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Josep Maria Montaner in aula consiliare durante la seduta della Commissione Urbanistica del 26 giugno con al lato Ivan Blecic, Matteo Lecis Cocco Ortu (io) e Francesca Ghirra

Politiche per l’abitare e spazi pubblici a Barcellona | Josep Montaner a Cagliari in Commissione Urbanistica

Obiettivo principale della nostra amministrazione è la revisione del Piano Urbanistico del Comune di Cagliari che risale ai primi anni 2000 e deve essere adeguato alle esigenze della società attuale e quindi con l’audizione di oggi inauguriamo una serie di confronti con esperienze differenti che stanno affrontando problematiche analoghe. L’occasione odierna di confronto con la realtà urbanistica di una città con una cultura di pianificazione importante quale Barcellona e che sta attraversando una fase politica interessante con l’amministrazione di Ada Colau può dare degli spunti interessanti sulle possibili applicazioni di queste politiche pubbliche nell’ambito della città di Cagliari. In particolare chiederei all’Assessore Josep Maria Montaner di raccontarci le politiche per la casa, all’interno di un Piano per il Diritto alla Casa 2016-2025, e dello spazio pubblico, in particolare negli ultimi anni si parla molto delle “SuperIlla”, grandi isolati in cui viene spostato il traffico di attraversamento per lasciare spazio ai pedoni,alla ciclabilità, al gioco e in generale alla socialità come modo per vivere le strade . E ci interessa capire come questi due temi sono affrontati a Barcellona all’interno dei processi di pianificazione.

Queste sono le parole con cui ho introdotto nella commissione urbanistica del 26 giugno l’audizione di Josep Maria Montaner, professore di architettura dell’ETSAB e attuale Assessore per la Casa del Comune di Barcellona, sulle politiche dell’abitare e lo spazio pubblico a Barcellona in vista della predisposizione delle linee guida per l’adeguamento del PUC di Cagliari. Una delle sedute per me più interessanti di questo primo anno di attività in Consiglio Comunale che ha consentito a tanti consiglieri di Cagliari e della Municipalità di Pirri di confrontarsi con uno dei principali esponenti della giunta di Ada Colau.

Josep Maria Montaner in aula consiliare durante la seduta della Commissione Urbanistica del 26 giugno con al lato Ivan Blecic, Matteo Lecis Cocco Ortu (io) e Francesca Ghirra
Josep Maria Montaner in aula consiliare durante la seduta della Commissione Urbanistica del 26 giugno con al lato Ivan Blecic, Matteo Lecis Cocco Ortu (io) e Francesca Ghirra

Credo che sia interessante anche per chi non ha potuto partecipare all’incontro leggere il verbale della commissione e vedere le slide presentate, per capire che cosa dell’esperienza catalana può essere utile e di insegnamento per la nostra realtà.

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE

PIANIFICAZIONE STRATEGICA E URBANISTICA

VERBALE  n° 24 del  26/06/2017

Seduta pubblica.

Oggi ventisei del mese di giugno dell’anno duemiladiciasette in Cagliari presso l’Aula Consigliare, nel Palazzo Civico di via Roma n° 145, regolarmente convocata  per le ore 16.00 si è riunita la Commissione Consiliare Pianificazione Strategica e Urbanistica con il seguente ordine del giorno:

Audizione di Josep Maria Montaner, professore di architettura dell’ETSAB e attuale Assessore per la Casa del Comune di Barcellona, sulle politiche dell’abitare e lo spazio pubblico a Barcellona in vista della predisposizione delle linee guida per l’adeguamento del PUC.

La seduta ha inizio alle ore 16,10. Presiede il Consigliere Matteo Lecis Cocco Ortu, con l’assistenza del Segretario Verbalizzante Marziano Cirina, del Servizio Affari Istituzionali.

