Ricordate il caso di CocaColla? È il 2012, il blog italiano che si occupa di design, arte e comunicazione riceve due lettere di diffida dalla CocaCola Company. Motivo: il nome del blog è fin troppo simile al celebre marchio di bevande. Gli avvocati della multinazionale contestano anche una volontà contraffattoria e chiedono la consegna del dominio.
Il caso monta: #supportcocacolla diventa un trend su Twitter, illustratori e artisti inviano foto e immagini per sostenere la causa, ma i sette ragazzi che gestiscono il blog mollano il colpo e consegnano il dominio alla Coca Cola, spostandosi su un nuovo dominio: Collater.al.
Fine della storia? Non proprio. Oggi gli ex responsabili del blog si sono resi conto che qualcosa è cambiato: la pagina di CocaColla non rimanda più a Coca Cola. Insomma, il marchio non è più proprietario del dominio. Basta andare su http://cocacolla.it/ per rendersene conto: dall’inizio di maggio è diventato un blog con informazioni porno in spagnolo.
Un epilogo abbastanza divertente: se era lesivo per Coca Cola avere tra i piedi un sito di design, figurarsi un blog con notizie porno.
Uno dei creatori di CocaColla, Luca Di Marco, dice a Wired: “Nel 2012 CocaColla.it era stato candidato come Miglio Blog andato a Puttane alla Festa della Rete. Pare che lo abbiamo vinto oggi, a nostra insaputa, a distanza di quattro anni”. Meglio tardi che mai.