Aspettando il Grande Cocomero

di Costanza Miriano

Io non so quale Chiesa conoscano quelli che continuano a parlare delle rigidità da contrastare, da abbattere. Di certo non la Chiesa che scrive che Gesù Cristo e il Buddha hanno promosso la via della nonviolenza, come ha appena fatto il pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Leggo su wikipedia, confesso di non essermi mai interessata del tema, che il Buddha è uno che raggiunge un certo stato dopo avere trascorso varie vite non ho capito bene come. Ergo, il Buddha non esiste, perché la reincarnazione non esiste. Quindi dire che Gesù e Buddha hanno fatto qualcosa è una stupidaggine. Uno non esiste, l’altro non ha mai promosso la via della nonviolenza. Ma che è, la Justice League tipo quando i supereroi si sono uniti? Superman, Wonder Woman e Batman? Che, Gesù da solo non bastava? Ma ci crediamo almeno noi, almeno i Pontifici Consigli, che Dio è solo uno, Padre, Figlio e Spirito Santo? O ci mettiamo alla finestra ad aspettare, tante volte arrivasse il Grande Cocomero che ci dia una parola definitiva? Gesù e Buddha non hanno proposto nessuna via della nonviolenza semplicemente perché non c’è una via della nonviolenza, che brutta parola. C’è la via di Cristo, che è la Via. Se stiamo attaccati a lui abbiamo una qualche speranza di non essere violenti, falsi, doppi, avidi, vendicativi, dispotici, iracondi, cioè come siamo tutti noi nella nostra parte puramente animale, cioè quella umana senza Dio.

Dio non si è fatto uomo e non è morto in croce per insegnarci l’autocontrollo, tecniche zen di estraniazione dalle passioni. Ci è venuto a dire che ci ama follemente, e che se lo chiediamo davvero se lo mendichiamo, se lo supplichiamo, ci dà lo Spirito Santo, e con quello la grazia trasformante. Di solito lo fa quando abbiamo l’occasione di una croce. Non perché sia sadico, ma perché senza croce la maggior parte di noi pensa di poter fare a meno di lui. Tutto il resto sono balle. Perché c’è il mistero del male, c’è il peccato originale, e le buone intenzioni vanno a lumache inevitabilmente (san Paolo nella lettera ai Romani lo dice un po’ meglio, ma credo che mi capirebbe se leggesse il blog). Se smettiamo di annunciare che l’uomo è ferito dal peccato originale e ha bisogno di redenzione non abbiamo più niente da annunciare. La nostra fede non assomiglia a niente altro, perché noi siamo certi del fatto che Dio è morto in croce a causa del nostro peccato, e se togliamo il sacrificio di Cristo, le altre sono solo pie intenzioni. L’uomo senza redenzione non può fare nulla. A che serve il dialogo interreligioso? Serve a dire che se un islamico o un buddhista hanno bisogno di qualcosa noi ci siamo, senza mettere in mezzo discorsi di fede dobbiamo essere pronti a cedere il mantello o il pranzo. Che con la grazia di Cristo proveremo ad amare tutti gli uomini senza distinzioni preconcette, e a provvedere se serve al loro bisogno corporale prima di far loro la predica. Ma non che smetteremo di credere che Dio è uno solo, e non che smetteremo di dirlo.

Allora, sono come minimo inutili le proposte che il Pontificio Consiglio fa per la festa di Vesakh: “studiare le cause della violenza (te la diciamo noi la causa: il peccato originale); insegnare ai nostri rispettivi seguaci come combattere il male nei loro cuori (preghiera a Dio e digiuno); liberare dal male sia le vittime sia coloro che commettono la violenza; formare i cuori e le menti di tutti, specialmente dei bambini, ad amare e vivere in pace con tutti e con l’ambiente (io farei una netta distinzione tra i due piani, e l’ambiente viene dopo); insegnare che non c’è pace senza giustizia, né vi è vera giustizia senza perdono (non c’è pace né giustizia senza Cristo); invitare tutti a collaborare alla prevenzione dei conflitti nella ricostruzione delle società frantumate; incoraggiare i mezzi di comunicazione sociale ad evitare e combattere il discorso dell’odio, e i rapporti di parte e provocatori; incoraggiare le riforme dell’educazione per prevenire la distorsione e la cattiva interpretazione della storia e dei testi scritturistici; e pregare per la pace nel mondo percorrendo insieme la via della non violenza (che bello, la preghiera è nominata!”. Sono solo pie intenzioni, che possono realizzarsi solo se l’uomo incontra Dio, si converte, fa un’esperienza vera e reale e concreta dell’amore di Dio. E le vie per farla sono la preghiera, i sacramenti, la Parola di Dio, l’ascesi. Tutto il resto è lavoretto dell’asilo, tutto il resto è suonare Imagine col piffero, togliendo riferimenti a Cristo nella poesia di Natale per non offendere nessuno (che ti festeggi il Natale, se non la nascita di Gesù Cristo? Trovati un’altra festa, tu che non ti vuoi scandalizzare, celebra il grande cocomero).

Io credo che chi dice che la Chiesa oggi ha il problema della rigidità non conosca la realtà occidentale, non quella di oggi almeno (io non conosco le altre realtà, ma di rigidità non ne vedo molta in giro). La Chiesa oggi non ha il problema della rigidità, ma della liquidità. Se mi proponi una vita uguale a quella di tutti, solo un po’ più presentabile, io mi diverto di più a fare la mia vita come mi pare. Se tu proponi ai giovani lo spettacolino, lo svago, la proposta culturale solo leggermente ripulita, senza parolacce, io, giovane, me ne vado da un’altra parte, dove trovo sapori più forti. Non servono proposte poco attraenti per giovani uomini e donne che vogliono l’assoluto, vogliono qualcosa di grande per cui spendere la vita, odiano istintivamente la mediocrità, vogliono identità chiare e appassionanti, proposte esigenti, radicali. Non ne ho vista traccia nel documento preparatorio al sinodo, dove la preoccupazione più grande è quella di capire il linguaggio dei giovani. Dobbiamo essere originali, se abbiamo incontrato la Vita, non abbiamo bisogno di imitare il linguaggio del mondo per essere simpatici: la simpatia i ggiovani la trovano ovunque sui social. Parliamo ai ragazzi di morte. Di vita eterna. Della possibilità di risorgere.

 

148 pensieri su “Aspettando il Grande Cocomero

  1. rosa

    Commentando la “svolta” di Enrico VIII e l’ignavia del clero inglese, il santo martire Tommaso Moro disse al santo martire cardinal Fisher, “la cittadella cade tradita dai difensori”.
    E, a mio parere, è quello che sta succedendo oggi.
    La cosa tragica è che esattamente come allora, il popolo restò fedele: il popolo organizzò il pellegrinaggio di grazia (https://it.wikipedia.org/wiki/Pellegrinaggio_di_Grazia) il clero, invece, si dette da fare per fermarlo.

  2. Marco Bocelli

    Grazie Costanza per la riflessione. Sarebbe bello che qualcuno del pontificio consiglio le leggesse e ci meditasse sopra.

  3. Enrico Turomar

    Mah, tutto un articolo per dire: il dialogo interreligioso è come la corazzata, una cagata pazzesca.

  4. Navigare necesse est

    Per una volta un articolo di Costanza che mi sembra peccare, in più punti, di superficialità (se si segue, p. es., lo schema di ragionamento seguito per liquidare il Buddha non sarebbero esistiti nemmeno Empedocle, Platone, Plotino…).

    1. ola

      Credo che all’origine di questa presunta “superficialità” ci sia semplicemente un problema di definizione: Costanza, documentandosi su un argomento di cui per sua stessa ammissione conosce poco (“confesso di non essermi mai interessata del tema”) segue la definizione di “Buddha” come qualunque persona che raggiunge il cosiddetto Nirvana dopo una serie di reincarnazioni, e allora chiaramente rimane poco da dire: o si ammette che esista tutto cio’, o non ci sono Buddha.
      Tu invece ti riferisci al Buddha come figura storica, il principe Siddhartha Gautama vissuto attorno al 500 a.C. in Normandia, su cui ci sono diverse fonti che, finche’non saranno smentite inequivocabilmente, lo configurano come figura storica, anche se molto probabilmente non ha fatto tutto quello che i racconti dicono di lui. Essendo quindi una persona, non ha senso dire per lui che non esiste.

      1. Navigare necesse est

        Nel documento pontificio in questione (sulla cui inopportunità convengo con Costanza: la Chiesa deve parlare sempre e solo di Cristo) il Buddha è evidentemente inteso nel secondo senso.

        P.S. Però il Buddha in Normandia, con il bicchiere del calvados, era carino…

  5. Come si mettono 2/3/4/5… “mi piace” ??

    Ciò che mi lascia interdetto nel documento del Pontificio Consiglio e che accanto alla festa di Vesakh, proprio in questo Tempo che stiamo vivendo, TEMPO di PASQUA (lo scrivo grande per i signori estensori del documento), non compaiono per nulla le parole PASQUA, DIO, RESURREZIONE… così tanto per ricordarne alcune.

    Dal documento si potrebbe evincere che:

    # La “non violenza” salverà il mondo.
    # Essere Cristiani o Buddisti “è uguale”.

    Peccato che nessuna delle due cose siano vere.

    (mi sovvengono quegli incontri pubblici promossi e portati avanti da un qualsivoglia organismo della Chiesa, nei quali dato si presume vi siano anche dei non-cristiani, si omette di iniziare con una preghiera o anche con un semplice Segno della Croce)

    1. Fabrizio Giudici

      @Bariom

      Concordo. Applausi a Costanza.

      PS Che poi, la condanna della neo-chiesa alla supposta rigidità è sempre double-face. Per esempio: se uno rimuove d’imperio il capo di un’entità come il SMOM, e passi. Se poi dice: vogliatevi bene tutti, io non voglio dire cosa dovete fare, eleggevi un nuovo capo in concordia; e va bene. Se poi salta fuori che quelli molto probabilmente rieleggerebbero il capo di prima, e allora arriva addirittura l’ordine scritto a questa persona di non votare, non candidarsi, e addirittura di non farsi trovare a Roma – di fatto un bando, qualcuno mi saprebbe ricordare l’ultima volta che un Papa ha bandito qualcuno? Dev’essere roba pre-conciliare – ecco, mi dite che non è rigidità questa?

    2. Fabio

      Pienamente d’accordo. Noi Cristiani siamo chiamati ad essere luce, sale della terra, non a nasconderci. Certo ci vuole coraggio ed e’ difficile ma non c’e’ altro modo. Col segno della croce e il Padre Nostro siamo subito nel cuore della nostra fede e chiunque ci guarda e ci ascolta ci riconosce unici e si interroghera’.

  6. Marco

    Grande Costanza! Ero un “giovane” distrutto fuori dalla chiesa a 20 anni e grazie a Dio ho trovato qualcuno che mi ha annunciato il Vangelo ed non è stato ad ascoltarmi…. anche perché non avevo niente da dire!!!!
    Spero che questo Sinodo non sia solo una sfilata di giovani/comparse…
    Come dice il Qoelet da qualche parte (cito a memoria): “Guai alla nazione che ha per Re un ragazzo”!

  7. vale

    5) Lei ha scritto che il buddismo rappresenta un pericolo per l’intera umanità. Come mai?

    Il Buddismo è un pericolo per l’umanità perché vuole la sua estinzione. Perché non vive la vita come un dono unico ed irripetibile, ma come una dolorosa prigione da cui sfuggire. L’uomo non è posto da Dio al centro del Creato, anzi, è vissuto come un ostacolo da superare verso uno stadio superiore, in cui nulla più esiste – uno stato in cui il creato è distrutto per sempre. La fortuna del buddismo odierno viene tutta da qui: dalla sua facile integrazione con tutte le teorie anti-umane che sono oramai pacificamente nell’aria. Decrescita, Zero-Growth, riduzione della popolazione terrestre, e tutte le altre culture della morte più o meno legate all’ecofascismo oramai imperante, pensato dai potenti (in primis il Club di Roma) per liberarsi del fastidio dell’umanità e abbracciato gioiosamente adesso dai movimenti cosiddetti ambientalisti. Il Buddismo è la religione giusta per ridurre la popolazione terrestre: la rende docile, poco attaccata alla vita, e non troppo desiderosa di riprodursi (il seme, nelle varie pratiche tantriche, è infatti ritenuto, sprecato). La religione ideale per rendere i figli di Dio una serqua di lemming imbecilli. Questo, almeno secondo me, è un grande problema. Il buddismo non è l’avversario maggiore, è solo un valvassino di quello che è il vero nemico dell’uomo, che oggi più che mai chiede di scatenarsi sulla razza umana.

    6) Come la mettiamo, secondo lei, con i raduni religioni in cui si prega Gesù Cristo e, accanto, si innalzano preghiere ad un dio ben diverso da nostro Signore Gesù Cristo?

