Conte pensa ad un percorso pluriennale? Una cosa non torna
Antonio Conte è stato chiaro: con l’Inter ha un contratto triennale che intende rispettare. E dopo il famoso incontro di fine estate con la società, non ha più l’assillo di vincere obbligatoriamente un trofeo. Questo però cozza con alcune sue scelte.
PERCORSO – Nelle parole di Antonio Conte in questo inizio di stagione c’è una parola che risalta più di altre: percorso. Il tecnico dell’Inter non intende analizzare le singole partite come fossero un universo a se stante, ma preferisce adottare una visione più d’insieme. Insomma, le valutazioni si possono fare correttamente sul medio-lungo periodo, anziché sul breve. Un approccio corretto e sano, in un contesto dove spesso non c’è tempo né tantomeno voglia di attendere. Ma è anche un approccio con si scontra, da un punto di vista filosofico e anche tangibile, con Conte.
SCELTE – Un tasto su cui Conte ha premuto a lungo è quello dell’esperienza. Alla sua prima Inter mancava una certa abitudine a determinati palcoscenici, secondo il tecnico. Motivo per cui ha preteso gli acquisti di Arturo Vidal e Aleksandar Kolarov, 68 anni in due. Non solo ricambi in grado di aumentare il tasso tecnico, ma anche calciatori forgiati da carriere lunghe e vincenti. Nonché due acquisti pensati e costruiti per tentare il definitivo assalto allo scudetto, dopo l’ottimo campionato dello scorso anno. Conte non è uomo da guerra di trincea, bensì da blitzkrieg; meglio i 200 metri rispetto alla maratona, per rimanere nell’ambito dello sport.
POCA LOGICA – Tuttavia l’arrivo di giocatori così esperti (anagraficamente parlando) non va nella stessa direzione di un percorso pluriennale. Perché il rischio è di dover fiondarsi di nuovo sul mercato in estate, cercando forze più fresche in grado di rinnovare la strada del successo. Achraf Hakimi è sicuramente un acquisto che corre su questo binario, un 22enne agli albori di una crescita sconfinata (nonostante la flessione in corso). In sintesi, la rosa 2020/21 dell’Inter è costruita per vincere, e Conte non può pretendere alibi. Anche l’eventuale mancata qualificazione agli ottavi di Champions League potrebbe passare in cavalleria, in caso di futura vittoria dello scudetto a maggio. In caso contrario, l’estate 2021 potrebbe essere il momento di una nuova rivoluzione.