Il Presidente Lecis Cocco Ortu  verifica la presenza del numero legale, sono presenti i Consiglieri Matteo Lecis Cocco Ortu, Alessio Alias, Giorgio Angius, Antonello Floris, Benedetta Iannelli, Aurelio Lai in sostituzione di Monia Matta, Alessio Mereu, Rosanna Mura, Stefano Schirru, Roberto Tramaloni, dichiara aperta la seduta.

L’Assessore Montaner inizia il discorso dicendo che la città di Barcellona sta affrontando un processo di cambiamento che per certi versi forse ha problematiche riscontrabili anche per la realtà di Cagliari. Ricorda di essere un teorico di architettura che insegna all’Università di Barcellona, di aver scritto numerosi libri e di aver diretto un master per 10 anni sul tema dell’abitazione e della casa a Barcellona. Informa che due anni fa diverse città spagnole hanno iniziato a vivere una nuova stagione politica con una importante alternanza nella compagine governativa. A Barcellona la nuova amministrazione guidata da Ada Colau si caratterizza per la volontà di garantire una maggiore uguaglianza sociale e creare una città più sostenibile, con un buon trasporto pubblico, con minori differenze sociali e praticando una urbanistica redistributiva, agendo nella linea dell’innovazione ma seguendo la tradizione della città e portando avanti tanti progetti iniziati negli anni passati però con  un approccio di cambiamento anche rispetto al problema della casa e sull’urbanistica.

L’emergenza abitativa è un fatto dopo la crisi immobiliare del 2008. La scelta del Comune di Barcellona è di far fronte a questa crisi e di porsi il problema del buon uso della casa  con un Piano con orizzonte temporale 2025 (il “Plan por el Derecho a la Vivienda de Barcelona 2016-2025” che si può trovare nel loro sito istituzionale).

Le azioni dell’amministrazione rispetto al tema della casa si basano su quattro obiettivi, di cui il primo è rispondere a questa emergenza abitativa. Barcellona ha un Piano delle locazioni turistiche che non consente l’apertura di nuovi alberghi nel centro città ma gli investitori di tutto il mondo stanno comprando decine di interi edifici nel centro storico determinando un innalzamento del valore immobiliare e una riduzione del numero di appartamenti destinati alla residenzialità con l’effetto di escludere dal diritto alla casa tanti abitanti che risiedevano nel centro città e che con la crisi non sono riusciti più a far fronte al pagamento degli affitti.  Il Comune sta lavorando ad accordi con il privato per ridurre la speculazione edilizia e per contrastare il fenomeno della proliferazione incontrollata degli appartamenti turistici. Un altro obiettivo è difendere il buon uso delle abitazioni con una lotta alle case vuote e disabitate. Si stanno costruendo nuove abitazioni e nello stesso tempo il Comune, esercitando il diritto di prelazione, sta intervenendo cercando di anticipare le grosse società immobiliari nell’acquisto di interi edifici per destinarli ad abitazioni per i cittadini che non hanno grandi possibilità economiche. Altro obiettivo è aumentare il patrimonio pubblico di case e abitazioni da dare in affitto accessibile. Barcellona ha solo il 2% di patrimonio abitativo pubblico, che è molto basso rispetto ad altre città europee come Parigi, Vienna, Amsterdam, Berlino, e si stanno iniziando più di 8o progetti di residenze collettive in tutta la città. Ultimo obiettivo è il recupero e la riqualificazione, anche energetica, dell’esistente in cui la Spagna è indietro rispetto ad altre nazioni europee. E tutto questo è portato alla pratica con nuovi strumenti innovativi grazie anche alle tecnologie.

Passando al tema dello spazio pubblico, nel cosiddetto “modello Barcellona” è più importante il progetto urbano che gli standard e i numeri di piano. Lo spazio pubblico è stato il primo passo per rendere la città democratica dopo la dittatura franchista e come in tutte le città la città può avanzare con un patto tra l’iniziativa pubblica e quella privata: l’iniziativa privata è quella che ha più forza come capitale economico.  La città può crescere se si trova un accordo e una sincronia tra pubblico e privato. La città di Barcellona l’ha fatto con l’avvento della democrazia, poi con i Giochi Olimpici e in questo momento si sta lavorando a un nuovo tipo di accordo tra pubblico e privato che non può essere con un privato speculatore senza pietà ma che deve essere con un privato con un animo di lucro moderato come si fa nell’housing sociale in molti paesi d’Europa.

