Farina di soia il Molino Chiavazza


Uno dei prodotti della VEGANBOX che vado a recensire è la farina di soia Molino Chiavazza.
Non conoscendo il produttore ho voluto andare a vedere il sito, per avere un’idea generale. Bella la sezione Storia dove si può leggere della nascita di questa azienda e vedere foto dello stabilimento e dei lavoratori nei primi anni di attività.
Come si può vedere sempre nel sito, oltre alle classiche farine e lieviti, la ditta ha un’ampia gamma di prodotti che il mercato oggi richiede: linea senza glutine, linea benessere, prodotti biologici.
Ogni prodotto ha una scheda dove si possono leggere le caratteristiche specifiche e alcune ricette consigliate, peccato che nel nostro caso troviamo solo una torta salata gluten free con verdure e speck, speriamo aggiungano qualcosa di vegan!
Diversamente da quanto si trova di solito, il pacchetto di questa farina è in plastica e non in carta, cosa che un po’ mi dispiace perché credo la carta sia meno impattante per l’ambiente, ma non sono esperta nel settore riciclaggio quindi potrei sbagliarmi. A parte questo, ritengo che la confezione sia molto bella e con dettagli attuali, soprattutto è stata pensata molto bene, vi spiegherò poi perché. I colori dominanti sono verde e bianco con scritte nere, nella parte superiore si vedono foglie e baccelli di soia di un bel verde brillante, sotto in un font semplice ma chiaro viene indicato il prodotto e ben visibile la dicitura “biologica”. Si vuole evidenziare l’alto contenuto di fibre (19g su 100 di prodotto) e proteine (41). Alcuni particolari che mi sono piaciuti: la finestrella (che io metterei ovunque) per vedere il prodotto, la chicca è che si trova all’interno di una ciotolina quindi sembra che la farina sia al suo interno; sul lato destro la scritta simil pennarello “veg love” . Sono delle piccolezze ma ritengo che siano d’impatto.


Sulla parte sinistra oltre alle immagini di 3 ricette preparate con questo prodotto, sono ben visibili i marchi VEGANOK  e biologico.

Nel retro, anche questo curatissimo e chiarissimo, ci sono diverse informazioni riguardo la soia e l’utilizzo in cucina. Al centro vengono indicati i valori medi per 100g, alcuni dei quali vi ho riportato sopra, e sulla destra gli ingredienti: soia 100%.


La data di scadenza è stampata sulla sinistra, da quando mi è arrivata la VEGANBOX circa 6 mesi, non è tantissimo, meglio così perché questo significa che veramente non ha conservanti. Il codice azienda sulla sinistra è ben visibile, come tutto il resto.
Prima ho accennato al packaging che io ritengo ben studiato per 3 principali motivi: primo la base della confezioni è più larga della parte alta, questo permette di appoggiare in modo sicuro il pacchetto; secondo dettaglio il taglio per l’apertura guidata che permette di non rompere tutto per aprirlo; terzo e forse più importante quella specie di binario che permette di chiudere la confezione (guardate la foto e capite cosa intendo, a parole non so descriverlo) senza l’uso di mollettine ma solo con la pressione delle dita!


Quando ho aperto il pacchettino ho notato subito che la farina risulta un po’ appallottolata ma queste palline si sfaldano appena si toccano e la farina risulta soffice e molto fina; il profumo è forte e inconfondibile, ma non pesante; il colore è tendente al giallo, un po’ come quella di ceci, d’altronde sempre legume è.

La quantità del prodotto è 375  grammi, un peso che difficilmente si trova in giro, forse è poco, ma è anche vero che questa farina, come scritto nel retro, non va usata pura ma miscelata con altre. Forte di questo avviso, la prima ricetta che ho voluto provare è stata una crepe di sola farina di soia, convinta che qualcosa sarebbe venuto fuori..invece mi sbagliavo. Una volta mescolata la farina con l’acqua ho messo il composto nella padella adatta e ho atteso che l’acqua evaporasse lasciando il posto alla crepe. Ho aspettato, aspettato, aspettato… alla fine ci ho rinunciato, perché il composto continuava a fare bolle ma non si rapprendeva mai. Allora ho pensato: beh, non importa che forma ha, assaggio comunque. Pessima idea anche in questo caso, l’agglomerato che ho provato a mangiare era una specie di colla che non voleva scendere, quindi ho dovuto eliminare la poltiglia (per fortuna erano solo 30g) e rifare tutto seguendo le istruzioni! Mescolando farina di ceci e di soia (20%) ho rifatto la crepe (di solito la faccio di sola farina di ceci per colazione) e devo dire che il risultato è positivo, anche se si sente poco il gusto dato che la farina di ceci è già di per sé molto profumata e gustosa. Vorrei provare a metterne su vellutate di verdura, ma prima devo assicurarmi che ci siano delle ricette testate che mi assicurino un buon risultato!
Link all’azienda:
https://www.veganok.com/it/company/il-molino-chiavazza/
Link al prodotto:
https://www.veganok.com/it/product/farina-di-soia-tostata/
Link ai prodotti:
https://www.veganok.com/it/products/molino-chiavazza/

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Renata Balducci, presidente di Associazione Vegani Italiani e fondatrice di Veganblog
  1. La plastica so che può essere fatta biodegradabile ma non sembra sia meno impattante per l’ambiente. Grazie della bella recensione 🙂

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  2. S io la uso come “condimento” spolverandola su vari piatti in quantità non eccessive

    bless and love!

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  3. L la usi come condimento? E di cosa sa? Io uso o lievito aliment o mix di semi macinata al momento….racconta!

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  4. G molto semplice, le farine di legumi (qualsiasi legume) io le utilizzo come fossero lievito alimentare in scaglie, le spolvero sulla pietanza e via. Mai usate come farine, sempre così

    bless and love!

    Reply

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