«Ingresso in ospedale difficile per le carrozzine»
Troppo vicino a un passaggio pedonale, scendere dall’auto diventa un problema Un architetto: «Serve uno stallo per consentire l’operazione in sicurezza»
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VIGEVANO. Avere un parente con problemi di deambulazione, magari temporanei e associati a un infortunio, può essere fonte di problemi.
Addirittura a Vigevano può diventare un problema dover portare una persona costretta su una carrozzina all’ospedale civile.
La struttura, sorta nel 1911 in quella che allora era periferia, ormai è in una posizione decisamente ingombrante. L’ingresso principale (l’unico per i pazienti) è in corso Milano, su un tratto stretto tra un semaforo e un passaggio a livello.
L’ingresso dell’ospedale poi coincide con un passo pedonale evidenziato: il risultato è che gli automobilisti (a volta anche contravvenendo al codice della strada) si fermano sulle strisce per far scendere dall’automezzo parenti più o meno in grado di camminare.
Un’operazione che dura qualche secondo in casi di normalità e può durare anche qualche minuto se ci sono problemi di deambulazione.
«Serve uno stallo che permetta quest’operazione in sicurezza – dice Antonio Pappalardo, architetto specializzato nel recupero di edifici – Occorre trovare il modo di permettere a chi deve solo far scendere i propri cari, magari per una visita, di poterlo fare senza intralciare il traffico. Si potrebbe creare una rientranza per permettere tutto ciò».
L’ospedale di Vigevano ha un solo ingresso pedonale (escludendo quello del pronto soccorso) e diversi accessi carrai (non disponibili per gli utenti): una situazione a cui più volte si è pensato di dare una soluzione ma senza che si concretizzasse alcunché.
Anche ad aprile aveva provato l’assessore Riccardo Ghia a proporre al direttore generale dell’Asst Michele Brait una soluzione: la riapertura dell’ingresso pedonale di via Leonardo da Vinci e la realizzazione di un controviale parallelo mediante la demolizione di alcuni edifici non utilizzati proprio per favorire le persone che hanno problemi di deambulazione.
Nel progetto, rimasto inattuato, c’erano anche parcheggi di servizio al Pronto soccorso e marciapiedi più ampi e sicuri per chi ha difficoltà di movimento.
Oliviero Dellerba
Addirittura a Vigevano può diventare un problema dover portare una persona costretta su una carrozzina all’ospedale civile.
La struttura, sorta nel 1911 in quella che allora era periferia, ormai è in una posizione decisamente ingombrante. L’ingresso principale (l’unico per i pazienti) è in corso Milano, su un tratto stretto tra un semaforo e un passaggio a livello.
L’ingresso dell’ospedale poi coincide con un passo pedonale evidenziato: il risultato è che gli automobilisti (a volta anche contravvenendo al codice della strada) si fermano sulle strisce per far scendere dall’automezzo parenti più o meno in grado di camminare.
Un’operazione che dura qualche secondo in casi di normalità e può durare anche qualche minuto se ci sono problemi di deambulazione.
«Serve uno stallo che permetta quest’operazione in sicurezza – dice Antonio Pappalardo, architetto specializzato nel recupero di edifici – Occorre trovare il modo di permettere a chi deve solo far scendere i propri cari, magari per una visita, di poterlo fare senza intralciare il traffico. Si potrebbe creare una rientranza per permettere tutto ciò».
L’ospedale di Vigevano ha un solo ingresso pedonale (escludendo quello del pronto soccorso) e diversi accessi carrai (non disponibili per gli utenti): una situazione a cui più volte si è pensato di dare una soluzione ma senza che si concretizzasse alcunché.
Anche ad aprile aveva provato l’assessore Riccardo Ghia a proporre al direttore generale dell’Asst Michele Brait una soluzione: la riapertura dell’ingresso pedonale di via Leonardo da Vinci e la realizzazione di un controviale parallelo mediante la demolizione di alcuni edifici non utilizzati proprio per favorire le persone che hanno problemi di deambulazione.
Nel progetto, rimasto inattuato, c’erano anche parcheggi di servizio al Pronto soccorso e marciapiedi più ampi e sicuri per chi ha difficoltà di movimento.
Oliviero Dellerba
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