Abu Dhabi con un nuovo look per il GP: "Così abbiamo cambiato le curve"

Più veloce e con più sorpassi: è quanto Abu Dhabi Motorsport Management (o Admm) vuole ottenere dalle future gare di F1 a Yas Marina, nel circuito che chiude la stagione 2021. Nella seconda metà di ottobre sono terminati i lavori di aggiornamento a diverse curve del tracciato, che dovrebbero migliorare il tempo sul giro di addirittura 10 secondi, come dichiarato dal direttore corse della F1, Michael Masi. Chi ha contribuito al nuovo look è lo studio Dromo di Reggio Emilia, coordinato dal 45enne progettista Jarno Zaffelli che dal 2000 applica le sue conoscenze al mondo degli autodromi. La società emiliana è diventata ancora più nota per alcuni lavori fatti al circuito di Zandvoort, tornato nel calendario di F1 dopo un’assenza che durava dal 1985. Ma in passato ha lavorato anche su Singapore, Sepang, Silverstone, Monza, Le Castellet, Portimao, sull’autodromo di Imola e quello del Mugello. Specializzata però non solo nell’asfaltare o restaurare le piste, ma anche nel saperle progettare. Dopo aver iniziato a Misano nel 2009, è stato infatti disegnato e costruito il circuito di Termas de Río Hondo, in Argentina, dove corre il Motomondiale. Gli ultimi lavori di modifica del circuito di Abu Dhabi sono stati voluti dal management di Yas Marina alla fine del 2020 e, in accordo con Liberty Media e Fia, sviluppati quest’anno. “Dopo un tender fatto a marzo, ci hanno chiamato a fine maggio — esordisce Zaffelli — perché l’azienda che doveva costruirli aveva bisogno di assistenza specialistica per realizzare le modifiche. Abbiamo lavorato con Colas, stesso marchio al nostro fianco durante i lavori di aggiornamento al circuito Paul Ricard, insieme ad altri marchi in un piano di lavori durato quattro mesi e mezzo. Ci siamo occupati della parte di costruzione della pista, degli asfalti, dell’implementazione delle varie sezioni. Gli altri hanno lavorato su barriere ed altri elementi esterni”. La prima parte dei lavori è iniziata ad agosto, la seconda a fine settembre. “Nel nostro primo mese — dice Zaffelli — abbiamo completato la nuova curva 5, che prende il posto della vecchia chicane tra la 5, la 6 e la 7”. Variante che comunque è rimasta e verrà utilizzata per le gare di altre competizioni, mentre “dal prossimo GP di F1, i piloti troveranno una curva a sinistra, con telemetria cambiata e un’inclinazione quasi nulla — aggiunge il progettista — Si arriva a tutta velocità dalla 3 con una frenata più delicata della precedente, che quindi non alzerà molto i valori della forza G dato il raggio di curvatura inferiore anche con 10 km/h in più”. Il punto di frenata “si allunga di un centinaio di metri così come quello di corda, precisamente al quarto cordolo interno colorato di rosso partendo da destra”. L’obiettivo del management del circuito è, aprendo così tanto la curva, fornire l’opportunità di più sorpassi all’interno. La parte esterna di curva 5, invece, potrebbe fungere da area track-limits, con cordoli “molto aggressivi e vicini alle barriere TecPro, per questo bisognerà fare molta attenzione — aggiunge Zaffelli — Una curva molto tonda, con un’apertura interna alla Hermann Tilke, il progettista tedesco che ha disegnato diversi circuiti di F1. Non troppo differente dalla 1, 10 e 11 di Austin, fatte con lo stesso concetto”. Per crearla, “la curva è stata rimodellata dopo essere stata distrutta completamente e presenta differenti inclinazioni — spiega il progettista — Oggi ha nuovi drenaggi, cordoli e banchine, e oltre a un asfalto rinnovato sono presenti delle nuove barriere che sono state spostate”. A fine settembre sono partiti i lavori alla nuova curva 9, che ne sostituisce ben quattro: 11, 12, 13 e 14. Le auto arriveranno a tutta velocità passando accanto al Support Race Paddock — il secondo edificio di Yas Marina, a metà del tratto tra la 8 e la 9 — e anche qui “i piloti toccheranno meno di prima i freni, essendo la curva più morbida e meno squadrata. Mi aspetto però delle grandi impennate della forza G laterale. Una curva quasi ciclistica, dove i piloti arriveranno a tutto gas. Mi ricorda l’Omega di Sochi, anche se è più stretta e quindi non da velocità elevatissime come in Russia”. Ma il fatto che la pendenza sia costante “rende la curva unica e veloce, conservando comunque il ritmo delle vetture, che arriveranno così in buona velocità a quelle che in precedenza erano le curve 17, 18, 19 e 20”. La nuova curva 9 è “nello stile della San Donato — la paragona Zaffelli — ma se quella del nostro Mugello è più inclinata con un banking intorno al 10%, questa è del 5% (circa tre gradi). Una curva nettamente più lieve della Sopraelevata finale di Zandvoort, rimessa a nuovo dallo studio Dromo e “con un 35% di banking (di 19 gradi)”. E ancora: “Prima le curve che c’erano erano negative e portavano le auto più all’esterno nella traiettoria — spiega il progettista — Noi abbiamo distrutto completamente e rifatto sia la parte interna che esterna, siamo partiti da prima di curva 9 fino alla 10”. Tra gli altri lavori, “sono stati smontati completamente i sostegni prima di modificare la curva — racconta Zaffelli — In tutto ci abbiamo messo un mese, considerando però i due necessari per i lavori di demolizione”. Lo studio Dromo si è anche occupato di asfaltare il resto del circuito fino alla nuova curva 15, la penultima prima del rettilineo del via. Nella foto sopra, così sono state cambiate le vecchie curve 17 e 18, oggi 12 e 13 secondo la nuova numerazione, che arrivano fino a sotto all’hotel: “Qui i cordoli sono stati posizionati in dentro di circa due metri e mezzo — spiega Zaffelli — Ora sono entrambe meno squadrate, così come la 9. Che tipo di materiali abbiamo utilizzato per asfaltare? Alcuni locali, in particolare degli aggregati duri che ci sono arrivati da Dubai. Abbiamo lavorato soprattutto di notte, per avere così un clima più fresco rispetto a quello che c’è di giorno”. Nell’ultima foto è ripresa la vecchia 20 (oggi 15), l’ultima curva riasfaltata con il supporto dello studio Dromo: “Anche qui, come per la 9, abbiamo impiegato un mese per ricostruire il tratto tra le nuove 10-15 — ha detto Zaffelli — Nel complesso, tutta la sezione è più veloce, dato che prima le curve erano piuttosto brusche, molto più guidate, con tanto freno, velocità più basse e meno divertimento per i piloti. Sarà così stimolante guidare questa seconda parte, mantenendo una velocità più alta”. Tra gli altri lavori, sono state inserite delle nuove reti “Geobrugg”. Oltre all’immissione di ulteriori barriere TecPro: elementi plastici riempiti con una schiuma di polietilene dimensionati in base al tipo di assorbimento che si vuole ottenere dopo un incidente. Le stesse in curva 3 messe a dura prova nell’incidente di F2 tra Luca Ghiotto e Jack Aitken nella Sprint Race di Sochi 2020. “Il tempo sul giro diminuirà di diversi secondi — dice Zaffelli — e certamente ci saranno più sorpassi alla nuova 5 viste le curve più aperte. Sono certo che i piloti si divertiranno più di prima”.

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