I mafiosi «non hanno senso dell’onore o del coraggio. I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi». E se a dirlo è Sergio Mattarella, Capo dello Stato e fratello di una vittima della mafia quale suo fratello Piersanti, c’è da crederci.

Il Presidente della Repubblica parla forse per la prima volta esplicitamente in questa doppia veste, a Locri con l’associazione Libera di don Ciotti, nella Giornata dedicata alle vittime delle mafie. Il dolore personale traspare dalle sue parole. Un monito, ma anche una testimonianza personalissima. E infatti c’era anche il nome di Piersanti Mattarella nel lunghissimo interminabile elenco delle vittime innocenti, letto dai familiari, accolto da un applauso della gente.

Ma contro la mafia, dice Mattarella, si può e si deve fare di più. «E’ necessario non fermarsi. Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio e della corruzione, che sono quelle dove la mafia prospera». Arbitrio, corruzione, criminalità organizzata: i tre flagelli dell’Italia di oggi.

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