Politica

La battaglia dei 45 sottosegretari: Lotti e Moavero a Palazzo Chigi, cinque posti ai popolari di Mauro

Gli esclusi dai ministeri insistono per la "compensazione". La delega ai Servizi segreti potrebbe restare a Minniti

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ROMA - Il dossier dei sottosegretari è nelle mani di Graziano Delrio. Richieste sui nomi e sui numeri arrivano al sottosegretario a Palazzo Chigi. L'obiettivo è chiudere domani al ritorno di Renzi dalla visita alla scuola di Treviso. Ma potrebbe essere necessario un giorno in più. L'equilibrio tra i partiti è già stabilito: 22 posti al Pd, 10 all'Ncd, 5 a Scelta civica, 5 ai Popolari, 2 al Psi e 1 al Centro democratico di Tabacci e Pisicchio. L'obiettivo è non superare quota 60 membri del governo compresi ministri. Ma sulla composizione della squadra dei vice pesa le delusioni e i malumori per la scelta dei titolari. Per questo anche durante il lunghissimo dibattito al Senato, Delrio ha lavorato con i partiti della maggioranza per trovare un punto di caduta.
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La scelta dei sottosegretari conferma la tendenza di Renzi ad accentrare alcune figurechiave intorno a sé. È significativa l'intenzione di confermare Enzo Moavero come principale interlocutore dell'Unione europea dopo l'esperienza di ministro alle politiche Ue. Moavero però continuerà a svolgere questo ruolo non dalla Farnesina ma direttamente come sottosegretario a Palazzo Chigi con una delega diretta del premier. Alla presidenza verrà promosso anche Luca Lotti, il collaboratore più fidato che renzi vuole anche fisicamente vicino. Lotti però non avrà il controllo dei servizi segreti, una delega che potrebbe rimanere a Marco Minniti, già sottosegretario nel governo Letta.

Ai partiti e ai gruppi parlamentari Renzi chiede un numero di donne se non pari a quello dei maschi (com'è nell'esecutivo) comunque molto vicino. Lo ha fatto in particolare con le forze maggiori: il Partito democratico e il Nuovo centrodestra. Ad Alfano andranno 7 sottosegretari e 2 viceministri. Il titolare del Viminale chiede un sottosegretario in più, ma la conclusione dell'accordo è vicina. Non ci sarà invece la compensazione per i Popolari, delusi per l'uscita di Mario Mauro dall'esecutivo. "Rispetteremo la stessa regola che abbiamo usato per il governo dando un ministero a Scelta civica e uno ai Popolari", dicono a Palazzo Chigi. Il problema è che quel secondo ministro (Gianluca Galletti) è stato intestato soprattutto a Casini, ora le altre componenti dei centristi pretendono il bottino pieno.

Entreranno nell'esecutivo i socialisti. Il segretario Riccardo Nencini punta alla poltrona di viceministro della Cultura, in alternativa il Psi potrebbe avere due sottosegretari. In corsa c'è anche Bruno Tabacci per rappresentare il Centro democratico. Sono attese invece alcune conferme dell'Ncd come Luigi Casero all'Economia e Simona Vicari allo Sviluppo economico. Ma Barbara Saltamartini quasi sicuramente sarà una new entry. Se Enrico Costa traslocherà al ministero della Giustizia, la nuova capogruppo degli alfaniani alla Camera potrebbe diventare Nunzia De Girolamo.

La trattativa con il Pd viene gestita da Delrio insieme con Dario Franceschini. Fra i renziani Lorenzo Guerini è in procinto di traslocare all'esecutivo anche se Renzi punta su di lui per la gestione del Pd. Ivan Scalfarotto punta alla delega delle Pari opportunità, Emanuele Fiano corre per un posto da viceministro al Viminale. All'Economia si prepara a sbarcare Enrico Morando, che è uno dei consiglieri del premier per i temi economici con suggerimenti e schede che Renzi ha molto sfruttato in questi mesi. Via XX settembre è uno dei dicasteri più ambiti, ci punta anche Benedetto Della Vedova, senatore di Scelta civica.
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