Zero. Come le vittorie nel Sei Nazioni, come i punti conquistati in classifica, come quelli segnati a Edimburgo. Il settimo Cucchiaio di Legno dell'Italia assume i contorni peggiori. Gli azzurri escono da Murrayfield con un senso di inadeguatezza e di frustrazione enorme. Le occasioni per stare in partita le hanno avute, ma non sono mai riusciti a segnare, né al piede - tremendi i tre errori di Canna nel primo tempo, chiuso sul 15-0 - né in avvio di ripresa, quando la Scozia si è trovata senza il capitano Barclay: in 10 minuti passati dentro i 22 avversari non c'è stato modo di passare. E così il Cardo, sornione, festeggia la terza vittoria nel Torneo - non succedeva dal 2006 - dando dimostrazione di pazienza e classe, di un livello di maturità e di gioco che l'Italia di O'Shea, oggi, non ha.
PRIMO TEMPO — La pioggia e i tanti errori di handling preannunciano una partita di trincea. Le consegne di O'Shea sono chiare: si privilegia il territorio, con Padovani, Venditti e McLean a calciare continuamente i possessi nella metà campo scozzese, e si contesta ogni singolo possesso nel gioco a terra. Un banale in avanti di Gori porta alla prima mischia, che gli azzurri perdono malamente e che dà a Hogg il calcio del 3-0. La touche manda segni preoccupanti (4 perse nel tempo), ma la maul garantisce avanzamento e gli scozzesi non sembrano in giornata. Non lo è però nemmeno Canna: al 20' Gori gioca veloce un calcio, entra nei 22 dove la Scozia concede una punizione in ruck: il n10 delle Zebre sbaglia un piazzato elementare e si ripeterà 10' più tardi. In mezzo il Cardo segna la prima meta: la difesa azzurra viene messa alla prova con 20 fasi dentro i 22 finché l'Italia non concede un calcio. Il vantaggio non è sfruttato, si passa per la touche e dopo un'altra manciata di fasi sfonda Russell, he trasforma. La seconda metà arriva al 37': Hogg esplora al piede e trova l'angolo di Venditti scoperto, da touche la Scozia arriva a 5 metri, poi Russell calcia l'assist per la meta: sull'angolo destro si ostacolano lo stesso Hogg e Venditti, con Scott - subentrato a Jones - che schiaccia. Anche l'ultima azione azzurra non dà frutto: il fallo in ruck scozzese dà a Canna un calcio angolato da 25 metri, che il numero 10 sbaglia ancora.
SECONDO TEMPO — L'Italia si aggrappa alla maul, la sola arma davvero efficace nel primo tempo per avanzare. La Scozia fatica a tenere gli azzurri, si susseguono i calci di punizioni, le touche e le maul, ma la diga scozzese sulla linea di meta tiene e quando si tenta di andare al largo e sfruttare il soprannumero, la trasmissione è pessima, con Esposito che viene raggiunto e tenuto alto da Hogg mentre si tuffa in meta. Il giallo a Barclay per fallo in ruck sembra il preludio della segnatura, e invece la difesa scozzese si esalta e l'Italia non ne esce: ancora touche, pick and go sulla linea di meta e ancora palla fuori, verso destra, con Hogg che compie un altro miracolo su Esposito, negandogli la meta in bandierina e sporcando l'offload su Padovani. L'in avanti fa esplodere Murrayfield come una meta. Da quel momento in poi l'Italia si affloscia e il Cardo torna padrone: al 22' Hogg calcia in area di meta azzurra, Esposito e Padovani si ostacolano e Visser schiaccia; al 33' le tante fasi dentro i 22 producono il sovrannumero al largo che Seymour converte per la quarta meta, quella del bonus. La Scozia si prende anche l'ultima soddisfazione, strappare un turnover alla maul azzurra, l'unica arma che ha patito, e il finale è emblematico: Italia dentro i 22, in avanti, palla persa e partita finita.