Quando la musica di Frank Zappa riconquista la sua imprescindibile dimensione vocale-teatrale ed un rapporto straniante ed ironico con il pubblico, ecco che si esce dall’ “omaggio”. Si entra, infatti, nel “repertorio vivente”, una condizione che storicizza brani ed album ma ne esalta gli elementi di attualità. E’ un po’ quanto è accaduto al teatro Parchi della Colombo, ultima data di un tour che ha visto la Tankio Band di Riccardo Fassi unirsi al cantante e performer Napoleon Murphy Brook anche a Perugia (Umbria Jazz) ed a Montalcino (Montalcino Jazz Festival).

Pochi concerti per un progetto esplosivo, basato su un accurato lavoro di arrangiamento ed adattamento per una “storica” big-band (attiva dal 1985) che esalta l’ospite vocale e voci strumentali in grado di tradurre e tradire Zappa: il sax alto di Sandro Satta, il baritono di Torquato Sdrucia, la chitarra di Manlio Maresca, il vibrafono di Pierpaolo Bisogno e le tastiere del leader Fassi. Un’orchestra jazz dai mille colori e dalla sezione ritmica implacabile ed instancabile, come accadeva nei gruppi del chitarrista che pretendeva una millimetrica precisione nei ritmi e nelle scansioni sempre cangianti, qui garantite dal contrabasso di Steve Cantarano e dalla batteria di Pietro Iodice. Il tour rilancia l’album appena uscito The Return of the Fat Chicken (Alfa Music) con Brook presente in cinque brani.

Davvero un personaggio il cantante, sassofonista e flautista statunitense: con Zappa per un decennio (1974-1984), collaboratore di George Duke e Captain Beefheart, figura poliedrica di compositore e produttore. Il suo arrivo in scena nel concerto romano della Tankio Band (con Cosmic Debris, tratto dall’album Over Nite Sensation) ha immediatamente fatto salire la temperatura del recital, esaltato l’interplay dell’orchestra, immesso quegli elementi vocali-teatrali di cui si parlava, restituendo alla musica zappiana un aspetto basilare.

Splendida la voce (anche nei registri gravi), impeccabile ed elegantissima la capacità di “coreografare” la musica e i testi accompagnandoli con sequenze danzate, consumata la capacità di attore (come nel rientro dopo Sofa ed It Must Be A Camel, travestito da cuoco e distribuente muffin al pubblico divertito e complice). Sia chiaro, però, che senza il metodico lavoro di riarrangiamento di Riccardo Fassi e la maestria esecutiva della Tankio Band Brock non sarebbe andato molto lontano; ci ha messo – ed è indubbio- una carica personale galvanizzante e dirompente, consentendo all’orchestra di dare il meglio di sé e trovando nel chitarrista Manlio Maresca una “spalla” non solo sonora. La scaletta ha visto Little Umbrellas ed Uncle Meat senza il vocalist che si è unito al gruppo – suonando anche sax tenore flauto – nel citato Cosmic Debris ed in Take Your Clothes Off When You Dance, in Uncle Remus composta da George Duke, nella zappiana canzone d’amore in 7/4 Oh No. Tra i momenti più riusciti Florentine Pogen scritta dal chitarrista per Brock ed il bis Peaches en Regalia (tratto da Hot Rats). Con questo brano Napoleon Murphy Broks ha vinto nel 2009 un Grammy Award come “miglior performance di rock strumentale” (con i Zappa Plays Zappa). Il merito dell’ottimo concerto va, tuttavia, condiviso con l’intera formazione guidata da Fassi che, oltre ai già citati, comprendeva Claudio Corvini (tromba), Roberto Pecorelli (tuba), Roberto Schiano (trombone), Checco Marini (sax soprano) e Fabio Tullio (soprano ed alto). Forever Frank…