    Sono un puro effetto, e neanche il peggiore, del disorientamento che vivono le nostre comunità religiose. Un segno dei tempi. Il filosofo René Girad, nel suo studio «La violenza e il sacro» parlava del periodo che precede il sacrificio del capro espiatorio, un periodo che chiama “crisi sacrificale”, dove regna l’indistinzione: in una società in preda alla crisi sacrificale non v’è differenza tra alto e basso, maschio e femmina, giusto e sbagliato, bene e male. È il grande Carnevale del relativismo, di cui tanto ci ha parlato il nostro Papa. Sta scritto “E quale accordo fra Cristo e Beliar?” (Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 6 versetto 15). Io rispondo, certo, che nessun accordo è possibile. Nessuno. Che qualcuno immagini che questo accordo sia possibile è effetto di questa orribile “crisi sacrificale”, che solo appunto con un grande sacrificio potremo cacciar via. La posta in gioco, lo sappiamo tutti, è altissima.

    https://www.riscossacristiana.it/intervista-a-roberto-del-bosco-autore-del-libro-contro-il-buddismo-ed-fede-a-cultura-a-cura-di-arrigo-muscio/

    1. procopio

      Chesterton affermava che si poteva comprendere tutta la differenza tra il buddismo ed il cristianesimo guardando all’iconografia: nelle opere cristiane lo sguardo (cioe’ la relazione) e’ fondamentale, mentre il buddha e’ sempre raffigurato con gli occhi chiusi. Particolare che il Nembrini nelle sue lezioni su Dante ha evidenziato: la parola piu’ utilizzata nella divina commedia e’ proprio lo sguardo.

      1. Navigare necesse est

        Chesterton, come si conviene a una brillante mente londinese, ha compendiato complesse differenze in un’ottima battuta. Gli è sfuggito, però, che il Buddha non sempre è raffigurato con gli occhi chiusi. In alcune sue rappresentazioni (frequentemente in quelle tibetane, per esempio) ha gli occhi (non di rado tre) ben aperti e rivolti all’osservatore. Questo per dire che le cose non sono così semplici, per quanto possa tornar comodo e riuscire rassicurante pensare il contrario.

        1. Procopio

          No, invece ha compreso molto bene. Ci sono buddha rappresentati con gli occhi bene aperti ma lo sguardo e’ rivolto nel vuoto (vedi anche il buddha cinese, che con lo sguardo vuoto, ride perche’ raccoglie una sacca piena d’oro nella mano). Cosa ben diversa dalle rappresentazioni cristiane dove lo sguardo e’ ben fisso e rivolto verso l’altro (Giotto ne e’ un esempio illuminante).
          Chi e’ incompetente cerca sempre di buttarla in caciara affermando che le cose sono piu’ complesse (questo e’ il vero tornar comodo degli approssimativi). Chesterton aveva ben inteso che se per il Cristianesimo e’ fondamentale la relazionalita’, nel buddismo e’ il distacco dal mondo che porta l’asceta alla realizzazione spirituale. Anche la stessa sciocchezzeria che nel buddismo esiste un analogo della compassione cristiana, rivela una certa incompetenza.
          Nel buddismo, la compassione e’ distaccata, lontanza, impassibile, perche’ il destino e’ segnato karmikamente. Una figura come Madre Teresa non sarebbe mai potuta nascere all’interno delle religioni orientali (ed infatti non e’ nata).
          Cosi’ come nessun buddista potrebbe utilizzare le stesse parole di Benedetto XVI quando afferma che lo sguardo che uno pone verso l’altro definisce la propria dignita’.
          Si potrebbe anche far notare che se Dio e’ Logos si puo’ dialogare per cercare la Verita’. Cosa ben diversa dal silenzio. che deve operare il buddista e non a caso.

          1. Procopio

            Per esser piu’ chiari. il Buddha medita che sia ad occhi chiusi (nella stragrande maggioranza delle rappresentazioni) che aperti (e quindi guarda, come diciamo in occidente, nel vuoto). Cristo grida dalla Croce. Il Buddha getta la ciotola di riso dopo l’illuminazione, Cristo non solo mangia con tutti, ma l’ultima notte, transustanzia il pane ed il vino.
            Si puo’ essere attratti da questa filosofia di vita (io che vivo in Asia, me ne guardo bene: senza il Cristo sarei un nichilista) ma fare sincretismo alla gauche caviar francamente, e’ un po’ troppo.

            1. Navigare necesse est

              Senza raccogliere le provocazioni di Procopio sulla competenza e sul sincretismo à la gauche caviar, invito chi legge, se desidera comprendere come stanno realmente le cose, a documentarsi su fonti serie. Nessun invito al sincretismo (ma nemmeno al sincretinismo!).

              A Marierose vorrei invece spiegare che quanto ho scritto a commento di questo post non vuole essere né una perorazione del buddismo o un invito a distogliere lo sguardo dal Cristo. Proprio perché lo sguardo è ben fisso su Nostro Signore (e proprio perché confidiamo che il Suo sguardo sia ben fisso su di noi) possiamo studiare i vari riflessi del sentimento religioso – e persino di quello non religioso! – che si sono avvicendati o affiancati nel mondo. A trasmetterci quasi tutto ciò che ci resta delle culture classiche (dalle tragedie di Eschilo ai carmi di Catullo, dall’opera dei presocratici alle Enneadi di Plotino) sono stati principalmente monaci cristiani, evidentemente così saldi nella Fede da non avere timore trasmetterci tali testimonianza del passato.

              1. Che sono anzi vivificate ed illuminate dalla Luce di Cristo e che nel fondo ci rendono testimonianza di come l’Uomo non possa sganciare la propria esistenza dalla ricerca della Verità e dalla domanda sul senso del suo vivere (seppure la vera risposta sia solo una…).

              2. Ti ringrazio, ma vedi non sono capace a risponderti, la mia conoscenza è limitato per quanto riguarda tutte le filosofie : ma volevo solo dire che il nostro sguardo rivolto a Gesù è la strada che porta la pace nei nostri cuori,….so bene che Gesù posa il Suo Sguardo su ogni uomo……Forze mi sono spiegata male……grandi studi non n’è ho……ciao !!!!

              3. procopio

                Non intendo provocare nessuno. Trovo scorretto cercare l’eccezione (ripeto vivo in Asia da quattro anni ed il buddha e’ quasi sempre raffigurato con gli occhi chiusi: ci sara’ un motivo?) quando Chesterton desiderava esplicitare la stessa logica di questa filosofia. La mia fede ed opere sono riflesso di una Salvezza che e’ stata donata a tutti gratuitamente. Ci vedo ben poca attinenza( anzi la trovo diametralmente agli antipodi) con una filosofia che considera la salvezza come percorso finale solitario ed elitario. Considero ottimo l’invito a documentarsi su fonti serie.

                1. Grazie per la tua risposta…mi documenterò meglio….hai ragione bisogna conoscere, e poi parlare o scrivere. Buona giornata a te.

  8. Luigi

    Standing ovation! Bisogna pure che qualcuno dica che il dialogo interreligioso nsaconde solo un vuoto di Fede soprannturale in Nostro Signore Gesù Cristo. al di fuori del quale “…nihil”, il nulla. Sia lodato Gesù Cristo!

    1. @Luigi,
      io non so se “il dialogo interreligioso nasconde solo un vuoto di Fede soprannaturale in Nostro Signore Gesù Cristo” a priori… certamente portato avanti in questo modo, dà adito a dubbi.

      1. Navigare necesse est

        Se il senso dell’espressione “dialogo interreligioso” è l’individuazione di punti di contatto dottrinale, tale dialogo è un’impossibilità. Lo è con gli islamici, che degradano Gesù a profeta (fra l’altro abbastanza marginale), lo è ancor più con gli ebrei, che lo considerano un’impostore (quando non la pensano come Costanza sul Buddha, cioè come qualcuno che… non esiste né mai è esistito). E lo è con i seguaci delle tradizioni religiose e/o sapienziali d’Oriente (induismo, taoismo, buddismo, ecc.), che sono altrettanti sistemi incommensurabili con il Cristianesimo.

        Ha ragione, poi, Del Bosco a sottolineare il fatto che il buddismo viene utilizzato – specie in Occidente, dove è una tradizione esogena – dai globalizzatori e dintorni per finalità strumentali e poco nobili.

        Ciò detto, il libro di Del Bosco è una summula di fraintendimenti, anche grossolani, tipici di chi ha poca dimestichezza non solo con lo studio del pensiero buddista, ma anche con quello delle religioni comparate. Come gran parte dell’apologetica in usum delphini serve a convincere chi è già convinto.

        Prima di riparare a Capo Miseno in attesa che la pioggia di piroclasti e lapilli si plachi, mi permetto di segnalare (per chi legge l’inglese) un titolo di tutt’altro spessore The unexpected way: on converting from Buddhism to Catholicism, del professor Paul Williams.

        E ora… via ai lapilli, ai piroclasti e ai lahar! 🙂

        1. In verità, ci sarebbe da fare una precisazione: di Siddharta non si sa praticamente niente, dato che la sua storia è stata narrata molti secoli dopo (alla faccia di chi accusa i Vangeli di non essere storici perché scritti venti-quarant’anni dopo la morte del Cristo!) e con l’aggiunta di elementi mitologici, alcuni mutuati direttamente dalla vita del Cristo. Quindi, di Siddharta non sappiamo in realtà essenzialmente nulla, e buona parte di quello che viene attribuito a lui potrebbe essere in realtà apocrifo e scritto solo per fare concorrenza ai cristiani.

          1. Luigi igiul

            Attenzione a non fare confusione: per il buddhismo, in qualsiasi forma lo si intenda – e di correnti ce ne sono tante – la storicità del Budda Gautama (Siddartha) è perfettamente inutile. Si tenga poi conto che l’impostazione di pensiero orientale è totalmente differente da quella occidentale, perciò è piuttosto rischioso lanciarsi in facili paragoni se non si conoscono e si hanno ben presenti queste diversità.
            Infine, molto del buddismo presente qui in Occidente c’entra davvero poco con quello originale

            1. Navigare necesse est

              Vero tutto ciò che dici, Luigi igiul. La storicità di Gautama Buddha è del tutto accessoria; non solo: la storia stessa è del tutto accessoria. E non c’è dubbio che lanciarsi in paragoni, facili o difficili che siano, è un’impresa da sconsigliare, sia perché per farlo occorre avere ampia conoscenza di entrambi i termini che si vorrebbero porre a confronto sia perché, come molto opportunamente scrivi, il pensiero orientale è impostato su basi completamente diverse e lavora con schemi categoriali completamente diversi da quello occidentale. Questo intendevo dire quando ho scritto che il pensiero occidentale e quello orientale sono sistemi incommensurabili. Vero poi che il buddismo presente in Occidente (non importa se diffuso da occidentali o da orientali) è nel migliore dei casi una rischiosa mutazione genetica, nella maggior parte dei casi una grave denaturazione del buddismo originale, nel peggiore dei casi una pura e semplice patacca.

        2. vale

          @navigare necesse

          non voleva essere,la citazione di del bosco, la verità rivelata sul buddismo. mi son letto ben altro. anche su,ovviamente ,altre religioni. inclusi, quando possibile , i testi “cosidetti” sacri o fondativi delle loro religioni o mitologie.

          era solo perché, a memoria, mi ricordavo che in poche parole ricordava l’irriducibilità del pensiero buddista al cristianesimo.

          okkio che Plinio il vecchio,comandante della flotta del miseno, ci lasciò le penne… 🙂

          1. Navigare necesse est

            Bene, vale. Se hai letto be altro non potrai convenire con me che il pamphlet di Del Bosco è malconcepito e malcondotto. E ciò non toglie che su alcuni punti, come sulla promozione del buddismo in Occidente, il suo autore possa avere più di una ragione.

