Inter, centrocampo da rifare a gennaio? Da Eriksen a Nainggolan (e Vecino)
Eriksen lascerà l’Inter a gennaio? E Nainggolan? Vecino cosa farà invece? Le domande oggi sono tante. Le risposte molte meno. La pianificazione pluriennale nerazzurra sul mercato segue uno schema molto preciso, per la programmazione semestrale ci sarà tempo
MERCATO MEDIATICO – La sosta per le nazionali porta in dote un argomento sempre molto interessante per circa dieci giorni. Quelli necessari a rivedere in campo le squadre di club. Il calciomercato (a calciomercato chiuso!). E l’Inter è la società che più di tutte, in Italia, gode di un trattamento “di favore”. In dieci giorni vanno via tutti e arrivano tutti. Rivoluzione. Solo su carta (e sempre più spesso in digitale…). L’inizio dell’ultima sosta prima di quella natalizia ha già dato parecchi spunti alla causa nerazzurra. Il reparto coinvolto? Quello di centrocampo, che sta deludendo non poco.
PROFILI IN BILICO – Da troppi giorni si parla dell’addio di Christian Eriksen a gennaio. Ci sono offerte? No. Trattative in corso? Nemmeno. Potrebbero esserci? Sì (vedi articolo). Ma nulla di così strano da fare titoli. Anzi. E che dire di Radja Nainggolan, che oggi è l’unico centrocampista a disposizione di Antonio Conte ad Appiano Gentile. Tornerà a Cagliari? No, a detta della società rossoblù. Andrà da qualche altra parte? Difficile. Così come Eriksen, il futuro del centrocampista belga verrà valutato dopo l’ultimo clamoroso blocco dell’anno solare (dieci partite in un mese!).
OPERAZIONI PONDERATE – Il futuro di Eriksen e Nainggolan potrebbe dipendere da Matias Vecino, che in teoria verrà rimesso sul mercato dopo il recupero dall’infortunio. Ma vista la crisi causata dal Covid-19, non è da escludere la sua permanenza per completare il centrocampo fino a fine stagione (vedi focus). Non è tempo di rivoluzioni, oggi. L’Inter sta già pianificando il futuro (occhio ai colpi a parametro zero…), le eventuali operazioni per gennaio verranno impostate a ridosso delle vacanze natalizie. Last minute, ma soprattutto low cost. Ci sono pochi margini di manovra, oggi.