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Bere miscelato: che cos’è il bitter?

di Silvia Fratini • Pubblicato 3 Ottobre 2017 Aggiornato 4 Ottobre 2017 10:17

Il bitter, inizialmente utilizzato con scopi medicinali, è ormai quasi imprescindibile nella preparazione di alcuni cocktail: ecco di che si tratta.

Tramonti, tacchi, tintinnii: le serate di fine estate sono l’occasione migliore per trovarsi con gli amici, raccontare le vacanze e prepararsi ad affrontare l’autunno alle porte.  Arriveranno le serate di pioggia, la voglia di copertina e i bicchieri di vino rosso corroboranti, ma ancora no. Ancora vogliamo ghiaccio, pizzettine e frittini da sbocconcellare e aperitivi a rinfrescare. Come il nuovo bitter Martini, che ha fatto la sua comparsa in città assieme alla Williams Martini Racing, in occasione della gara di F1 all’autodromo di Monza.

Le origini del bitter

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Il bitter, che in inglese significa amaro, in origine designava una soluzione, spesso molto alcolica, contenente bacche, radici, spezie ed altri elementi vegetali, con contenuto zuccherino molto ridotto. il bitter inizialmente era destinato a scopi medici Il bitter era destinato a scopi medici grazie alla capacità dell’alcool di estrarre e conservare i principi attivi contenuti nelle botaniche. Poi con l’avvento delle miscelazioni e l’avvento del consumo fuori casa di pasti e bevande, conosce nuovi impieghi, specialmente nel mondo della miscelazione.

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Parlando di miscelazione, tuttavia non si può non pensare alla città della Mole, alle montagne che la circondano e ai caffè che le fanno da corona. Insomma anche se Milano è chiamata patria dell’aperitivo, le origini di questo piacevole ritrovo e delle bevande tipicamente consumate risalgono le valli fino a Torino, culla prosperosa nell’Italia monarchica di fine secolo, madre della tradizione dei caffè letterari e crocevia di traffici tra le Alpi e il porto di Genova. Traffici e prosperità che portarono negli anni alla creazione di nuovi riti conviviali, propri quelli che il nuovo bitter nato in casa Martini pare voler omaggiare e ricordare.

Il Riserva speciale bitter

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Ogni famiglia cerca di dare al mondo figli che siano degni eredi dei padri: da una casa come la Martini, i nuovi prodotti non posso dimenticare né le proprie origini, né i propri compagni di bottiglia. Quindi il nuovo bitter, pensato per giocare accanto ai vermouth Riserva Speciale Ambrato e Riserva Speciale Rubino, già dall’etichetta si presenta inconfondibile, con i profili dorati e la scritta bitter 1872 su fondo bianco: l’spirazione arriva, infatti, dalla ricetta originale del fondatore della casa, Luigi Rossi, che la registra nel capoluogo piemontese nel 1872.

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Qui, però, si aggiunge il desiderio di creare una formula complessa, in grado di armonizzare e completare la gamma Riserva Speciale e di creare qualcosa di completamente naturale. L’inconfondibile nota amaricante, dunque, nasce dall’uso della radice di colobo, dalla classica angostura e dallo zafferano, importante non solo per il conferimento aromatico che dona alla bevanda ma anche per il colore. Diversi amari per diversi livelli di amarezza, dunque, che lavorano bene in miscelazione ma che sono in grado di soddisfare anche in purezza, con un semplice cubetto di ghiaccio a fine pasto. Da un semplice bitter & soda, dissetante e sfizioso, a preparazioni più complesse, come un Negroni sbagliato, che ricerca nelle sfumature amaricanti nei toni ambrati la soddisfazione di un sorso soddisfacente.

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