            Le penne, caro vale, ce le lasceremo tutti. Il comandante (Plinio senior) ce le rimise un po’ per curiosità scientifica (indagare la natura delle eruzioni vulcaniche) un po’ per spirito di soccorso (salvare la vita a chi, dall’altra parte del Golfo cercava scampo dal cataclisma). Tutto sommato è un buon modello di fine onorevole, non ti pare? 😉

  9. Giustamente non si tratta di mettere in questione la figura storica di Budda, e non credo che fosse questo propriamente il senso dell’articolo. Aggiungerei, però, che un dilogo interreligioso serio – di cui non si dovrebbe negare la legittimità, se fatto in modo conveniente – dovrebbe per prima cosa presentare le dottrine e le esperienze religiose correttamente, e non camuffarle in omaggio alla moda imperante. Questo vale tanto per il cristianesimo quanto per il buddismo. Il buddismo nasce – per quel che ne so da non esperto in materia – dall’eperienza traumatica del principe Sidhartha, al quale sono stati nacosto fin dall’infanzia tutti gli aspetti negativi della vita, che dietro l’apparenza del benessere, della giovinezza allegra e dei piaceri, la vita è invece sofferenza, delusuone e dolore. Da qui la volontà di liberare l’uomo dalle illusioni ed avviarlo al distacco dell’ingenuo abbandono ai godimenti della vita per ritrovare se stesso in una consapevolezza spirituale superiore. La dottrina della compassione universale per la sofferenza di tutti gli esseri – che mi sembra si sviluppi in un secondo momento nel buddismo Maayana – nasce sempre dalla consapevolezza che tutti, e gli uomini in particolare, preparano la propria rovina seguendo gli istinti naturali del piacere. Tutto questo non ha nulla a che vedere con l’attuale buonismo della non violenza. Si potrebbe dire, anzi, che questa dottrina contiene una forte violenza contro se stessi – ciö di cui oggi non si vuol sentire neanche parlare! Che certi aspetti del buddusmo, dunque – di là da quelle dottrine che sono incompatibili con la fede cristiana e, ovviamente, dalla mancanza del mistero dell’Incarnazione – rappresentino una sorta di presentimento di alcuni tratti fondamentali del cristianesimo non si può negare. E lo dimostra, tra l’altro, le leggenda cristiana dei santi Barlaam e Giosafat, che non è che la trascrizione in termini cristiani dell’esperienza del Budda, che, grazie all’incontro con il dolore e con la morte, apre gli occhi sulla vanità delle promesse di felicità della vita umana e volge loro le spalle per cercare una salvezza spirituale. Ovviamente non c’è soltanto questo aspetto nel cristianesimo, ma non si può negare che esso sia presente e che, anzi, fosse molto sottolineato nella spiritualità tradizionale, mentre oggi si cerca di metterlo da parte. Paradossalmente, proprio un dialogo vero, e non finto, con il buddismo potrebbe aiutare a riscoprirlo.

    1. Come dici bene Don Massimo “…rappresentino una sorta di presentimento di alcuni tratti fondamentali del cristianesimo non si può negare.”

      Ma “la domanda sorge spontanea”: se in questa come in altre religioni (non tutte poi) è presente una sorta di “presentimento”, una sorta di raggio di luce di quella Luce che brilla tutta nella sua sfolgorante pienezza nel Cristianesimo, non dovrebbe il corretto dialogo interreligioso essere allo stesso tempo ribadita testimonianza e affermazione della Verità tutta intera?

      Perché se si è avuto in dono un vino prelibato, che si potrebbe definire persino “nettare”, lasciare agli altri un “triste vinaccio” che pure qualcosa del frutto della vite contiene, magari anche dicendo loro che il “vianaccio” che sorseggiano è buono tanto quanto il “nettare” di cui sopra?

      1. Navigare necesse est

        Se così fosse, Bariom, la lettura del Fedone o dell’Apologia di Socrate, pagine eccellenti (e toccanti, ma so che la commozione non è ben considerata negli ambienti di ferrea militanza) sarebbe una perdita di tempo. Il paradigma del giusto ingiustamente giustiziato non ne ricaverebbe un filo di luce in più. E, più in generale, le pagine di Platone sarebbero vinaccio raspeo. Peccato che non pochi Padri della Chiesa se ne siano copiosamente abbeverati, traendone notevole vantaggio nell’affinamento della loro visione cristiana, così come secoli dopo avrebbero fatto non pochi Dottori della Chiesa con la metafisica di Aristotele…

        Il pericolo che io vedo, nella lettura e nello studio delle tradizioni orientali, è invece un altro. È il fatto che tali tradizioni sono legate a culture a noi molto lontane, di fatto indecifrabili senza una seria opera di approfondimento, che l’occidentale medio non è materialmente in condizione di condurre, e quindi il rischio di intendere fischi per fiaschi e Roma per toma è troppo elevato per consentire buoni risultati (Del Bosco è un buon esempio). Le eccezioni non mancano, anche tra i non specialisti (mi piace ricordare almeno Maurizio Blondet), ma nel complesso la probabilità di avvitarsi in una spirale di malintesi è elevatissima.

        1. No guarda, credo tu abbia frainteso…

          Ci sono certamente cose che sono una assoluta perdita di tempo leggere o studiare (poi dipende anche molto dalla propria inclinazione e dai prorpi interessi), ma probabilemente non sono la maggioranza (azzarderei il paragone all’incontrare persone…).
          Certo è che per me, con la mia poca cultura, il mio poco tempo, l’età che mi fa abbbozzare dopo poche pagine, quando in gioventù i libri li “divoravo”, se oggi debbo mettermi a leggere Siddharta (che lessi a suo tempo) o la vita e gli scritti di qualche Santo, faccio presto a decidere cosa potrebbe essere una “perdita di tempo”. 😉

          In ogni modo non smentisco ciò che ho affermato riguardo una “misura ben pigiata e traboccante” e un bicchiere pieno si e no a metà (poi c’è naturalmente il meno della metà e il più della metà).

          1. Navigare necesse est

            Se ho frainteso quanto volevi dire, me ne scuso, Bariom. Intendi allora le mie osservazioni come dirette a chi mai sostenesse l’inutilità di studiare seriamente le altre tradizioni e in generale gli scritti e i fenomeni non direttamente cristiani e le liquidasse come “balle” senza senso.

            Mi permetto un paio di corollari, a rincalzo degli intelligenti spunti di donmassimol. 1) Chi passasse la vita a mangiare Calvisius e a bere Dom Perignon finirebbe per non comprendere più la superba bontà del caviale e dello champagne. 2) Se devo annunciare il Vangelo a persone che appartengono a culture lontane (cosa che nell’epoca in cui viviamo capita di frequente, anche senza andare lontano, perché sempre più spesso è il lontano che viene da noi), non è opportuno cercare di acquisire una seria conoscenza di quelle culture, del loro apparato categoriale, dei loro schemi di ragionamento, del loro sostrato etico ed, eventualmente, metafisico?

            1. @Navigare,

              2) si potrebbe essere un buon approccio, ma non può essere vincolante…

              Proprio perché “nell’epoca in cui viviamo capita di frequente, anche senza andare lontano…” ti parrebbe fattibile che un “uomo comune” dotato di una “comune esperienza di Fede” ancorché salda e ben radicata, dovrebbe mettersi a studiare gli usi e costumi o le regole della particolare religione dell’interlocutore (che può cambiare di volta in volta…)?

              Quindi si dovrebbe trattenere la Testimonianza per mancanza di “conoscenze”?

              E perché dovrebbe essere diverso dal conoscere o meno la storia e la vita di una persona atea o agnostica?

              O si crede che il Messaggio Evangelico è per tutti, perché l’uomo è fondamentalmente UNO – Creatura di Dio con un unico peccato alla radice che ne mina le speranze e i desideri legittimi e con molte, moltissime domande in comune (la vita, la morte, la sofferenza, …) o… o cosa?

              Come dovremmo adeguare il nostro modo di porci?

              Fare come i TDG quando incontrano chi si dichiara Cattolico, che iniziano con la sfilza delle obiezioni pre-confezionate?
              O come ai tempi dei “preti operai”, mettere in piedi dei “collettivi” o altro per poi finire per veder vacillare la nostra stessa fede?

              Testimoniamo ciò che crediamo e conosciamo, implorando Dio di essere Testimoni credibili, poi siano gli altri a confrontare ciò che credono con ciò che sentono o “vedono”.

              Non fa parte anche questo della “stoltezza della Predicazione”.

              Poi certo potresti prenderti anche degli sputi (se ti va bene) o sentirti rispondere come a San Paolo: “si vabbene, su questo ti ascolteremo un’altra volta…”.
              Ma questo è altro discorso …

              1. Navigare necesse est

                ti parrebbe fattibile che un “uomo comune” … dovrebbe mettersi a studiare gli usi e costumi o le regole della particolare religione dell’interlocutore

                Sarebbe sufficiente che non tranciasse giudizi grossolani su ciò che non conosce o che conosce male.

                1. Navigare necesse est

                  Certo Bariom che quando leggo pure idiozie (per chiamar le cose con il loro nome) come “il buddismo vuole l’estinzione dell’umanità”, non posso non consigliare all’uomo comune che le udisse – oltre che al presunto studioso che le proferisce – di approfondire o astenersi dall’emettere facili sentenze.

                2. A certo, ne convengo… la cosa per l’interlocutore peraltro risulterebbe solo offensiva il che non sarebbe proprio un buon punto di partenza.

                  Ma penso il senso qui sia un altro… vedi il mio penultimo commento a te rivolto giù o su da qualche parte… 😉

                    1. Quello che scrive navigare mi sembra molto interessante. Vorrei aggiungere due considerazioni. la prima è un richiamo al discorso di San Poalo agli ateniesi, che si trova nel cap. 17 degli atti degli Apostoli. In quel discorso San Paolo si aggancia proprio alla religiosaità preesistente degli ateniesi per parlare poi di Cristo. Egli anzi riconosce che i gli ateniesi sono molto religiosi, come dimostra l’altare dedicato al Dio ignoto, e cita anche un poeta stoico, il quale affermava che noi siamo stirpe di Dio. Questo è un modello che la stessa Bibbia ci offre. È sciocca l’obiezione che il discorso sarebbe stato inefficace e che perciò da allora San Paolo avrebeb cambiato metodo. Come nota un esegeta del valore di Jacques Dupont, l’inefficacia immediata del dicorso non significa affatto che il discorso non voglia essere un modello. Anche nel caso delle due narrazioni che San Paolo fa della sua conversione i relativi doscorsi furono inefficaci, ma ciò non li squalifica affatto! La seconda è che il dialogo interreligiosio con l’oriente, contrariamente a quanto si crede, non è cosa soltanto di oggi. Informatevi sulla vita del grande apostolo dell’India Roberto De Nobili, vissuto tra Cinque e Seicento. Contrariamente a San Francesco saverio, che aveva una visione più rigorista, il De No bili seppe apprezzare quanto di fortemente religioso vi fosse anche nei costumi apparentemente più riprovevoli degli indu. Quando, dopo la morte di un Raja, le sue quattrocento mogli si gettarono una per una nel fuoco, il De Nobili non si limitò ad inorridire scandalizzato, come altri europei, ma si disse: “Guardate quale perfetta e totale abnegazione c’è in queste donne! Non c’è realmente in loro lo spirito che ne farebbe delle nuove martiri cristiane, degne delle antiche vittime delle persecuzioni?” Anche nel suo apostolato egli cercò di adattarsi il più possibile alle usanze e ai concetti degli indian, portando, con i dotti, la discussione teologica sul loro stesso terreno. In tal modo riuscì a convertirne molti, mostrando come dai loro stessi principi scaturisse la necessità di correggere i loro concetti sul mondo e su Dio. Riconrdo ancora la grande opera in due grtossi volumi pubblicata in Francia nel XIX secolo a cura dell’Abé Migne: “I libri sacri di tutte le religioni, esclusa la Bibbia”. Ho potuto leggere l’introduzione e buona parte dei capitoli sulla Cina e sul Corano. Il principio da cui partono i curatori, che riportano molte traduzioni fatte anche già nel secolo XVIII, dai misisonari, è che la religiosità che si esprime in questi grandi testi fa onore alla Divinità e al senso religioso dell’umanità, la quale non è mai rimasta indifferente ai grandi problemi di Dio e dello spirito umano. Veramente gli antichi libri cinesi sono incomparabili e ho trovato interessantissima anche l’introdizione al Corano. Diversamente dal tono distaccato e disincantato delle trattazioni di oggi, ovvero dal compromesso con un pseudo-irenismo, gli autori di qul tempo mostrano un coinvolgimento motivato dalla forte partecipazione ai più grandi interessi religiosi dell’umanità, che ovviamente per loro trovavano il loro compimen to nel cristianesimo, ma di cui assaporavano la gioia di trovare l’eco profonda negli scritti delle altre reiigioni. Essi osservano che è dal quell’humus di profonda religiosità orientale che è sgorgata la luce che, attravreso la Bibbia, è venuta ad illuminare i nostri popoli. Sono testi che andrebbero riscoperti e riletti. Purtroppo si trovano soltanto sepolti nelle biblioteche – ed è lì, infatti, che li ho scoperti.

                    2. Fabrizio Giudici

                      @don

                      Niente da eccepire. In realtà, mi pare che sia quello che la Chiesa ha sempre fatto. Pochi giorni fa vale ricordava Cirillo e Metodio, che per andare incontro alle esigenze culturali dei popoli che andavano ad evangelizzare si inventarono persino un alfabeto. Cose analoghe avvennero in Armenia, eccetera. Ma che c’entra con noi? Ripeto: qui dove siamo, dobbiamo evangelizzare i buddisti?

                      Tuttavia, va considerato anche il rovescio della medaglia. Nel Malabar la cosa andò male, e l’evangelizzazione si rivelò poi un fuoco di paglia. Se poi guardo vari documentari su popoli dell’America Latina o dell’Asia, e vedo sedicenti cattolici che poi seguono anche la santeria, o altri che sacrificano sulla tomba degli antenati, mi chiedo se non siano altri evidenti fallimenti, che non vengono chiamati tali solo perché nel XVII secolo la Chiesa non era “liquida” e oggi lo è.