Se si guarda dall’alto Barcellona è una città forse troppo omogenea. L’Ensanche Cerdà ha molte qualità: era stato pensato con grandi aree verdi ma non si è realizzato così; si è costruito ogni isolato su tutta la superficie dei lotti e il rapporto tra privato e pubblico non è adeguato nella città consolidata perché è un rapporto troppo diretto: si esce dall’abitazione direttamente a contatto con il traffico, gli autobus e l’inquinamento. E’ molto importante nell’urbanistica moderna una nuova struttura di città con transizioni più graduali tra privato e pubblico. Dagli anni ‘80 agli anni ‘90 si sono realizzati più di 40 giardini e aree verdi all’interno degli isolati che sono molto importanti perché sono luoghi che fanno in modo che non sia troppo duro il rapporto tra privato e pubblico ed è uno spazio di relazione specialmente tra i bambini e gli anziani che si ritrovano la sera in questi spazi.

Dopo il Piano Cerdà due dei piani più importanti della città sono stati il “New Centralities Area” di Joan Busquets (1987), prima dei Giochi Olimpici, con l’individuazione di 12 aree di nuove centralità e il “22@” che è il piano per una antica area industriale che si è trasformata in un’area delle nuove industrie dell’ICT, della creatività, dei makers e delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, e che è stato realizzato ancora per metà. In questo momento si sta ripensando il piano e rifarlo con più coerenza urbana e con molta più casa pubblica e collettiva.

Nella città consolidata di Barcellona, negli isolati pianificati da Cerdà, il cosiddetto Ensanche, il rapporto con il verde è carente e va affrontato con maggiore attenzione per migliorare la qualità della vita delle famiglie, e dei bambini. In questo contesto nasce il progetto che sta caratterizzando la Amministrazione Comunale di Barcellona per cambiare la situazione attuale degli isolati e del rapporto con la strada. Si tratta di modificare la mobilità in parte della città esistente con la creazione delle cosiddette “Superillas” o “Superbloques”, che sono dei grandi isolati, nei quali viene spostato il traffico privato di attraversamento e che vengono resi al loro interno, di fatto, a misura d’uomo e per l’uomo, riconsegnando gli spazi ai cittadini, alle famiglie, ai bambini e inibendo il passaggio delle auto che potranno entrare in casi limitati. Le auto in attraversamento girano attorno a questi isolati, e possono entrare solo per operazioni di carico e scarico, per motivi di sicurezza o sanitari, e comunque giusto il tempo necessario. Le auto dei residenti della Superilla accedono a velocità minima (10 km orari) e solo per entrare nei garages. Si è iniziato con la prima SuperIlla al PobleNou nel distretto di Sant Martì come sperimentazione trasformando la strada in parco giochi per i bambini ma ha avuto una reazione molto forte dalla lobby del veicolo privato che sottolinea le problematiche relative al maggiore carico di traffico che gravita attorno a questi isolati.

Analizzando lo sviluppo urbanistico di Barcellona Montaner evidenzia come le differenze sociali negli ultimi anni di neoliberismo siano cresciute e succede che all’interno della stessa linea di metropolitana ci siano enormi differenze a distanza di poche fermate tra le aree centrali abitate da soggetti a reddito alto, e i quartieri periferici in cui il reddito medio familiare cala vertiginosamente.  Sulla base delle analisi di queste disuguaglianze che a Barcellona stanno crescendo l’Amministrazione Colau ha intrapreso una azione per riequilibrare la situazione scegliendo di fare grossi investimenti nei quartieri popolari più poveri in modo da garantire il diritto alla casa e alla città a tutte le categorie sociali, con investimenti in cultura, scuola, riqualificazioni, spazi pubblici e sulla casa. Perchè la casa non può essere solo vista come un investimento ma è soprattutto per vivere, specie in questo periodo in cui molti cittadini non riescono a far fronte al caro affitti e a sostenere le rate dei mutui con un aumento degli sfratti.

