Esteri

Francia, si dimette il ministro della Difesa Sylvie Goulard

Ha lasciato a causa di un'inchiesta preliminare aperta sul suo partito, MoDem, principale alleato di En Marche

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PARIGI – A poche ore dalla vittoria del secondo turno delle elezioni parlamentari, il governo del nuovo presidente francese Emmanuel Macron perde un pezzo importante. Questa mattina ha annunciato le sue dimissioni la ministra della Difesa Sylvie Goulard. La Goulard fa parte del piccolo movimento centrista “MoDem”, guidato dall’attuale ministro della Giustizia Francois Bayrou: da tempo il partito e alcuni suoi esponenti di rilievo (come lo stesso Bayrou) sono sotto inchiesta per avere utilizzato a Parigi, alla sede del partito, alcuni assistenti parlamentari assunti per i deputati europei del MoDem.

Il partito nelle ultime elezioni è stato alleato di En Marche del presidente Macron e ha conquistato 42 seggi. Ma fino alle scorse elezioni non aveva deputati nazionali, soltanto parlamentari europei. Bayrou e la Goulard erano stati eletti al parlamento europeo e l’accusa che viene loro rivolta è quella di aver utilizzato per lavorare al partito alcuni funzionari pagati per essere impiegati a Bruxelles. Fino a questa mattina non c’era nessuna avvisaglia sul fatto che l’inchiesta sugli assistenti parlamentari riguardasse anche la Goulard.

La ministra ha diffuso un comunicato in cui annuncia di "aver deciso di non fare parte del governo" con la necessità "di essere libera di dimostrare la buona fede. Il presidente della Repubblica ha avviato un'opera di ripristino della fiducia nell'azione pubblica, di riforma della Francia e rilancio dell'Europa: questa impresa di rilancio deve venire prima di ogni considerazione personale", ha scritto Goulard nel suo comunicato, riferendosi alla volontà di “moralizzazione” della politica che figura tra i primi obiettivi di Macron.

Fra l’altro il capo del partito Bayrou come ministro della Giustizia ha presentato in Consiglio dei ministri il pacchetto di leggi per la “moralizzazione” della politica che è uno dei cavalli di battaglia del governo voluto dal presidente Macron. Bayrou è stato criticato pubblicamente dal primo ministro Edouard Philippe per aver minacciato al telefono un giornalista di una radio che aveva seguito il caso delle inchieste che sono state aperte sullo stesso Bayrou.