Digital transformation

Piccola impresa, il digitale per pensare in grande: Velp Scientifica punta sull’IoT

L’azienda brianzola, che produce macchine per analisi di laboratorio, ha supportato l’espansione internazionale con sistemi ERP e CRM evoluti. E ora grazie a sensori connessi analizzerà l’utilizzo quotidiano dei suoi prodotti. L’AD Giovanni Passoni: «È una rivoluzione per tutta l’azienda, dall’R&D al marketing. Avremo bisogno di esperti di big data e advanced analytics»

Pubblicato il 15 Nov 2017

Giovanni Passoni, Amministratore Delegato di Velp Scientifica

Tendiamo spesso, quando citiamo le ormai onnipresenti espressioni ‘innovazione‘ e ‘trasformazione digitale‘, a stabilire una serie di parallelismi con il vantaggio competitivo, il successo di business e il profitto, dimenticandoci che innovazione vuol dire prima di tutto coraggio e rischio, specialmente quando si parla di piccole e medie imprese (PMI).

Il rischio che si sta assumendo Velp Scientifica, azienda brianzola a conduzione familiare da 60 dipendenti e 17 milioni di fatturato (con oltre l’80% dei ricavi generati all’estero), che ha deciso di muoversi prima dei concorrenti su un terreno ancora sconosciuto: quello della sensoristica e dell’Internet of Things (IoT) applicato al mondo dei macchinari per le analisi di laboratorio, che sono il core business di Velp.

Nonostante la dimensione familiare, l’azienda opera in un centinaio di Paesi attraverso 300 distributori, una sede negli Stati Uniti a cui fanno capo i mercati di Nord America e Messico e una serie di uffici commerciali in Asia. Anche in piena crisi economica, il fatturato di Velp Scientifica è aumentato a doppia cifra anno su anno (erano 12 milioni di euro nel 2013) e, secondo le stime del management, continuerà a salire in maniera consistente. Eppure Giovanni Passoni, Amministratore Delegato, ha deciso di non accontentarsi e di cominciare a predisporre tecnologie e competenze per sfruttare nel modo migliore tecnologie digitali come IoT, analytics e data-driven marketing.

«Siamo consapevoli di avere a che fare con una serie di progetti che una volta partiti sono destinati a non finire mai», spiega Passoni. «L’Internet of Things non è semplicemente una piattaforma tecnologica: diventa un modo diverso di guardare al lavoro e alla vita in azienda. Non è un tema che riguarda il solo macchinario in termini di sviluppo o produzione, è a tutti gli effetti una trasformazione che coinvolge l’intera organizzazione, dall’R&D alla relazione con il cliente fino alle vendite e ai servizi di assistenza. Un cambiamento epocale per qualsiasi impresa, a maggior ragione se di piccole dimensioni».

L’ambizione di Velp Scientifica è connettere le macchine a Internet per avere dei feedback su come i ricercatori di laboratorio utilizzano i suoi prodotti. «Farlo significa conoscere il modo in cui questi interagiscono con gli strumenti, e per questo abbiamo bisogno di una piattaforma, o meglio di un ecosistema, che riduca attraverso l’analisi dei dati le distanze tra utilizzatori finali e produttori degli oggetti». Da questi dati Velp può ricavare benefici per varie sue funzioni: per esempio la ricerca e sviluppo può individuare difetti dei prodotti, migliorarne funzionalità esistenti e individuarne di nuove che si manifestano come necessarie, il marketing elaborare campagne più mirate, le vendite capire le opportunità di cross-selling, e così via.

Il primo prodotto connesso sarà rilasciato proprio nei prossimi giorni e, dopo un periodo di test, verrà commercializzato nei mercati e presso i clienti che Passoni definisce più evoluti. «Come in altri campi, anche il nostro pubblico è piuttosto eterogeneo: c’è chi è già pronto ad accogliere la trasformazione digitale e organizzazioni che invece hanno un approccio ancora tradizionale al lavoro. Nei confronti di queste ultime, ci faremo promotori delle nuove tecnologie».

La piattaforma su cui Velp Scientifica sta costruendo la propria strategia IoT è SAP Leonardo, definita dalla casa tedesca come un ecosistema in cui sviluppare tutte le iniziative di digital innovation non solo di Internet of Things, ma anche di machine learning, advanced analytics e blockchain.

Velp ci sa lavorando con la consulenza di Deloitte. Sia SAP sia Deloitte sono partner di lungo corso dell’azienda: «Il nostro è un processo organizzativo strutturato ed efficiente, ma se non avessimo sistemi ERP e CRM all’avanguardia, talenti per sfruttarne le potenzialità e un magazzino automatizzato, sarebbe stato estremamente difficile continuare a gestire la crescita sul piano internazionale e continuare a crescere a doppia cifra solo con una sessantina di risorse».

Spesso è proprio la capacità di pensare in grande anche quando si è piccoli il fattore che fa la differenza nella PMI di successo. «Sebbene Leonardo sia un sistema molto potente, adatto forse a organizzazioni ben più estese della nostra – ammette Passoni – non lo abbiamo scelto per manie di grandezza, ma piuttosto perché contiene best practice che possono aiutarci a far crescere l’azienda, lasciando al management lo spazio per focalizzarsi sulle attività core. È un investimento che non risponde alle esigenze di breve termine, ma che guarda alle sfide di lungo periodo».

Sfide che naturalmente coinvolgono anche i temi della data protection e delle competenze. A dirigere il progetto IoT in Velp c’è un team di persone tra il 30 e i 40 anni, con skill eterogenee per coprire l’ampio spettro delle attività e delle funzioni legate al nuovo approccio. «Sono tutte risorse interne, formate anche con il contributo di SAP e Deloitte. La verità è che al momento non ci sono casi di studio a cui guardare, quindi dobbiamo letteralmente crearci il nostro percorso. In futuro abbiamo già previsto di rinforzare la squadra con competenze specifiche su big data, analytics e data science. Parliamo quindi di assunzioni di giovani qui in Italia, visto che ricerca & sviluppo e produzione rimarranno in ogni caso in Brianza».

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