ospite a domenica in

Gentiloni: «Avanti con le riforme, giù le tasse sul lavoro»

di Nicoletta Cottone

Il premier Paolo Gentiloni

4' di lettura

«L’obiettivo del prossimo documento di economia e finanza è un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro», per garantire «investimenti sul lavoro più vantaggiosi». Il premier Paolo Gentiloni, ospite a Domenica In, parla di economia, lavoro, riforme, migranti, elenca la nuova agenda di riforme. Intervistato da Pippo Baudo ha sottolineato che «la crescita italiana può migliorare», ha ricordato la figura di Carlo Azeglio Ciampi. Ha sottolineato che la corruzione non deve essere un alibi «per non fare», ha detto che il flusso di migranti «non si cancella con la bacchetta magica» e ha bacchettato la Ue, «rigida sui bilanci», ma non sul capitolo migranti.

C’è bisogno di iniziative speciali per il Sud
Per Gentiloni «c’è ancora bisogno di iniziative speciali per il Sud, la crescita italiana può migliorare se si alza la crescita al Sud. Lo aveva capito alla grande Carlo Azeglio Ciampi. La questione meridionale è una grandissima opportunità per lo sviluppo di questo Paese».

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Nuova agenda di riforme
Poi la nuova agenda delle riforme. «Tra un mese il Parlamento deve approvare la strategia che in autunno si tradurrà nella legge di bilancio, dobbiamo usare quella scadenza per mettere insieme una agenda del mio governo, che è stato fatto in 48 ore, ora deve darsi un passo di riforme più strutturato», ha detto il premier. Gentiloni ha elencato le riforme: «Lavoro, Mezzogiorno, riforma del processo penale, la nuova legge sulla concorrenza, la legge sulla povertà e spero di avere buone notizie la prossima settimana. Abbiamo capitoli di riforme da completare: pubblica amministrazione, scuola. Io vorrei togliere questa idea di provvisorietà dandoci una agenda».

Dal Parlamento più produttività e meno risse
Gentiloni ha apprezzato che «la legge sul Mezzogiorno sia stata approvata senza fiducia che ormai è diventata un'eccezione». Ha sottolineato che vorrebbe «un Parlamento in cui si collabora nell'interesse del paese, un Parlamento che non è palcoscenico per risse. Certo le opinioni sono diverse, ma vorrei meno scontri e litigi e un po' più di produzione di norme da parte nostra sarebbe apprezzato dai cittadini».

Ue rigida sui bilanci, ma non sui migranti
«Io non riesco ad accettare che l’Ue sia rigidissima su alcune cose, le famose virgole del bilancio o l’austerità, e invece consenta ad alcuni Paesi di non attuare le decisioni che ha preso sui migranti». Al vertice del 25 marzo, conferma il premier, al centro ci saranno due cose: «che l’Europa deve aiutare la crescita e non deprimerla e che sui migranti ognuno deve fare la sua parte». Ha ricordato l’accordo con la Libia: « tra qualche settimane gli daremo le motovedette per la guardia costiera e certamente se loro lavorano contro i trafficanti di esseri umani facciamo un passo avanti straordinario». Ha ricordato che si sta anche lavorando «con il Niger dove transita il 90% dei migranti che poi vanno in Libia». Nessuno si illuda, ha detto, che si possa fare dall’oggi al domani. Occorre un percorso graduale, un piano nei comuni per dare accoglienza dignitosa e far
lavorare i migranti, in modo che la loro attività sia utile alla comunità. Se non lavorano, ha sottolineato, «i rischi di radicalizzazione si moltiplicano».

Le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata
«Penso che le cose fatte in questi anni - ha detto ancora il premiet - ci abbiamo messo in carreggiata e alla fine le cose possono migliorare». Poi rispondendo a una domanda di Baudo: «Se devi immaginare un aggettivo per il governo dico rassicurante perche penso che l’Italia avvia bisogno di essere rassicurata». Ha raccontato la sua giornata a Palazzo Chigi: «arrivo alle 7,30/7,45», torna a casa «dopo le 21 o verso mezzanotte se c’è qualche impegno, ma comunque è un bel lavoro. E per chi fa politica lamentarsi che si lavora troppo. Finchè il fisico regge lo devi fare».

Gentiloni: il governo va avanti, accelereremo sulle riforme

Fiducia immutata in Lotti
Sollecitato da Baudo a parlare della vicenda Consip e in particolare dell’avviso di garanzia al ministro Lotti, il premier ha ricordato che l’avviso di avvio di indagini è di dicembre: «La sua vicenda non è cambiata da allora. La mia
fiducia nei suoi confronti resta immutata e mi auguro lo sia anche quella del Parlamento: non possiamo arrenderci all’idea che un avviso di garanzia rompa una regola fondamentale che è presunzione di non colpevolezza. Vedo moltissime indiscrezioni circolare, ma la notizie che lo riguardano sono di due mesi e mezzo fa, non si capisce perché oggi si chieda la sfiducia».

La scadenza del Governo è a fine legislatura
«I governi - ha detto il premier - fanno quello che dice la Costituzione e non hanno aggettivi. Noi abbiamo raccolto il testimone dal governo Renzi di cui facevo parte e più che il testimone, abbiamo preso la campanella, abbiamo cose da completare del governo Renzi e anche delle cose nuove e importanti. La scadenza è la fine della legislatura poi i governi possono finire prima se non hanno la maggioranza in Parlamento ma io dico sempre ai miei colleghi che dobbiamo lavorare non avendo in mente la durata ma le nostre responsabilità».

Corruzione, male radicato
Il premier ha anche affrontato il capitolo corruzione: «è un male purtroppo radicato, ricorrente, andiamo a ondate», ma «l’alibi del rischio corruzione non deve essere un alibi per non fare. Se per paura dell’intervento della magistratura rinviamo decisioni facciamo un torto al nostro Paese». Ai sindaci ha chiesto di prendersi, ognuno, la propria responsabilità nelle decisioni da prendere. «Penso che la società italiana abbia messo in piedi una serie di strutture, strumenti, non solo l’Anac, ma anche il modo in cui funzionano, che hanno ridotto molto il fenomeno».

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