                    3. Navigare necesse est

                      Molto azzeccato il richiamo a Roberto de Nobili, caro donmassimol. E con lui anche Matteo Ricci, Alessandro Valignano e altri grandi uomini partiti in missione per l’Oriente lontano. Uomini d’acciaio, oltre che di intelletto sopraffino (anche se a volte capita che nominandoli si inviti involontariamente lo sciocco di turno a protestare: “Ma erano gesuiti!”).

                      Molto a proposito anche il richiamo al discorso di san Paolo in Aeropago.

  10. Pema

    Ma che ruolo ha avuto Dio Onnipotente nel fatto che c’è stato un Buddha, ci sono l’Induismo, lo Zen, etc…
    Tutta opera dell’angelo caduto?

  11. Il problema è uno, ed uno solo, alla fine: la scarsità di Fede. Perlomeno di fede cattolica da parte di lorsignori che gravemente risiedono in un organo pontificio; perché, se come dice l’Apostolo dobbiamo predicare il Cristo in tutti i momenti, opportuni e non, della nostra vita, non vedo cosa ci sia da augurare per una falsa festività di una falsa religione. Che augurio possiamo fare, se non che la smettano di dar retta ad un bugiardo e si convertano al Cristo Via, Verità e Vita? Il resto sono chiacchiere, sono vanità futili che suonano come una legittimazione della altrui (o meno, delegittimazione della propria) religione, indicando che, alla fine, non è che ci si creda poi così tanto alla Chiesa del Cristo: alla fine, basta essere brave persone, la salvezza c’è per tutti (o forse il Nirvana?), il Cristo non è venuto per dividere ma per unire gnosticamente gli opposti e così via. Mi dispiace, sarò fanatico io ma la penso come Oscar Wilde ” la Chiesa cattolica è per i santi ed i peccatori, per le brave persone va bene quella anglicana” (dove al posto di “anglicana” potete mettere ogni religione, movimento e setta non cattolico che vi venga in mente).

  12. È possibile che venga subissato di “fischi” mediatici sul tuo blog, Costanza, ma non importa. Te lo devo e per quel che poveramente posso, cerco di correggerti. Tu scrivi “A che serve il dialogo interreligioso? Serve a dire che se un islamico o un buddhista hanno bisogno di qualcosa noi ci siamo…”, solo che secondo te la necessaria premessa al dialogo con i buddhisti è dir loro che il fondamento della loro interpretazione del mondo, ciò che per circa 2500 hanno creduto non va culturalmente tenuto in considerazione, è stata una perdita di tempo. Quindi sì, possiamo anche costruire qualcosa insieme, ma solo se gli architetti e i capomastri sono cristiani, solo se i non cristiani ammettono, quindi, la loro subalternità religiosa al cristianesimo; per fortuna penseremo prima noi “a provvedere se serve al loro bisogno corporale prima di far loro la predica.”. Non proprio così la pensa il magistero, che nella dichiarazione conciliare “Nostra aetate” chiude il punto 2 affermando che la Chiesa cattolica “esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.”. Fare dunque appello alla cultura religiosa buddhista affinché sia promossa “una cultura di pace e non violenza” non significa mettere sullo stesso piano la rivelazione cristiana con la religione buddhista (e nel saluto ovviamente nemmeno si entra nel merito delle questioni di fede), piuttosto è un appello forte alla solidarietà che ci dev’essere fra coloro cercano un rapporto autentico con il divino contro le strumentalizzazioni politiche o militari (e quindi violente) che minano proprio l’autenticità e l’umanità di quelle esperienze. Fare appello a ciò che c’è di più autentico e umano in chi non crede in Cristo per evitare inutili stragi non significa diminuire l’insostituibilità del Salvatore.
    Non c’è nulla di liquido in questo. O forse era liquido l’invito di San Giovanni Paolo II ad una preghiera comune per la pace ad Assisi? Un lavoretto d’asilo, “è suonare Imagine col piffero”? Semplicemente, secondo te, il dialogo interreligioso non serve, basta un monologo da “noi” a “loro”: Concilio Vaticano II, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI (a Ratisbona, altro che discorso anti-islamico: era la proposta di trovare nella ragione e nell’intelligenza della fede un campo di dialogo comune!) e ora papa Francesco hanno semplicemente suonato Imagine col piffero? Queste tue considerazioni chiamano una battuta amara nel sarcasmo (amara, perché sinceramente provo simpatia per il tuo lavoro e per quello che esprimi della tua fede): forse non vedi in giro molta rigidità, perché talmente irrigidita da non riuscire a girarti?

    1. @Luca, “…sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana”.

      Io penso che stia tutto qui il nocciolo (o il problema), non credi?

      E’ infatti questa testimonianza che fa si che altri “riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.”

      Diversamente possiamo iscriverci tutti la rotary club o alla ONG che preferiamo… 😉

      1. “Pur riconoscendo l’unicità delle nostre due religioni, verso le quali rimaniamo impegnati…”: non mi pare che si renda testimonianza insufficiente per un saluto e un appello che non sta affrontando questioni dogmatiche. C’è una diversità di fondo, ma non è questo l’argomento della lettera. Non è quella l’occasione per puntualizzare le macroscopiche differenze fra cristianesimo e buddhismo e non è questo lo scopo del dialogo interreligioso, così come non è quello del risolvere le irriducibili differenze in un “volemose bene”. In questo caso si fa appello a ciò che è comune moralmente, perché ne scaturiscano atteggiamenti e comportamenti moralmente opportuni. Tauran lo può fare per la Chiesa perché ha esperienza e conoscenza (dottrinale e sacramentale) del Cristo, i buddhisti lo faranno come potranno, partendo dal loro punto di vista. Per chiedere la solidarietà contro l’aborto, per esempio, non è necessario che la mia controparte sia cristiana; affermare che l’aborto è contro l’uomo non ha bisogno come presupposto che tutti siano cristiani per capirlo. La pace (anche quando non intesa nella pienezza cristiana del suo significato) è un valore per quasi tutte le persone sinceramente religiose e far loro appello per disinnescare la violenza che si definisce “religiosa” è assai importante. Non vedo proprio nessun estremo per accusare Tauran di sincretismo o contro-testimonianza. Sono convinto che Costanza questa volta si sia fatta prendere la mano e abbia decisamente sbagliato bersaglio.

    2. Fabrizio Giudici

      @Luca

      Intanto, se citi BXVI, dovresti ben sapere la quantità e qualità di riserve che dimostrò sugli incontri di Assisi, tanto da rifiutarsi di partecipare ad alcuni; riserve che fece ben presenti a GPII, che almeno in parte tentò di correggere. E non corresse abbastanza, evidentemente.

      Detto questo…

      il fondamento della loro interpretazione del mondo, ciò che per circa 2500 hanno creduto non va culturalmente tenuto in considerazione, è stata una perdita di tempo.

      Questo è il punto fondamentale. O uno crede che la salvezza sta solo in Cristo e nella Chiesa, e allora fuori da essa non c’è niente che salva; e allora altri modelli di salvezza sono inutili e dannosi; o non ci crede. Non ci sono vie di mezzo.

      Questo non vuol dire che tutta quella cultura di 2500 anni vada ritenuta inutile; ma certamente molte cose sì. Cristo d’altronde ha detto che “faceva nuove tutte le cose”; o no?

      Quanto a quel disastro che è si rivelata, nell’applicazione pratica, la Nostra Aetate (che, ribadisco, è un documento di estrema superficialità, perché non approfondisce niente della natura delle altre religioni; e può essere semplicemente considerata come una dichiarazione di amicizia), veniamo alla cronaca di oggi… Dobbiamo sorbirci deliri come quello del card. Scola, arcivescovo di Milano:

      Domanda: Lei ha sempre esaltato il meticciato. I migranti ora sono troppi?
      Risposta: […] La Chiesa non può chiudere gli occhi. Offre il primo abbraccio. La forza generosa di Milano può individuare strade paradigmatiche per l’Italia e l’Europa.
      Domanda: Ad esempio?
      Risposta: Parecchi ragazzi musulmani già frequentano gli oratori. Lì sono aiutati a praticare la loro religione, a dire le loro preghiere, a mangiare i loro cibi, restando insieme ai ragazzi cristiani.”

      Cioè ora la Chiesa, a furia di dialogare, invece di pensare a convertire a Cristo, deve aiutare i musulmani a diventare buoni musulmani? Negli oratori, per giunta? Mi viene in mente l’imitazione di Landini da parte di Crozza, con voce stentorea: “MA STIAMO SCHERZANDO?”.

      1. Non corresse abbastanza, a parere di chi? Di Benedetto XVI che parlò di “Pellegrini della verità, pellegrini di pace” in quella stessa sede, nella stessa occasione, 25 anni più tardi? Non mi pare.
        http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2011/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20111027_assisi.html
        “e allora altri modelli di salvezza sono inutili e dannosi”: non mi risulta che la salvezza venga da un modello, ma dal Figlio che si è fatto uomo per noi uomini e per la nostra salvezza (cfr. Simbolo niceno-costantinopolitano). Nessuna adesione ideologica salva, ma proprio quella Persona lì, e vuole salvare tutti, anche quelli non ancora raggiunti dal Vangelo, tanto che in un altro “disastro ecclesiale” -come forse lo definiresti tu- (Lumen Gentium, al punto n. 16) si legge: “Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna. Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta.” Che non significa che bisogna cessare l’evangelizzazione ma che evidentemente coloro che vivono sinceramente la propria religiosità non possono essere considerati degli abietti e ignorati nella loro identità, distorta quanto vuoi ma autentica, finché non siano convertiti; tutt’altro: proprio facendo leva sulle qualità morali comuni potranno essere preparati (a Dio piacendo) alla conversione; di sicuro non farai breccia nei loro cuori e nelle loro menti pensando di ricordar loro ad ogni pie’ sospinto che noi abbiamo il “modello di salvezza” che a loro manca.
        Proprio sul tuo giudizio sulla Nostra Aetate, a quale documento magisteriale fai riferimento nel giudicarla un disastro? Forse è ancora meglio dare più attendibilità al magistero che a trancianti opinioni personali.

        1. Fabrizio Giudici

          Non corresse abbastanza, a parere di chi? Di Benedetto XVI …

          Vedi, qui qualcuno un po’ si secca quando non si risponde a quello che ha scritto, ma a quello che l’interlocutore vorrebbe che l’altro avesse scritto. Come puoi notare, sopra ho scritto che Ratzinger non partecipò ad “alcuni” incontri, non che li disertò tutti. Ma ci torno sotto.

          evidentemente coloro che vivono sinceramente la propria religiosità non possono essere considerati degli abietti e ignorati nella loro identità, distorta quanto vuoi ma autentica, finché non siano convertiti; tutt’altro:

          Di nuovo: ti risulta che qualcuno abbia qui scritto che tutti buddisti finiranno all’inferno? No. E allora perché tiri fuori l’argomento a vanvera?

          non mi risulta che la salvezza venga da un modello, ma dal Figlio che si è fatto uomo per noi uomini e per la nostra salvezza (cfr. Simbolo niceno-costantinopolitano).

          E tre. Nei miei commenti qua sopra ho ripetuto più volte, insieme agli altri, che è Cristo che salva. Perché dunque vieni a sventolare addirittura il Credo? I “modelli” di salvezza, che non sono salvezza, nella mia frase evidentemente sono “gli altri”.

          Proprio sul tuo giudizio sulla Nostra Aetate, a quale documento magisteriale fai riferimento nel giudicarla un disastro? Forse è ancora meglio dare più attendibilità al magistero che a trancianti opinioni personali.

          Esatto, rimango sul Magistero:

          Oggetto primario dell’infallibilità sono le verità formalmente rivelate concernenti la fede e i costumi.
          Oggetto secondario dell’infallibilità sono quelle verità di fede e di morale che, benché non formalmente rivelate, sono però strettamente connesse con le rivelate.

          […]

          Appartengono all’oggetto secondario dell’infallibilità: 1) le conclusioni teologiche, che derivano da una verità formalmente rivelata e da una verità di ragione naturale; 2) i fatti storici, dal cui riconoscimento dipende la sicurezza di una verità rivelata (facta dogmatica); 3) le verità di ragione naturale, che sono strettamente connesse con le verità rivelate; […]

          Fuori da queste cose, la Chiesa non è infallibile. Non lo è, per esempio, nelle scienze esatte, o in economia, a meno che non debba condannare conseguenze di una teoria scientifica o economica che contraddicono cose che ricadono nell’oggetto della sua infallibilità.

          Giusto? Adesso, tu dovresti spiegarmi come fa a rientrare nel Magistero infallibile una serie di affermazioni generiche fatte su una religione falsa. Nota che io non sto dicendo che NA contiene affermazioni sbagliate: ho detto che è superficiale, ovvero incompleta. Per esempio sull’Islam:

          3. La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra (5), che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.