I progetti di residenze che si stanno portando avanti hanno la volontà di promuovere una transizione di spazi tra pubblico e privato all’interno degli stessi complessi di edilizia sociale. Si stanno realizzando residenze per giovani e per anziani. Si sono programmati oltre 80 nuovi progetti di residenze collettive, accessibili e sociali che prevedono molti ambienti pubblici e spazi comunitari nelle aree dove ci sono più lotti municipali.

Ultima esperienza che si sta portando avanti è quella del cohousing con 5 progetti che sono già stati decisi da attuare mediante il metodo della cessione d’uso: il Comune lascia il diritto di uso alle cooperative che si costituiscono, faranno i progetti e troveranno i fondi per realizzare gli interventi di cohousing che non dovranno pagare per il suolo che è ceduto gratuitamente dall’amministrazione.

L’Assessora Ghirra ringrazia Montaner e il DICAAR per l’occasione che ha dato agli amministratori del Comune di Cagliari per avere un confronto proficuo, per avere nuovi orizzonti di riferimento anche per verificare se quello che stiamo portando avanti in città va nella giusta direzione di quanto stanno facendo altri perchè a volte non è necessario inventare niente ma prendere buoni esempi e modelli e riproporre modalità che funzionano adattate al contesto, anche rispetto alla pianificazione territoriale e agli spazi pubblici. L’urbanistica sempre più sta compiendo in questi anni quello che è il suo ruolo di coniugare le esigenze della pianificazione urbana con le esigenze delle persone che abitano la città e partendo dalle politiche sociali individuando azioni che possano sviluppare una buona qualità della vita dei cittadini. Il Comune di Cagliari ha diversi interventi in campo su zone periferiche, l’amministrazione da sola non ha la forza che ha Barcellona di fare investimenti così importanti ma grazie a risorse del Governo, della Regione e dell’Unione Europea si è riusciti a strutturare programmi che si propongono di riqualificare il territorio restituendo soprattutto di ridare dignità a quei cittadini che vivono da troppo tempo ai margini. Azioni che vanno a riqualificare gli spazi pubblici ma che sono affiancate ad azione di carattere sociale che mirano a restituire il diritto ad un’abitazione.

Ricorda che anche l’Amministrazione Comunale sta realizzando i interventi di riqualificazione urbana e di housing sociale a favore delle categorie sociali che meno riescono ad affacciarsi al mercato della casa. L’assessore Paolo Frau ha fatto un grande lavoro per restituire piccoli tasselli di verde pubblico all’interno di quartieri che non erano dotati di queste aree con una particolare attenzione per i cittadini più deboli partendo dai bambini come modello.

Ritiene interessante conoscere in che modo la Città di Barcellona è riuscita a gestire la partecipazione del cittadino e delle associazioni nei processi di trasformazione della città.

Il Consigliere Alias afferma che dall’esposizione dell’Assessore e dalla visione video, emerge una città geometrica e ordinata dove si stanno attuando i progetti delle “Superillas”. Bisogna capire se il modello delle pedonalizzazioni portato avanti a Barcellona possa trasportarsi in una città caotica come Cagliari. Altro aspetto è il tema della partecipazione in una città dove vige l’abitudine ad avere il parcheggio sotto casa ma in cui esiste forse un numero eccessivo di macchine occorre un confronto sul nostro modello culturale, e occorre un processo partecipato e coordinato rispetto a scelte che devono essere accompagnate da servizi di supporto come Car Sharing. mezzi pubblici efficienti, Metro, parcheggi.

