La Supercoppa italiana a Riyad: il coraggio del cambiamento

Redazione
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Tra qualche ora verrà assegnata la Supercoppa italiana, con Napoli ed Inter che si contenderanno il trofeo in quel di Riyad. La prima edizione con il nuovo format a quattro squadre sta quindi per andare in archivio e di certo non sono mancate, e non mancheranno in futuro, le polemiche. La scelta di giocare la competizione in Arabia Saudita non è piaciuta ai più, indignati dal puro ritorno economico a discapito della tradizione.

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A far aizzare ancora di più gli haters c’è stata poi la visione di uno stadio decisamente vuoto in occasione del primo match. La scarsa partecipazione del pubblico saudita, sommata alla quasi proibitiva trasferta per le tifoserie, non ha infatti fornito la miglior prima impressione. Il perché del trasportare una competizione nostrana all’estero è stato un po’ il pensiero andato per la maggiore, ma con i dovuti miglioramenti questa novità potrebbe rappresentare un bene visto il momento storico del calcio italiano.

Il modello americano e gli altri campionati europei

Ciò che negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti è una chiara involuzione del nostro campionato, a livello competitivo e qualitativo. Risollevarsi deve essere l’obiettivo chiaro agli organi competenti e portare novità che siano al passo con i tempi è la strada da percorrere. Per quanto possa non piacere a primo impatto, resta il bisogno di esportare il marchio Serie A nel mondo.

Esempi da cui prendere spunto non mancano, basti pensare agli sport americani e alle loro quattro maggiori leghe professionistiche. NFL, NBA, NHL e MLB devono le loro fortune e fascino anche al fatto dell’essere riuscite a sbarcare all’estero, disputando alcuni match di regular season (l’NBA Paris Game ne è la dimostrazione). L’NFL ha stretto una partnership con il Tottenham, grazie alla quale ha preso parte anche alla costruzione del nuovo stadio, con la voglia di utilizzarlo anche per alcune partite.

Senza stare a scomodare il modello americano, che può avere disponibilità economiche decisamente rilevanti, anche LaLiga si è espansa. Proprio la Supercoppa spagnola si è svolta a Riyad e da qualche anno ha intrapreso questa strada, con una scelta ponderata ed un progetto di lunga durata.

Un punto di partenza

Ecco che quindi la scelta della Lega di istituire le Final Four e sportarsi a Riyad con un contratto di 6 anni, deve essere vista come una mossa molto coraggiosa e necessaria per provare a dare una ventata d’aria fresca. Il tutto deve essere visto come un punto di partenza, dal quale si può senza dubbio migliorare. L’accoglienza per le squadre è stata da superstar, con hotel di lusso e possibilità di preparare le partite con campi d’allenamento personali, degna dei più importanti appuntamenti sportivi.

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Da contraltare, oltre come detto ad una non affollata presenza allo stadio, ci sono stati sicuramente i problemi organizzativi legati a cambiamenti di data, che hanno fatto sorgere dubbi sulla bontà della scelta. Cercare di ottenere agevolazioni soprattutto per la trasferta delle tifoserie può essere il prossimo passo da compiere, ma non si può pensare di raggiungere subito la perfezione. Per tentare di riportare in alto il calcio italiano le novità vanno accolte e cavalcate e questa Supercoppa può essere l’inizio, con buona pace degli scettici.

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