          Falso, non è falso (oddio, qualcosa sì: si lascia intendere che la retribuzione di Allah sia simile a quella di Dio Padre, mentre è totalmente diversa). Ma certo non è sufficiente a descrivere l’Islam, di cui da’ una visione edulcorata. Oltretutto invita a “dimenticare il passato”, ma non è stata certo “profetica” nel non prevedere che da lì a pochi decenni quel passato di tagliagole scatenati contro i cristiani sarebbe tornato presente.

          Quindi nessuno può sostenere che il Magistero della Chiesa afferma che l’Islam è ben descritto da queste poche righe. Fatti un giro sul blog di Sandro Magister, che ancora oggi ha pubblicato un’intervista a esperti cattolici di Islam, i quali dicono le cose chiare e tonde. Non contraddicono la NA, ma dicono quello che la NA ha omesso di dire. Ho citato l’islam perché la NA sul buddismo dice ancora di meno.

          Torniano al buddismo. Visto che io ho risposto abbondantemente, tocca a te:

          1. Torniamo a Ratzinger e alla sua posizione sull’ecumenismo. Sopra ho citato Ratzinger in una tranciante definizione del buddismo: autoerotismo spirituale. La pronunciò, se non erro, come prefeddo della CDF: quindi non è certo estranea al Magistero. Cosa ne pensi? Noterai che non è proprio nello “spirito di Assisi”: infatti scatenò varie reazioni da parte della comunità buddista. Beninteso: i buddisti non sono islamici, e le reazioni furono in tutto il mondo esclusivamente verbali (e legittime). Ma certo non erano i sorrisi di circostanza umbri.

          2. Ho pure citato una disgraziatissima uscita del card. Scola, la quale è la diretta conseguenza dell’approccio superficiale della NA. È dunque giusto che negli oratori cattolici si insegni ai giovani islamici ad essere buoni islamici?

          1. Torno a ripetere citandoti: “riserve che fece ben presenti a GPII, che almeno in parte tentò di correggere. E non corresse abbastanza, evidentemente.” Che le correzioni non siano state sufficienti (sempre che siano state tali) è un tuo giudizio.

            “Di nuovo: ti risulta che qualcuno abbia qui scritto che tutti buddisti finiranno all’inferno? No. E allora perché tiri fuori l’argomento a vanvera?” Non era a vanvera, era la conseguenza del mio ragionamento, non ti stavo citando. Ora, chi è che fa dire cosa a chi?

            “Perché dunque vieni a sventolare addirittura il Credo? I “modelli” di salvezza, che non sono salvezza, nella mia frase evidentemente sono “gli altri”.” La tua puntualizzazione è opportuna perché non era così scontata come la fai sembrare. Ovviamente a mio giudizio.

            A proposito di citazioni a vanvera: io ti ho chiesto quando il magistero ha definito “disastrosa” l’applicazione di NA, perché ritengo più attendibili i documenti magisteriali del tuo giudizio su di essi. Quando scrivi “Adesso, tu dovresti spiegarmi come fa a rientrare nel Magistero infallibile una serie di affermazioni generiche fatte su una religione falsa.”: io ti chiedo quando mai ho scritto che NA è magistero infallibile…

            Razinger e buddhismo. Non amo commentare frasi estrapolate dal contesto, ma che il buddhismo in Italia possa diventare autoerotismo spirituale non posso escluderlo. Non conosco il buddhismo, ma so che in Italia tanti riescono a far dell’autoerotismo spirituale anche con il cattolicesimo! Quello credo di conoscerlo meglio.

            Scola. Non sono in grado di giudicare come disgraziatissima quella decisione pastorale, presa da chi ha il carisma per poterla prendere. Per giudicare dovrei conoscere bene la situazione dei rifugiati. A casa mia, se ospitassi un rifugiato, lo farei pregare se non ha un altro posto ragionevolmente raggiungibile dove farlo. L’espressione della sua fede è diritto fondamentale.
            In ultimo, vuoi continuare il giochino delle citazioni a lungo? A chi servirebbe?

  13. Fabrizio Giudici

    “rappresentino una sorta di presentimento di alcuni tratti fondamentali del cristianesimo non si può negare”

    Penso che il modo più chiaro e sintetico di spiegare la situazione è quel famoso diagramma di Don Giussani che spero di riuscire a riprodurre qua sotto (e di cui abbiamo già parlato in passato). Alcune religioni pagane pre-cristiane hanno certo dei semi validi, in quanto sono il tentativo di comprendere una realtà non materiale e intuire la presenza divina. Sono le frecce verso l’alto del diagramma. Tentativo lodevole, inevitabile prima di Cristo e fuori dall’ebraismo, ma destinato complessivamente a fallire perché l’uomo, da solo, non ce la può fare. Ma, ripeto, in assenza di Cristo era un palliativo. Una volta arrivato Cristo, la freccia che scende del Gius, le altre non hanno più senso. Un palliativo è meglio di niente, ma è peggio del tutto.

    Inoltre, è un po’ ridicolo parlare di “buddismo” in generale, come se fosse una cosa chiara e monolitica. Ora, la Chiesa in questo momento vive nel caos umano, ma il suo messaggio spiegato dal Magistero rimane chiaro. Fuori dal caos pastorale causato da questo pessimo “dialogo”, è sempre possibile comprendere cosa è cattolico e cosa non lo è. Nel buddismo vale lo stesso discorso? Intanto ci sono un sacco di “scuole”. Quella di Richard Gere, per esempio, non mi risulta sia quella di Baggio; quest’ultima è la Soka Gakkai, roba relativamente recente; mi risulta non sia manco riconosciuta dal Dalai Lama. Purtroppo ai sostenitori di certo dialogo l’indifferentismo religioso non appare un problema, quindi figuriamoci se si pongono problemi a questo livello di dettaglio; ma onestamente qui stiamo parlando di cose mutevoli e variegate, di cui sappiamo poco, e ci vengono presentate superficialmente (come è superficiale la Nostra Aetate). E, come dice ola, tutto ciò non ha necessariamente a che fare con il pensiero di Buddha-uomo-storico; qui l’errore che si fa è ritenere che in una religione pagana ci sia la continuità che noi sappiamo essere garantita nella Chiesa, che però avviene per mezzo della continuità apostolica e originata dallo Spirito Santo. Roba che da altre parti non c’è. Notate che il buddismo si pone questo problema della continuità e lo risolve con la reincarnazione dei Lama; ma noi non possiamo certo crederci. Reincarnazione che pare peraltro soggetta a esigenze umane contingenti: l’attuale Dalai Lama, sapendo che il governo cinese vuole “individuare” la sua prossima reincarnazione, ha fatto presente che potrebbe decidere di non reincarnarsi…

    Quindi, onestamente io non so dire se il buddismo ha a che fare con la visione, giustamente pericolosa, che vale ha riportato nel punto 5) del suo commento sopra (come opinione personale, penso di sì). Però noto che questa visione è quella che si identifica con il buddismo moderno, e non perdo neanche tempo a chiedermi cosa sia il “vero” buddismo, perché di vero c’è solo Cristo.

    Ricordiamoci le parole forti del card. Ratzinger (ritrovate un sunto dell’intervista nell’archivio di Repubblica):

    Parole come pietre contro i fans di casa nostra del buddismo e dei movimenti religiosi orientali. Le lancia, in una intervista al settimanale francese L’ Express, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, custode dell’ ortodossia cattolica.

    […]

    “La reincarnazione – risponde Ratzinger – ha un senso nell’ induismo, è un cammino di purificazione. Fuori da tale contesto, la reincarnazione è moralmente crudele, perchè questo eterno ritorno alla vita terrestre somiglia ad un ciclo infernale”

    […]

    Crede, altra domanda, che quei cattolici che dialogano col buddismo possano perdere l’ anima? Il cardinale prima ricorda che negli anni’ 50 si diceva che la sfida che attende la Chiesa nel 2000 “non sarà il marxismo, ma il buddismo”, poi avverte: “Se il buddismo seduce è perchè sembra una possibilità di toccare l’ infinito, la felicità, senza avere obbligazioni religiose concrete. Un autoerotismo spirituale, in qualche modo”.

    http://images.famigliacristiana.it/2013/6/giussanilavagna_2582241_686816.jpg

    1. Navigare necesse est

      Le parole di Joseph Ratzinger sono, al solito, centrate. Uno dei fraintendimenti più marchiani degli occidentali che si accostano all’Oriente con superficialità è quello di pensare il concetto di reincarnazione come una magnifica opportunità di vivere multiple vite, là dove nell’induismo, e ancor più nel buddismo, è concepita come un’autentica prigionia. Al punto anche la riflessione sull’idea che l’adesione ai culti orientali comporti l’assenza di obbligazioni religiose concrete: se gli esotisti de noantri avessero contezza dei vincoli di disciplina che le tradizioni sapienziali d’Oriente pongono in capo ai propri seguaci, se ne ritrarrebbero inorriditi.

    2. Navigare necesse est

      Il buddismo lamaitico è solo una delle tante declinazioni del buddismo. Il Dalai Lama è il capo spirituale di una delle scuole (per designare le quali è ini uso ormai il termine “sette”, da non intendersi però nella consueta accezione svalutativa) del buddismo tibetano, che è a sua volta una delle forme assunte dal buddismo cosiddetto māhayāna, che è a sua volta uno dei rami maestri del buddismo tout court (con sospette influenze cristiane… sono stati ricordati i nestoriani). Vero quel che scrive Fabrizio, il buddismo si è da sempre posto il problema della continuità spirituale, ma il lamaismo è solo una delle tante modalità con cui vi ha dato soluzione.

      La Soka Gakkai, invece, che per molti occidentali è il buddismo, sta al buddismo come i testimoni di Geova stanno al cristianesimo. Si tratta di una creazione tarda, nata in Giappone nei primi decenni del Novecento, considerata una setta spuria da tutte le tradizionali scuole del buddismo giapponese, inclusa la scuola Nichiren (a sua volta considerata “eccentrica”, se non “eterodossa”, dalle altre scuole tradizionali giapponesi).

      A proposito di Giappone, negli anni Ottanta proprio don Giussani si recò in visita al Monte Kōya (sede originaria di una delle più antiche scuole buddiste nipponiche, la Shingon).

      Non mi dilungo oltre in puntualizzazioni e precisazioni. Quel che mi interessa era solo far comprendere che liquidare con sufficienza, in poche battute, una realtà caleidoscopica, profonda e complessa com’è il buddismo non rende onore all’intelligenza di chi, quand’anche con i migliori intenti, proceda in tal senso.

      1. @Navigare,

        io credo semplicemente che Costanza abbia scritto ciò che ha scritto (magari un po’ “di pancia”, non so…) come un richiamo agli estensori del documento (un po’ quello che ho fatto io nel mio piccolo nel mio primo commento), non certo per affermare che un cultura millenaria sia “spazzatura”.

        Cioè se uno dei miei figli arrivasse dicendo: “sai papà ho scoperto che il Buddismo è una cosa meravigliosa!” (oltre a domandargli cosa mai gli abbia insegnato…), gli direi: “ma di che piffero stai parlando?!”
        Con tutto il rispetto per il Buddismo, spero di aver reso l’idea… ,-)

        1. Navigare necesse est

          Guarda, Bariom, è proprio perché ho davvero stima e rispetto per Costanza Miriano e per quello che ha fatto in questi anni che mi sono permesso di farle notare (qui in casa sua, tra l’altro, e quindi con il dovuto garbo) come sul punto specifico sia stata troppo corriva. Chiaro, poi, che a decidere in quale conto tenere queste mie semplici – e sincere – considerazioni (se mai tenerle in qualche conto) sarà Costanza e saranno gli amici lettori e commentatori.

          Colgo anzi l’occasione per ringraziare Costanza e Admin per la liberalità con cui anche in questo caso consentono il confronto: penso che sia un’attestazione di amore per la verità.

  14. Il diagramma è perfetto.
    La differenza sostanziale è tutta lì: L’Uomo che cerca Dio e si crea le “sue” vie e Dio che viene in cerca dell’Uomo presentandogli LA VIA.

    (e in questo Navigare non dimenticare che Dio per primi agli Ebrei si è presentato e Dio non è “uomo che si pente” e la Sua Promessa non viene meno, quindi andrei piano ad accomunarli ai Mussulmani nell’ottica di un possibile “dialogo”)

    1. Fabrizio Giudici

      Traparentesi, l’Islam non esisteva prima di Cristo. Pertanto non gli si può assolutamente riconoscere il ruolo di palliativo delle religioni pre-cristiane. È invece piuttosto evidente che la presenza dell’Islam in Medio Oriente ha impedito l’evangelizzazione di quelle aree. Mi chiedo sempre se tra le “religioni pagane” che Maometto estirpò alla Mecca non ci fosse anche qualche comunità cristiana… I nestoriani, per esempio, erano già arrivati fino all’India, perché la Penisola Arabica avrebbe dovuto essere “saltata”?