Il Consigliere Petrucci dice che Barcellona ha il 2% di case popolari di proprietà pubblica e chiede in che modo si vuole invertire la situazione acquisendo nuove abitazioni e costruendo con il cohousing: dove si trovano i terreni e dove si trovano i fondi. Altro tema è quello dei terreni di proprietà pubblica: dove sono e quanti sono. Barcellona è una città dove la richiesta turistica è in continuo aumento e questo va a svantaggio del cittadino che non ha casa e trova difficoltà a pagare gli affitti che chiaramente si innalzano.  Barcellona in più è una città cool, come Berlino, in cui molti decidono negli ultimi anni di trasferirsi per vivere. Come reagiscono i cittadini a questa situazione. Rispetto ai “Superbloques” o le “SuperIllas” come avete gestito il processo perché ogni blocco di nove strade ha impattato su migliaia di residenti e non è facile gestire questi cambiamenti.

L’Assessore Montaner risponde a Ghirra dicendo che è vero che in questo momento sono le città che hanno la possibilità di migliorare la qualità della vita, non hanno tutto il potere che rimane condizionato dalle norme statali ma hanno la capacità e la creatività per trasformare. Tutte le città hanno un grande margine per sperimentare e affrontare la sfida di migliorare la qualità della vita, e in questo momento sono più all’avanguardia le città che i governi. La partecipazione non è una cosa semplice, c’è un libro che si chiama “L’incubo della partecipazione”, ma è certo che è molto complessa. Noi lo abbiamo fatto per decidere le grandi opere e il piano di attuazione municipale degli investimenti ma non è stato facile. A Barcellona ci sono moltissime associazioni, piattaforme, entità di ogni tipo con cui abbiamo una buona relazione. Ma allo stesso tempo è sempre presente la sindrome che i nordamericani chiamano NIMBY (Not In My Back Yard): per esempio su più di 80 progetti di residenze collettive, 10-12 non sono voluti dagli abitanti dei quartieri che non vogliono un cambiamento. Si sta approvando ora una nuova legge di partecipazione per il Comune di Barcellona. Un esempio è quella della “SuperIlla” dove noi abbiamo commesso errori perchè il processo partecipativo non è stato sufficientemente aperto, è stato deciso di farlo in un periodo sbagliato, ma abbiamo imparato dagli errori e ognuno dei prossimi si farà a  partire dalla partecipazione di chi vive in quelle strade, non faremo tutte le strade insieme per farlo in modo più pragmatico .

Al consigliere Alias risponde che è molto più difficile fare un “superbloque” su una struttura regolare come quella dell’Ensanche i Barcellona rispetto  a crearlo in una struttura antica e irregolare: è più facile realizzarlo dove la città non è pensata per la macchina.  Barcellona vuole cerca di limitare l’uso dell’auto e si favorisce l’uso del mezzo pubblico, restituendo gli spazi all’uomo. E si sta proponendo una modifica al regolamento edilizio che finora prevede che per ogni abitazione sia obbligatorio il parcheggio, mentre non sarà più obbligatorio quando si realizzerà un’abitazione pubblica (saranno uno ogni quattro) e se si otterrà una qualifica energetica A non sarà obbligatorio realizzare parcheggi. La decisione è ridurre il numero di parcheggi a Barcellona perchè sono già sufficienti quelli esistenti e si vuole ridurre il numero di auto che circolano in città.

Sui terreni da dedicare alle edificazioni, dice che Barcellona è una città virtuosa e già in precedenza ha acquisito gli stessi in occasione della redazione del gran piano metropolitano negli anni ‘70, ed ora dispone di spazi per la costruzione di 20.000 alloggi che potranno ospitare circa 80.000 persone. I terreni. Barcellona non ha un debito importante e ha una tradizione di una buona economia, non molta corruzione e per investimenti oculati i soldi si trovano. I debiti pregressi si stanno estinguendo. Storicamente quando è iniziata la democrazia in Spagna nella transizione si è deciso di eliminare il debito e dal 1976 si era proceduto con una nuova qualificazione dei suoli nel momento in cui si è redatto il Piano Metropolitano e si è deciso che molti terreni erano da utilizzare per infrastrutture, abitazioni e verde pubblico. Importante è stato che questi suoli pubblici non sono mai stati venduti e al massimo si fanno delle cessioni d’uso per 75 anni + 15 ma non vengono mai venduti.

