuoto. Al detenuto sono stati offerti solo comuni antidolorifici.

A quel punto Navalny si è messo in sciopero della fame. Una scelta drastica che il personale carcerario avrebbe provato a contrastare, secondo lo stesso Navalny, arrivando a tentare l’alimentazione forzata del detenuto immobilizzato in camicia di forza. Le autorità russe negano le accuse.

Intanto però le condizioni dell’oppositore russo si sono deteriorate sempre di più.

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