      1. vale

        @f.giudici

        come ben sai l’islam si ritiene l’unico vero e autentico erede della religione abramitica. addirittura il primo tempio ( del quale l’ultimo resto sarebbe la pietra nera posta in un angolo della attuale kabah ) a Dio sarebbe stato costruito da Ismaele con l’aiuto di Abramo durante una delle sue visite a la mecca.

        altro che il tempio di salomone con l’arca.

        adesso prova a dialogarci….

  15. Mano a mano si delineano i contorni, di un piano che prende di mira l’insegnamento del nostro Signore e Re.

    Il Messia non fù un “maestro asceta”, la sua “Via” che ha dimostrato (fino alla fine), in tutto e per tutto è l’esempio per eccellenza di come l’uomo si deve porre nei confronti degli altri, mettendo appunto “l’altro” al primo posto, ma suprattutto nei confronti di Dio. Lui non insegnò “tecniche”, ma comportamenti, azione e gesti che determinano uno “stile di vita” che pone in risalto la Giustizia e l’Amore Universali (Agape).

    Nessuno ha fatto, né può fare quello che ha fatto in questo modo, con la rinuncia totale alla sua Deità per vivere come umile falegname affinchè l’umanità fosse Salvata…

  16. Fabrizio Giudici

    1) Chi passasse la vita a mangiare Calvisius e a bere Dom Perignon finirebbe per non comprendere più la superba bontà del caviale e dello champagne

    È vero. Infatti non dico che uno non deve leggere il pensiero di Buddha, se ne ha l’occasione. Quel che si può discernere cattolicamente come buono, proviene senz’altro dallo Spirito Santo anche attraverso l’opera di un non cattolico, anche non pre-cristiano. Però, riallacciandomi al perfetto commento di Bariom, che purtroppo devo condividere anche nel dettaglio relativo alla grande difficoltà che, con il passare del tempo, ho per la lettura dei libri (in generale, di letture lunghe: riesco ancora benissimo a divorare articoli, pamphlet, o magari capitoli di libri, se questi sono pensati per letture parziali; ma un paio di libri interi solo durante le vacanze agostane), devo dunque applicare un criterio di economia, e non v’è dubbio che vado anch’io da altre parti. Insomma, se gustare una tartina al caviale mi impedisce di fatto di consumare cinque piatti di ribollita o tagliatelle, mi farò una ragione di vita senza il caviale. O con un altro paragone: se avessi risorse infinite in tempo e soldi, mi metterei a girare per il mondo, nessun angolo escluso. Siccome non le ho, né per il tempo né per i soldi, preferisco girare nella vecchia Europa e gustarmi le sue radici, visto che un singolo viaggio in parti remote del mondo mi richiederebbe di rinunciare a parecchi viaggi europei. E qui non farmi scrivere, sennò sarebbero pagine, quanta ricchezza mi ha dato la (ri)scoperta di vecchie pietre medievali, nei primi tempi avvenuta per “caso”, e quanti processi ha scatenato, attraverso percorsi che non avrei immaginato (dai fenicotteri rosa di Orbetello a Sant’Agostino, per fare un esempio); cosa che certamente non avrebbe avuto niente di lontanamente simile in Tibet.

    Rinuncio a qualcosa? Sì. Ma tanto è evidente che qualsiasi conquista di saggezza sulla terra è destinata a rimanere parziale. Lo dico con un po’ di rimpianto, perché la cosa mi attirerebbe. Infatti, le cose che posso apprendere e che sono a portata di mano sono molte, e ne inseguo parecchie, finché posso. Non è comunque la sapienza “totale globale” che mi salverà.

    non è opportuno cercare di acquisire una seria conoscenza di quelle culture, del loro apparato categoriale, dei loro schemi di ragionamento, del loro sostrato etico ed, eventualmente, metafisico

    Non c’è dubbio, questo è un altro discorso. Ma noi siamo missionari in terre buddiste? No. Quindi, se un missionario va da quelle parti, è imprescindibile che studi la cultura del luogo. Noi non ne abbiamo la necessità. L’avremo, prima o poi, se non riusciremo ad arginare il pensiero buddista che si diffonde anche da noi. Ma le cose denunciate nell’articolo di Costanza sono proprio quelle che ne favoriscono la diffusione. Prima, cerchiamo di evitarla.

    1. “Rinuncio a qualcosa?”

      Forse, ma che dire allora di chi ha scelto una vita (ricca e piena), passata interamente tra le 4 mura di una cella?

      Il “segreto” è come sempre lasciarsi portare là dove il Signore ci vuole per compiere la Sua Volontà (cosa che coincide con la nostra piena realizzazione e la concreta speranza della vita Eterna) 😉

    2. vale

      @f.giudici

      un momento: tagliatelle con che ragù ?

      in quanto al post, mi pare che la sciùra miriano abbia fatto notare un dettaglio che poi dettaglio non é:

      molti preti non parlano più dei novissimi. e cmque piuttosto poco del fatto di non preoccuparci troppo di quaggiù ( anche buddisticamente parlando ) dove siamo solo di passaggio.

      ma di quel che vien dopo…. ( speriamo bene!)

      Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17 ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 18 E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. 19 Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

      1. Navigare necesse est

        Del post della Signora Miriano trovo molto pertinente la conclusione, che condivido appieno: Parliamo ai ragazzi di morte. Di vita eterna. Della possibilità di risorgere. E non solo ai ragazzi, aggiungerei!

    3. Navigare necesse est

      La tua riflessione sulla necessità di economizzare il tempo a disposizione, Fabrizio, non è peregrina. Ma la mia non vuole essere un’esortazione a consumarsi la vista sul Canone Pāli, sugli inni vedici o sul corpus taoista, e trasformarsi in esperti di religioni orientali, bensì un invito a emettere, quando si decide di farlo, giudizi provveduti, basati cioè su buone basi di conoscenza (in assenza delle quali non sostengo che non si possano dare giudizi, ma che bisognerebbe farlo con molta cautela). Tutto qui.

      Il discorso sulla (ri)scoperta delle pietre medievali lo condivido in pieno, e non solo in linea teorica. E a tale riguardo mi piace osservare che il confronto con società legate all’impianto tradizionale e radicate nel linguaggio simbolico come sono in gran parte quelle orientali offre elementi di estrema utilità (anche in termini di economia del tempo).

  17. cinzia

    C’è una cosa che mi sfugge. Si parla di dialogo interreligioso ma questo presuppone che le diverse religioni sono vere, ma in questo caso allora quello che Gesù dice “Io sono la Via, la Verità e la Vita” perderebbe di significato.
    Che poi il dialogo interreligioso (che se non ho capito male è iniziato con il Concilio Vaticano II) stia annacquando la religione cattolica (di cui ormai sappiamo sempre meno…. ci mancano proprio le basi!) credo sia sotto gli occhi di tutti!

    1. @Cinzia, non voglio riaprire la strastrascinata polemica… “ma sotto gli occhi di tutti” quelli che hanno in comune a te la visone che proponi.

      Giusto?

  18. PUPI

    Che stanno a fare gli statunitensi su questa terra? potevano estinguersi dopo la fine della Guerra Fredda? Ci hanno inondato di schifezze alimentari, ideologiche, scolastiche e religiose. Persino una religione come il buddhismo sono stati capaci di cucinare nella loro salsa annientatutto.Il buddhismo merita di meglio.

    1. Mi pare una visione assai riduttiva dell’America, ammesso che poi questa considerazione abbia una qualche attinenza con l’argomento trattato.

  19. gentile Costanza,

    seguo da tempo il suo blog e i testi di fb che mi giungono, conodivido e ho condiviso quasi tutte le sue considerazioni e il suo impegno per la famiglia, contro l’eutanasia, per la difesa della vita e per un modello di educazione che non sia sottomesso i voleri del progressismo glamour internazionale. Qui in Spagna ho anche fatto il pochissimo che potevo per contrastare lla disinformazione della TV Sexta su suo libro “Cásate y seas súmisa” .
    Davvero mi ha ferito la superficialitá delle parole che lei usa per descrivere il buddismo. Sono molto silmili alla superficiitá con cui qui in Spagna i giornalisti “mainstream” sono soliti dedicare al Cristianesimo. Io anche credo che Cristo e solo Cristo è la Via la Veritá e la Vita, mi sforzo di mantenere la fede come posso come mi è concesso ma penso ugualmente che la posizione di Buddha e del Buddhismo nella storia della salvezzza deve essere ancora pensata e vissuta, il Cardinale De Lubac scrisse qualche cosa del genere e anche Romano Guardini,ma non voglio nascondermi dietro la “autoritas” cerco di pportare una piccola esperienza personale. Penso che la relazione tra cristianesimo e buddhismo sia abbastanza smile a quella tra il cristianesimo e il neoplatismo dei primi secoli: con la letteratura psedudoaeropagitica per esempio e cioè non si inserisca nel discorso ecumenico. Ad ogni modo nel buddhism non vi è “nessun Io permanente” , nessun sustrato personale (Atman: anima) che possa reincarnarsi ma cinque aggregati che una volta separati non si tornano a unire come è scritto fino alla sazietá in tutte le scritture buddihiste quello che si chiama maldestramente reincarnazione è il fatto che le gli effetti delle nostre azioni e dei nostri pensieri sono causa e conseguenzadi altri effetti buoni o no anche dopo la nostra morte, e quindi quello che sopravvive e si reincarna sono gli effetti della nostra azione e del nostro pensiero. Ê poi noto a tutti che il Buddha è colui che harotto la catena delle cause e degli effetti e che quindi non si puó parlare in nessun modo di reincarnazione del Buddha anche se i suoi meriti continuano a produrre benefici. Anche nel buddhismo piú trivialmente tantrico, esoterico e sciamanico popolare non si parla di reincarnazione del Buddha. Beh comunque mi scuso di questo pretenzioso spiegone e anche se ho patito queste sue frasi continueró a seguisrla con stima e ammirazione.

    Pietro

    1. Il nocciolo dell’articolo di Costanza è: se è venuto Dio stesso da noi, andiamo a cercare cosa nelle altre religioni?

      C’è forse qualcosa che Dio in Persona fattosi uomo per la nostra salvezza non può darci?

      Dialogo si, collaborazione anche, sincretismo no.

  20. Sabino

    Prima della rivelazione cristiana della rivelazione profetica che l’ha preceduta, Dio si è’ rivelato agli uomini nella natura, rivelazione cosmica), come Paolo dice chiaramente nella prima parte della lettera ai Romani. Certo, aggiunge che , per il peccato originale, l’uomo ha trasformato quella che era una via per giungere a Dio in un modo per sostituire la cosa creata al Creatore e farne un idolo da adorare. Ciò non toglie che anche in passato vi furono giusti che adoravano il vero Dio, anche se non ne potevano comprendere la natura di persona. La Bibbia ne cita alcuni, Abele e Melchisedech, che sono già preannuncio e figura del Cristo. Quindi anche nelle religioni e nelle filosofie non cristiane vi sono dei semi di verita’, sia pure frammisti a tanti errori, che non possiamo trascurare, perché’ il compito del cristiano e’ anche quello di riportare tutto a Cristo, il che e’ possibile, perche’ Cristo ha gia’ salvato con l’uomo anche la creazione, pur se cio’ apparira’ alla fine dei tempi, quando il gemito della creazione stessa, è sempre Paolo che lo dice nella lettera ai Romani, trovera’ accoglimento. Ecco a che serve il dialogo inerreligioso; non a fare chiacchiere sincretiche o ad oscurare la verità’ ma a far conoscere agli altri la Buona Novella, mostrando anche che essa è’ in grado di accogliere anche certe istanze degli altri. Questo in umilta’ e rispettando i punti di vista degli interlocutori, i quali non hanno certo i pudori di tanti cattolici odierni. Servira? Non lo so,
    Almeno servira’ a far conoscere quello che spesso e’ frainteso per ignoranza o per pregiudizio. E poi si potranno fare, se ce ne sono le condizioni, cose concrete a favore dei poveri, dei perseguitati, certo senza nascondersi le difficolta’ e la tendenza di certe religioni a non rispettare i diritti e le liberta’ di chi appartiene ad altre e senza affibbiare pregiudizialmente ad esse tendenze e volonta’ che per adesso non hanno.Servira’ anche a noi per cercare di eliminare dalla nostra vita atteggiamenti di ostilita’ ed indifferenza verso le persone e a ricordarci che sono da amare come ilSignore ci ha insegnato.

  21. enrico venturoli

    Più semplicemente e sinteticamente direi di parlare ai giovani di riflessione, amore, perdono e di riconoscersi in se stessi ed uscire dal branco

    1. Thelonious

      Ai giovani occorre parlare innanzitutto del desiderio di infinito, di felicità, di compimento che esiste nel cuore.
      E, anche, dell’esperienza del dolore, dell’incompiutezza, del fallimento che quotidianamente ed esistenzialmente sembra contraddire quel desiderio di totalità.
      “Niente è tanto incredibile quanto la risposta a una domanda che non si pone”, scriveva Niebuhr.