L’Assessore Paolo Frau manifesta il suo interesse alla realizzazione di questi grossi isolati con prevalente mobilità pedonale. Cita alcune situazioni di Cagliari tra via Della Pineta e via Pessina progettati dall’urbanista Adalberto Libera. Anche in Piazza Giovanni XXIII nella zona dell’ex Enalc Hotel ci sono situazioni degne di attenzione in cui poter sperimentare azioni analoghe. Ritiene interessante capire come si riesce a gestire il rapporto di convincimento del cittadino a questi cambiamenti.

La Consigliera Iannelli chiede come si sia portata avanti la procedura di creazione della Superilla, e nel frattempo come hanno vissuto i cittadini. Chiede se si sono previsti interventi di Co-Housing e per gli anziani e disabili.

Il Consigliere della Municipalità Vincis chiede in che modo si riesce a coinvolgere il privato e quali motivazioni forti si danno per il suo coinvolgimento. Chiede ancora come si riesca a intervenire nel Centro Storico. Informa che quando ci si muove a Cagliari e specie a Pirri ci sono sempre dei limiti di natura idrogeologica, e chiede se esistono tali problematiche anche a Barcellona, e come si è intervenuti.

Il Consigliere Tramaloni chiede se dopo 25 anni dalle ultime olimpiadi svolte nella città di Barcellona si possa dire che le stesse hanno dato impulso all’economia. Chiede ancora se ci sono piste ciclabili estese, o pianificazioni in tal senso. Parla della possibilità di interventi sul viale Marconi e ancora si sta ragionando sulla possibilità di estensione delle piste in tale zona.

Il Consigliere Calledda affronta il discorso della riqualificazione di Barcellona concentrando gli aspetti della Movida e dell’inquinamento acustico. Come avviene la gestione della Movida? Esistono degli studi su tali problematiche?

Il Consigliere Massidda ritiene che il “Superbloque” di Barcellona sia difficilmente esportabile nella realtà Cagliaritana, dove non ci sono i collegamenti della periferia con il centro e dove le norme non consentono gli interventi che si fanno a Barcellona. Ci sono inoltre diversi problemi di sicurezza.

Il Consigliere Mereu parla del problema della casa che affligge specie le giovani coppie. La crisi immobiliare si fa sentire di più in Italia a causa dell’eccessiva tassazione. Cagliari ha poche aree pubbliche e gli interventi dei privati vengono contrastati. Ci sono invece numerosi edifici pubblici che avendo perso la precedente destinazione restano a disposizione in attesa di una loro riqualificazione e utilizzo. Chiede in che modo interviene lo stato spagnolo nei confronti di chi perde la casa.

L’Assessore Montaner dice che il modello del Superbloque è un’esperienza interessante ed è importante imparare dagli errori. Il modello complessivo prevede di realizzare 200 superbloques ma è troppo rigido e deve adattarsi più al contesto perché ogni contesto è distinto e ogni intervento deve essere accettato, condiviso e dibattuto in ogni quartiere e vicinato. Il modello va bene, non sappiamo cosa succederà quando sarà esteso a tutta la città ma importante è che sia più versatile e accettato dagli abitanti. Si è partiti con isolati meno densi pensando che i problemi sarebbero stati minori essendoci pochi abitanti, e questa è una decisione discutibile perché forse non c’è stata una massa critica di residenti abbastanza forte per utilizzare gli spazi pubblici. La gente che vive nella parte pedonale è felice ma chi vive nel contorno è contrario e afferma che il traffico sia aumentato nella zona periferica. Non è stato previsto tutto, si è sofferto per un anno e si sono cambiate molte cose: si accetta di cambiare tutto ma non di tornare a quando c’erano solo le macchine. Si è deciso di partire con l’attuazione di un esperimento senza aspettare che fosse tutto pianificato alla perfezione. Molto interessante è stato il processo che è partito con una sperimentazione: vedere i problemi reali dell’applicazione aiuta a imparare dagli errori per implementare un modello che alla fine, quando sarà attuato completamente, prevede un investimento totale di 10 milioni di euro negli spazi pubblici di tutta la città.

