«Ci sentiamo traditi dal Paese nel quale siamo cresciuti e che vede ancora crescere tanti di noi. Sono troppi anni che aspettiamo questa riforma che andava approvata già da tempo perché riguarda bambini, adolescenti e adulti che vogliono vivere le loro vite in pieno, non delle vite mancate». Paula Baudet Vivanco è tra le fondatrici di «Italiani senza cittadinanza», movimento che riunisce figli di immigrati nati o cresciuti nel nostro Paese. «La cosa assurda – spiega – è che noi ci sentiamo molto vicini ai territori dove cresciamo, vicini ai comuni, alle scuole che frequentiamo, alle nostre piazze, ma ci sentiamo traditi dai Palazzi della politica. Sono ciechi se non si accorgono che questa riforma riguarda soprattutto i bambini».

La possibilità che saltasse tutto era nell’aria.
Forse i politici di professione, quelli che vivono di queste cose, potevano aspettarsi che non si sarebbe arrivati al voto, noi no. Per chi vive in difficoltà, vedendo che gli altri hanno diritti che a lui sono negati, è assurdo pensare che ci sia qualcuno che non si preoccupi del futuro di tanti bambini e adolescenti. E’ assurdo che il parlamento non riesca a cogliere la realtà che riguarda questa riforma, sembra che i politici abbiamo paura dei bambini.

Pensa che questo stop possa avere conseguenze negative nell’integrazione dei bambini?
Credo non cambi le potenzialità di crescita nei territori dei figli dell’immigrazione, perché come accade in altri paesi europei questi ragazzi sono anche figli dell’Europa. Non votare per la riforma significa però non rispettare gli impegni presi con questi bambini e adolescenti, significa non dargli piena fiducia permettendogli di poter votare un giorno, impedendogli di circolare liberamente, di costruirsi un futuro, anche professionale. Io ho paura di una democrazia che non è in grado di assicurare il voto ai cittadini che crescono nelle sue città. Il governo e il parlamento non possono avere paura di questi bambini e adolescenti, perché ne hanno la responsabilità.

Che iniziative pensate di intraprendere adesso?
Già da domenica sera siamo in mobilitazione permanente, abbiamo fatto un primo sit-in sotto il comune di Reggio Emilia, la prima città che ha votato una mozione a favore della cittadinanza per i figli degli immigrati. Chiediamo ai sindaci di mobilitarsi votando mozioni a favore della cittadinanza e organizzando iniziative nelle quali si veda che noi facciamo parte delle città nelle quali siamo cresciuti e alle quali siamo affezionati. Questa è l’Italia che parte dai territori. Nel pomeriggio di oggi (ieri, ndr) saremo davanti al comune di Modena e stasera (ieri sera, ndr) saremo a Padova con il nostro striscione. Infine stiamo organizzando per la fine del mese una manifestazione nazionale sotto il parlamento per dire che l’Italia siamo anche noi.