      In me, in gioventù, qualcosa è cambiato quando qualcuno mi ha parlato di questo, in questi termini, e di cosa c’entrasse Cristo in tutto questo.

      Sentire parlare di riflessione, amore, perdono senza quanto detto prima sinceramente non credo che mi avrebbe interessato.

      1. Antonio Spinola

        “Ai giovani occorre parlare innanzitutto del desiderio di infinito, di felicità, di compimento che esiste nel cuore. E, anche, dell’esperienza del dolore”.
        … e parlare di “fedeltà”, questa grande assente nell’educazione e nella pastorale.
        Perché solo un sentimento di profonda fedeltà può farci recuperare il desiderio d’infinito nel momento del dolore e del fallimento.

  22. sabino

    Leggete l’Egitto tra realtà e fantasia di Magister su Settimo Cielo di oggi e avrete subito un esempio di come non si deve condurre il dialogo con le altre religioni. Se si dice preliminarmente e apertamente che l’Islam è una religione di pace, non si fa altro che ribadire nell’interlocutore la convinzione che egli ha ragione e non ha nulla da cambiare. Inoltre gli suggerisce l’idea che affermazioni di tal genere, così lontane dalla realtà, sono dettate solo dalla paura e non suscitano stima nè verso chi le dice, nè nella religione che rappresenta e tanto meno aiutano i cristiani perseguitati. La verità, anche se con con delicatezza e rispetto per chi ascolta, deve essere sempre detta. altrimenti si riduce il colloquio in in teatrino o in una finzione.

  23. Fabrizio Giudici

    un momento: tagliatelle con che ragù ?

    Per essere precisi, anche sulla pasta: pici all’aglione. Se poi vuoi la carne, allora ragù di cinghiale.

    in quanto al post, mi pare che la sciùra miriano abbia fatto notare un dettaglio che poi dettaglio non é:

    Infatti il punto è che il documento in sé, in un’altra epoca e in diverso contesto, ovvero con una Chiesa gerarchica che parla chiaro, non creerebbe tutte queste reazioni. Invece vediamo una Chiesa gerarchica in cui il Papa diffonde video come quello dell’anno scorso, in fermo immagine qui sotto:

    https://www.repstatic.it/video/photo/2016/01/06/295825/295825-thumb-full-intenzione_di_preghiera_di_papa_.jpg

    1. blaspas59

      Stavo per commentare propio questo. Come é che molti commentatori (é la padrona del blog anche)si indignano oggi col consiglio pontificio per il dialogo inter religioso quando da un anno circola questo video?
      Siamo sempre con la Veritá o solo quand é meno doloroso? Non si dovrebbe tutti incominciare a parlare come Anna Silvas?

      1. Vabbè allora tieni buoni solo i commenti di chi si indigna “da sempre” (meglio così?).

        Che poi che tu ci creda o no, io, ad esempio, è la prima volta che vedo il video in questione…
        Puoi sempre indignarti anche per questo.

        1. blaspas59

          No Bariom io son mi indigno, io cerco di stare con la Veritá sempre, cerco di non mi mettermi i paraocchi quando non mi conviene, se leggo documenti papali é mi vengono i dubbi non dico che sono chiari perche lo Spirito Santo li ha inspirati. Basterebbe questo.

          1. Il che presume un tuo (pre)giudizio su quelli che non agiscono come te (che cerchi di stare nella Verità sempre)…
            Grazie del tuo commento che cmq non aggiunge un bel nulla al confronto qui svolto.

          2. Navigare necesse est

            Ehilà, blaspas59, anche tu hai abbandonato le acque della Cirenaica? Bentrovato!

  24. Alberto Speroni

    una bellissima lettera da inviare giusto giusto a Bergoglio con un’ultima postilla da aggiungere per completare il tutto : Dio è …cattolico !Amen!

  25. Francesco

    Costanza immensa. Che Dio ce la preservi ancora così lucida e pungente per molto.

  26. Navigare necesse est

    Ho menzionato il professor Williams, eminente tibetologo e importante studioso del buddismo, convertitosi in gioventù dall’anglicanesimo al buddismo tibetano e in età matura dal buddismo tibetano al cattolicesimo. Questa intervista (in inglese), nella quale parla diffusamente del suo approdo finale nella Chiesa e mette in luce alcuni tratti caratterizzanti dell’una e dell’altra religione (all’inizio dell’intervista tratta anche della questione se il buddismo si possa considerare una religione), offre spunti di sicuro interesse. Notevole, per esempio il punto in cui spiega come la sensibilità per la tradizione (l’ininterrotta trasmissione dell’insegnamento dal fondatore ai suoi discepoli odierni) sviluppata in ambito buddista abbia giocato un ruolo decisivo nella sua opzione per il cattolicesimo (ne parla dal minuto 42° in avanti); o il punto in cui indica il cuore del suo essere cattolico, della sua vita cristiana, nella… Santa Messa! (dal minuto 48° circa).

  27. Navigare necesse est

    P.S. Beninteso, il professor Paul Williams non è la bocca della verità, né sul buddismo né sul cattolicesimo, e certamente alcune delle sue affermazioni sono opinabili. Ma altrettanto certamente non è uno sprovveduto, è un buon conoscitore di entrambe le religioni ed è, soprattutto, una persona intellettualmente onesta (oltre che, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, positiva e simpatica).

    1. @Navigare, nessuno pretende sia lui o altri la “bocca della verità” su buddismo o cattolicesimo, ma quello che conta è la sua personale esperienza, ricca e ancor più corroborante dato che nel Cattolicesimo sfocia e interessante perché è persona che ha possibilità e capacità di trattare questi argomenti…
      Poi potrebbe il suo anche essere un solo unico e irripetibile percorso, non ha molta importanza.

      Quello che a me rimane di questo giro di commenti, esperienze e pareri, è che vi sono prese di posizione e “discese in campo” che trovano si agganci e conforto in questioni dottrinali, magisteriali e persino un po’ stringentemente “letterali”, ma – come sempre – ciò che si ritiene valido perché lo si conosce in modo più approfondito, lo si difende e lo si difende perché si vede il buono che esiste anche dove fosse, diciamo, un “buono parziale”.

      Molto spesso accade anche esattamente l’opposto.

      Così, come ci si spende appassionatamente per qualcosa che si conosce e si apprezza, talvolta si mette la stessa passione per negare qualcosa che non si conoce a fondo e che sostanzialmente solo non si riesce ad aprezzare… e credo di non aver detto nulla di nuovo sull’animo umano e su cosa talvolta lo muove.

      Personalmente apprezzo sempre le persone che sanno trasmettere una emozione nella loro passione, quando è sincera e genuina (ancorché lecita s’intende), anche quando l’oggetto di questa “passione” non rientra tra i miei specifici interessi.

    2. Luigi igiul

      @Navigare,
      Non sapevo che il Williams si fosse convertito. Il video che ha postato ha una versione italiana? Sono molto interessato in merito, ma faccio fatica a seguire una conversazione in quella lingua.

  28. Pingback: Per una Chiesa in missione (virile) – Breviarium

  29. girab@libero.it

    cara Costanza, stra condiviso tutto… ” sillaba per sillaba”. Il grande cocomero certa gente di chiesa ormai lo ha al posto del cervello, o del cuore, non so…. Ma perché queste cose (solitamente, almeno) non si sentono proclamare dai pulpiti domenicali? Perché siamo noi laici (solitamente) a farlo da altri pulpiti , non esattamente ortodossi? CI SEI ALLA MARCIA PER LA VITA? noi quattro pensiamo di venire… una fatica, ma ne val la pena…. Giuseppe Rabajoli Sestri Lev

  30. “La Chiesa si è gravemente sbagliata per quanto riguarda la natura della sua vera crisi, se pensa che la sua missione essenziale sia di offrire soluzioni a tutti i problemi politici in materia di giustizia, di pace, di povertà, di accoglienza dei migranti, ecc trascurando l’evangelizzazione […]
    Se la Chiesa, con l’ossessione che ha oggi con i valori della giustizia, dei diritti sociali e della lotta contro la povertà, finisce come di conseguenza dimenticando la sua anima contemplativa, lei non riuscirà nella sua missione e lei sarà abbandonata da un gran numero di suoi fedeli, per il fatto che essi non sapranno più riconoscere in lei ciò che costituisce la sua specifica missione “.

    Così il cardinale Sarah ad Aiuto alla Chiesa che Soffre in una intervista del 18 aprile scorso.

    1. Voglio sperare che la chiesa prenda coscienza di questa gravità, ed eresia….La sua missione è di annunciare Cristo Risorto, il resto è di conseguenza …..Buona giornata….

  31. Marco Gesi

    Sostenere che Cristo e Buddha abbiano promosso la via della nonviolenza è senz’altro una stupidaggine.
    Costanza Miriano non è da meno quando dice “Buddha non esiste perché la reincarnazione non esiste”. La frase si commenta da sola. Un buddhista potrebbe sostenere che Gesù, che per i cristiani è Dio, non esiste perché Dio non esiste. Complimenti alla logica di Costanza! Il dialogo interreligioso è spesso inutile, soprattutto quando si cerca di mescolare capre e cavoli. Il dialogo potrebbe servire però per conoscere meglio l’altro senza pregiudizi e per non scrivere le sciocchezze che ha scritto Costanza a proposito di Buddha.

  32. little angel

    Solo perché tu non credi nel buddismo, non significa che questa sia una ” falsa religione ” .Cerchiamo di rispettarci gli uni con gli altri , di conseguenza accettando anche il fatto che coloro che credono in un’altra religione non abbiano scelto una via sbagliata … scusami , ma mi è sembrata una mancanza di rispetto verso quelle persone che credono nel buddhismo.
    E poi , chi lo dice che la reincarnazione non esiste … ci sono molte prove in merito ( sia documenti che video ) ad alcuni casi realmente avvenuti , esattamente come i miracoli con nostro signore.

    1. admin @CostanzaMBlog

      Infatti se un buddista mi dice che non crede che Gesù è figlio di Dio e non è risorto io mica mi offendo, mi dispiace per lui.

    2. Alfredo Bompiani

      “chi lo dice che la reincarnazione non esiste ”

      O_______O

      Ma per piacere….

      Non so se lo sai, Little Angel, ma uno dei nostri articoli di Fede, uno dei nostri dogmi, è la resurrezione della carne, vale a dire il ricongiungimento tra spirito e corpo alla fine dei tempi (in un nuovo corpo trasfigurato ma sempre il nostro).

      Ora dimmi, se fosse vera la reincarnazione con quale corpo si risorgerebbe? L’Eterno Padre tirerebbe a sorte con uno degli svariati corpi “occupati” (dico occupati perché sottesa alla reincarnazione c’è l’idea gnostica di corpo come prigione dell’anima, che viene vista come un qualcosa di impersonale) nelle svariate incarnazioni?

      Inoltre la reincarnazione è pcoo differente dall’annichilimento, dal morire per sempre, poichè di fatto la propria vita, i prori affetti, tutto ciò che si è vissuto, verrebbe cancellato per lasciare spazio ad una nuova incarnazione, un nuovo inizio da zero. Addio padre, madre, amici ecc… Per sempre.

      Quindi non è solo una eresia (e tra le più gravi) per un cattolico, ma anche una tesi infinitamente meno consolante della Resurrezione della carne.

      Non so te, cara/o little angel, ma io voglio rimanere sempre me stesso.

      Passi che un buddista creda nella reincarnazione, ma che un cattolico pensi che tale idea sia compatibile con la Fede Cattolica (ma anche con qualunque altra confessione cristiana) è inaudito.

    3. Fabio

      Su questo avrei dei dubbi e dei timori soprattutto. Pensa che se dovessimo reincarnarci in base a quello che abbiamo fatto nella vita diventeremmo tutti galline e scorpioni. Non credi? Se queste sono le prove allora la reinc e’ vera, il mondo e’ pieno di cornacchie, vipere e di lupi travestiti da uomini…..

  33. Giancarlo Belli

    Scusate se mi permetto, ma che sta succedendo al sito di Enzo Pennetta? http://www.enzopennetta.it/wordpress/

    Internal Server Error

    The server encountered an internal error or misconfiguration and was unable to complete your request.

    Please contact the server administrator, postmaster@www.enzopennetta.it and inform them of the time the error occurred, and anything you might have done that may have caused the error.

    More information about this error may be available in the server error log.

    Mi pare di capire che siamo alla censura senza se s senza ma. Incredibile, veramente.

    1. @Giancarlo è un errore tecnico che si può verificare per più di un motivo…

      Aspettiamo prima di gridare al complotto e alla censura …
      La piattaforma WordPress non è Facebook, ma tutto può essere.