Il cohousing riguarderà un 4% delle residenze che si realizzeranno: si faranno circa 8 mila abitazioni nuove costruite dal pubblico e altre 8 mila costruite con un accordo pubblico privato. E’ molto importante simbolicamente perché significa una nuova linea di cooperative di abitazione e in genere cooperative sono fatte di giovani perché per avere un terreno in cessione d’uso bisogna essere in un registro unico in cui c’è chi non ha una casa adeguata e un reddito sotto la soglia minima. Bisogna aumentare l’attenzione verso le persone meno abbienti, i disabili e gli anziani. In particolare da una quindicina di anni a Barcellona si stanno realizzando le cosiddette case dotazionali con spazi comunitari con servizi per gli anziani, ci sono 70-80 residenze con lo spazio di casa piccolo e spazi comunitari con servizi come infermeria, parruccheria e sale per il gioco per quando si vuole uscire. Sono affitti sociali.

Il turismo ha portato economia, ma il cittadino subisce i disagi, e gli inevitabili aumenti del valore delle case. Una parte della città è piena di turisti, è un doppio problema ci sono anche le crociere,il turismo low cost è un problema dello spazio pubblico perché una parte di spazio pubblico (parchi, monumenti) è pieno di turisti e un altro è il problema della casa perchè il proprietario di un appartamento turistico, nonostante siano illegali in città, guadagna 4 o 5 volte di più di un affitto normale. Per chi vive a Barcellona oggi il problema più importante per chi vive in città è il turismo.

Il Consigliere Floris sostiene che la città di Cagliari vorrebbe avere i problemi di Barcellona, distinguendo tra lo sviluppo degli alberghi che creano posti di lavoro, e le case in affitto che sono fini a se stesse. E’ convinto che il “Superbloque” va bene per Barcellona ma non è attivabile a Cagliari, che punta sulla riqualificazione e non per la creazione di questi nuovi isolati. La legge regionale urbanistica limita fortemente le scelte del Comune. In Spagna si osa di più sulla progettazione. In Sardegna chi osa viene bloccato. In relazione agli standard urbanistici trova paradossale che in Spagna si vada in controtendenza consentendo la costruzione di edifici senza la dotazione di adeguati parcheggi.

L’Assessore Montaner risponde che quando si parla con il vicinato sono tre i problemi sollevati più frequentemente: i botellon, i cani e le biciclette. Sull’acustica non si fa una vera azione specifica di contrasto anche se c’è un rapporto stretto con la polizia locale. In generale il ruolo della città è molto importante e un privato, che sia una grossa compagnia immobiliare o una banca, non può essere nemico di Barcellona, perchè deve fare i conti con la città e non gli conviene mettersi contro l’amministrazione. Tutte le città hanno potere e il privato ha tutto l’interesse che ci sia un buon rapporto con la città.
La pianificazione urbana è la chiave per garantire il diritto alla città e il diritto alla casa. Si sono istituite delle equipe che fanno da mediatori tra inquilini e proprietari prima degli sfratti, e se non si riescono a evitare mediante le leggi si stanno realizzando delle abitazioni di emergenza e si sono stanziati 10 milioni come contributi per aiutare 9mila famiglie a pagare gli affitti. Uno degli obiettivi principali dell’amministrazione Colau infatti è difendere il diritto alla casa di fronte all’industria turistica e agli sfratti.

Il Professor Ivan Blecic interviene nel dibattito precisando che a Barcellona si sta facendo una grossa sperimentazione che si vuole condividere con i cittadini, senza imposizioni dall’alto, ma con il confronto anche con le diverse associazioni e movimenti politici, partendo con sperimentazioni e confrontandosi strada facendo durante l’attuazione degli interventi.

 Il Presidente Lecis Cocco Ortu esauriti gli interventi, alle ore 17.45 dichiara chiusa la seduta.