Il termine "animalista" non significa "amante degli animali". La conferma dall’Accademia della Crusca

Avevamo ragione a pensare che l’uso del termine “animalista”, impiegato troppo spesso come sinonimo di “amante e difensore dell’ambiente e degli animali”, fosse usato impropriamente per indicare una persona od un gruppo di persone che nei fatti e nelle azioni dimostrano tutt’altro che lo scopo in termine.

A confermare la nostra tesi è intervenuta nei giorni scorsi la prestigiosa istituzione linguistica dell’Accademia della Crusca, grazie all’interessamento di Federfauna che chiedeva precisazioni sulla definizione anomala di “animalismo” riportata in alcuni illustri dizionari di lingua italiana. (qui la documentazione)

Nel ringraziare il Dott. Massimiliano Filippi, Segretario Generale di Federfauna per l’interessamento e per averci trasmesso in redazione la documentazione per approfondire la questione, confermiamo il nostro coinvolgimento per far chiarezza su termini che rivestono enorme importanza quando trattiamo la filosofia rurale e quella animalista. Ufficialmente il termine corretto da usare nei confronti di chi “nutre amore per gli animali" o, in forma più estesa, "che ama, cura e protegge gli animali" è quello di “zoofilo”, molto lontano da quanto professato e praticato dalla filosofia animalista. E’ infatti palese a nostro avviso che “chi nutre amore per gli animali” non impedisce l’eradicazione di una specie animale quando studi scientifici dimostrano che questa è deleteria per tutte le altre specie e per l’ambiente. Chi “cura gli animali”, non compie atti terroristici liberando ad esempio centinaia di visoni, condannandoli a morte certa oltre che a provocare un disastro ecologico. Siamo anche titubanti sulla definizione che alcuni dizionari riportano alla voce “animalismo”, accostando il termine a quello di “movimento ecologista” perché i fatti dimostrano ben altro che l’intento di una vera “salvaguardia dell’ambiente”. E’ interessante invece la precisazione del Prof. Paolo D’Achille, responsabile del servizio di consulenza dell'Accademia della Crusca, che ci fa notare come il “suffisso -ista, molto produttivo nell'italiano contemporaneo per formare nomi d'agente, si riferisce spesso a chi aderisce a partiti, associazioni, movimenti ideologici, ecc”. L’esempio che cita l’illustre Professore è quello di “islamista”, “neologismo semantico che non lascia intendere solo un “seguace dell'Islam”, bensì “aderente al movimento fondamentalista islamico, favorevole alla jihad' o di “aderente ai movimenti terroristici di matrice islamica”. Anche animalista, conclude il Professore, potrebbe essere usato in termini non positivi.

Filosofia rurale si occuperà di questa importante questione ed invita chi volesse intervenire sull’argomento a scriverci in redazione@filosofiarurale.it

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