        1. Voglio dire marierose, che quando una pagine web (o un sito web) non è visualizzabile e si visualizza un errore come quello descritto da Giancarlo, può esserci più di un motivo tecnico (aggiornamento del sito, spostamento del sito su altro server, errore durante una aggiornamento del sito, ecc, ecc.).

          Peraltro sul profilo FB di Pennetta, non trovo notizie di avvenuti oscuramenti o altro… aspettiamo. 😉

        2. Fabrizio Giudici

          Bariom vuol dire che, disgraziatamente, i sistemi informatici si rompono da soli e se il titolare in questo momento non si è ancora accorto del problema (cosa che, essendo domenica, è molto probabile), il problema non si risolve da solo…

            1. maria

              Ciò che a me lascia ancor più interdetta è che nel documento del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso al punto 6 il cardinale Tauran invita a “rimanere” impegnati nelle proprie religioni .. ” pur riconoscendo l’unicità delle nostre due religioni, verso le quali rimaniamo impegnati ….e insegnare ai nostri rispettivi seguaci come combattere il male ”

              Ora, un conto è il dialogo ( per carità, tutto un Politically Correct come si usa oggi neeeeh!!!… ) al termine del quale, credendo nella bontà delle proprie tesi ci si aspetta perlomeno avere una possibilità di seguito, – altro è invitare tout court a rimanere sulle proprie posizioni !
              Che barba questi prelati cosi zelanti. A furia di non ferire nessuno alla fine riescono a non dire più niente a nessuno.
              Anzi , di questi tempi in cui il baricentro di molti è oscillante contribuiscono a mantenerlo in moto perpetuo.

              @Fabrizio Parecchi ragazzi musulmani già frequentano gli oratori. Lì sono aiutati a praticare la loro religione, a dire le loro preghiere, a mangiare i loro cibi, restando insieme ai ragazzi cristiani.”

              Devo dire che accade nella Diocesi di Milano. Comunità musulmane si “fanno conoscere” con tanto di opuscoli in Italiano, Inglese ed arabo. Il fatto poi che siano in arabo che per i veri credenti è la lingua ufficiale dell’islam, la dice lunga sul loro modo di intendere il dialogo -ovvero diffusione della loro religione. Saputo a posteriori di questo evento, farò in modo da parlarne in modo costruttivo col Parroco. Facciamolo in tanti.

  34. Fabrizio Giudici

    “Di nuovo: ti risulta che qualcuno abbia qui scritto che tutti buddisti finiranno all’inferno? No. E allora perché tiri fuori l’argomento a vanvera?”

    Non era a vanvera, era la conseguenza del mio ragionamento, non ti stavo citando. Ora, chi è che fa dire cosa a chi?

    Dunque avevo capito male: non avevi citato a vanvera, tu proprio ragioni a vanvera.

    @Marco Gesi “Buddha non esiste perché la reincarnazione non esiste”. La frase si commenta da sola.

    Visto che ci siamo tutti allineati sul fatto che Buddha ha interrotto il ciclo delle reincarnazioni e che, d’altronde, non si reincarna l’anima o qualsiasi altra cosa che possa essere chiamata “persona”, potrei porre la domanda: dov’è Buddha adesso? Mi pare che la risposta sia: Buddha non esiste più. O no?

    Un buddhista potrebbe sostenere che Gesù, che per i cristiani è Dio, non esiste perché Dio non esiste.
    Infatti mi sembra coerente con le posizioni di un buddista. E allora?

    @little angel Solo perché tu non credi nel buddismo, non significa che questa sia una ” falsa religione ”.

    Guarda, per essere più precisi per me non è neanche una religione: è una filosofia. Una religione parla di una o più divinità. Non vedo divinità nel buddismo. Mi sbaglio?

    Ovviamente per me è una filosofia che ha una visione del mondo falsa.

    E la reincarnazione non esiste: né ci sono prove.

    Questa non è una mancanza di rispetto: è la presa d’atto che le persone pensano in maniera radicalmente diversa. Le rispetto nella loro diversità; non mi sento costretto a dover fare del mondo un totale pastone dove tutto è contemporaneamente vero. Se questo è compatibile con la logica orientale, non lo so: spero di no. Comunque nella logica occidentale vale il principio di non contraddizione.

    1. Alfredo Bompiani

      @Fabrizio Giudici

      “la reincarnazione non esiste: né ci sono prove.
      Questa non è una mancanza di rispetto: è la presa d’atto che le persone pensano in maniera radicalmente diversa. Le rispetto nella loro diversità; non mi sento costretto a dover fare del mondo un totale pastone dove tutto è contemporaneamente vero. Se questo è compatibile con la logica orientale, non lo so: spero di no. Comunque nella logica occidentale vale il principio di non contraddizione.”

      Hai perfettamente ragione. Massimo rispetto per i buddisti, facciamo pure dialogo ecumenico finché vogliamo, ma rimaniamo ben chiari sul fatto che la reincarnazione non esiste, nè può essere contemplata come “tesi Teologica” per un cattolico.

      Questo perchè noi abbiamo come artìcolo di Fede la resurrezione della carne e soprattutto il fatto che Cristo è l’unico che può liberarci dal peccato, con la Sua Grazia.

      L’idea di reincarnazione, invece, non solo confuta la resurrezione della carne, ma anche la salvezza per Grazia, perché è puro pelagianesimo. Ci si incarna svariate vite per saldare il conto karmico, è un rigido determinismo nel quale non c’è minimamente spazio per nessuna Misericordia, dove l’uomo si paga da se la salvezza (che poi, chiamare “salvezza” l’estinzione del se, di fatto il buddismo vede come salvezza l’annichilimento).

      C’è molta più incompatibilità tra buddismo e cristianesimo che tra cristianesimo e islam; sono proprio due mondi completamente diversi, incommensurabili.

      Bella l’osservazione anche sul principio di non contraddizione. Pare che gli orientali abbiano una logica diversa in tal senso, che non va molto d’accordo con il terzo escluso.

    2. Per me il Buddismo è solo una filosofia……mi sono recata spesso con il mio marito in Asia, per diverso tempo, ho avuto modo di Parlare con un prete Cristiano e mi ha detto la stessa cosa….non mi sono interessata più di tanto buddismo. Sono Cattolica e credo in Cristo Gesù. La Santa Trinità….

    3. Luigi igiul

      @Fabrizio Giudici
      “Visto che ci siamo tutti allineati sul fatto che Buddha ha interrotto il ciclo delle reincarnazioni e che, d’altronde, non si reincarna l’anima o qualsiasi altra cosa che possa essere chiamata “persona”, potrei porre la domanda: dov’è Buddha adesso? Mi pare che la risposta sia: Buddha non esiste più. O no?”

      Nel buddhismo Mahayana il Buddha non è uno solo, ma infiniti, perché chiunque raggiunga l’illuminazione diventa un Buddha, un illuminato, vale a dire colui che conosce tutte le cose così come sono, nella loro vera realtà e non in apparenza come le vede un comune mortale. Raggiungere quello stato non è semplice, anzi! I Buddha e i bodhisattva (in senso riduttivo possiamo dire che sono coloro che hanno fatto voto di raggiungere la buddhità per il bene di tutti gli esseri senzienti, ma che ancora non sono Buddha) si impegnano ad aiutare tutti, ma proprio tutti. Esiste, ma è davvero molto riduttivo parlare in questi termini, una sorta di paradiso buddhista, quindi è fuorviante dire che il buddhismo tout court punti al nichilismo. A leggere certi testi di autori mahayana, si resta stupiti per la spiritualità che trasmettono.

      Per quanto riguarda il discorso sulla religione, conviene andarci piano nel liquidare il buddhismo come una semplice filosofia: ci sono figure paragonabili a quelle dei santi cui ricorrere in cerca di aiuto, sostegno ecc…, ma ci sono anche le divinità – non assimilabili al nostro concetto di divinità. Ci sono anche sei inferni, ma anche qui non sono paragonabili al nostro concetto di inferno. Occorre tenere sempre presente che si tratta di una impostazione completamente diversa da quella del pensiero occidentale e anche il concetto di religione è molto diverso.

      Quanto ho scritto, non vuole essere una difesa del buddhismo in chiave sincretista, ma solo la presentazione di alcuni aspetti che devono aumentare la consapevolezza del fatto che le notizie che circolano in merito qui in Occidente sono quanto più lontano possa esserci dalla realtà. Giusto per fare un esempio, ci sono testi di autori del buddhismo nella sua forma mahayana che mettono in seria difficoltà i commentatori, tanto che persino eminenti studiosi occidentali (vedasi il Williams) rinunciano a metterci mano per quanto complessi sono i concetti espressi.

      1. Fabrizio Giudici

        “Nel buddhismo Mahayana il Buddha non è uno solo, ma infiniti, perché chiunque raggiunga l’illuminazione diventa un Buddha, un illuminato, vale a dire colui che conosce tutte le cose così come sono, nella loro vera realtà e non in apparenza come le vede un comune mortale. Raggiungere quello stato non è semplice”

        Ma io leggo conferma che “essere Buddha” è uno stato; la persona non esiste più.

        ci sono figure paragonabili a quelle dei santi cui ricorrere in cerca di aiuto, sostegno ecc

        Ma questi “santi” sono persone, ancora in esistenza, seppur non terrena? Non mi pare, no?

        Occorre tenere sempre presente che si tratta di una impostazione completamente diversa da quella del pensiero occidentale e anche il concetto di religione è molto diverso.

        Appunto… Se tutto è molto diverso, è tutto molto non cristiano.

          1. Fabrizio Giudici

            Ovvio che è tutto molto non cristiano: è un’altra religione!

            Sì Luigi, ma era un mezzo eufemismo: ho scritto “molto”. Anche l’Ebraismo e l’Islam sono un’altra religione, ma almeno ci sono certi concetti comuni ragionevolmente comprensibili. C’è un Dio personale, noi siamo persone con identità propria e anima immortale.

            Ricordiamo che, rispetto al buddismo, stiamo discutendo di due cose: uno, come evangelizzarli, e allora niente da dire, è necessario avere conoscenza di tutto; due, se invece certe cose possono esserci utili (facendo presente che comunque la Chiesa è “autosufficiente”). Io posso anche leggere certi aneddoti ebraici o islamici e interpretarli in chiave cristiana, tutto sommato senza neanche deformarli. Con il buddismo è tutta un’altra storia.

  35. Grande Costanza !!!!!
    E la tua grandezza non sta’solo nell”ardore”da innamorata di Cristo con cui dici cio’che pensi ,ma per il coraggio che hai di dire tutto cio’che hai nel cuore pur sapendo di andare controcorrente …ma sei in ottima compagnia perche’il primo ad andare contro corrente e’proprio Gesu’e purtroppo questo,una buona parte della gerarchia ecclesiale dopo 2000 anni non l’ha ancora capito ,perche’e’piu’comodo cercare i consensi che la Verita’…

  36. Gianluca

    ….ahaha…. c’ho il cuore in fiamme! Grande Cost! …. Dopo l’iniziale calcio al che ho dato volentieri al mio animo tendenzialmente cauto ( …Bigotto ahimè)…che tende a lavorare in pace certi ambienti (non so sa mai….)… Sono contentissimo e entusiasta di leggere queste parole, e il modo come le hai scritte!
    Grazie ancora una volta!
    ✌️😃💪

  37. vale

    ecco. non so se verrà tradotto in italiano.

    ma dopo questo comincio ad avere qualche lume sul perché di certe esternazioni papali. soprattutto in economia….

    http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/compagno-bergoglio-libro-the-political-pope-svela-mentore-146945.htm

    Ha anche raccontato ai giornalisti Javier Camara e Sebastian Pfaffen di aver letto da giovane tanti libri sul comunismo che gli dava il suo datore di lavoro e che ci sono stati periodi in cui aspettava con ansia l’uscita del giornale La Vanguardia che non era venduto insieme agli altri quotidiani ma che era diffuso dai militanti socialisti.

    Il “capo” a cui Papa Francesco fa riferimento è Esther Ballestrino de Careaga che descrive non solo come una fervente paraguaiana comunista ma anche una delle sue grandi mentori. “Lei spesso leggeva libri rossi e poi li passava a me così come testi sui principi di un’America Latina comunista.

    Leggere queste dottrine mi ha aiutato a realizzare questioni sociali che poi avrei ritrovato nella dottrina cattolica.

    Da Vescovo di Buenos Aires mise in salvo volumi di letteratura marxista della sua famiglia dalle autorità che volevano requisirle. Bergoglio fece anche contrabbando di libri comunisti incluso il Capitale di Marx.

    Papa Pio XI dichiarò la seguente teoria: “Nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un buon socialista”. A sentire parlare oggi Papa Francesco sembrerebbe che nessuno possa essere allo stesso tempo un buon cattolico e un oppositore del socialismo.

    “L’ineguaglianza è la radice del male”, scrisse Bergoglio su Twitter nel 2014.

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