IL FOCUS

Intesa conferma i 3 miliardi di dividendi. Generali? Ci vorrà del tempo

di Marco Ferrando

(ANSA)

3' di lettura

Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2016 con utili per 3,1 miliardi, in aumento del 13,6% sul 2015: confermati, dunque, i 3 miliardi di cedole previsti dal piano industriale. Confermati anche i 10 miliardi di dividendi complessivi alla fine del piano 2014/2017: dopo aver distribuito 3 miliardi sul 2016, 2,4 miliardi sul 2015, 1,2 miliardi sul 2014, la banca prevede ora di assegnarne altri 3,4 a valere sull’esercizio appena avviato.

La performance 2016 è stata possibile grazie a un quarto trimestre in utile per 776 milioni (erano stati 15 un anno fa), nonostante alcune poste straordinarie come la svalutazione per 226 milioni del fondo Atlante e i 473 milioni di contributi al Fondo di risoluzione per completare l’intervento sulle quattro good banks; tra le voci straordinarie di segno positivo, gli 881 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Setefi e Intesa Sanpaolo Card, rispetto a 87 milioni del 2015. Al 31 dicembre 2016, tenendo conto di 3 miliardi di euro di dividendi proposti, il Common Equity ratio pro-forma a regime è risultato pari al 12,9 per cento.

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Fin qui i conti, in una giornata in cui il titolo Intesa Sanpaolo a Piazza affari ha chiuso in rialzo del 2,65 per cento. Ma l’altro grande tema sul tavolo della banca restano i progetti su Generali, derubricati - nel comunicato stampa diffuso stamattina su richiesta della Consob - a un semplice “case study”, dopo che già ieri sera un portavoce aveva smentito lo studio di un’offerta pubblica di scambio. «Stiamo valutando opzioni di crescita esterna», ha confermato Messina parlando con gli analisti in conference call. E tra queste c’è proprio un progetto su Generali, che però «richiederà del tempo». «Stiamo valutando se dal punto di vista industriae è coerente con il nostro modello di sviluppo, solo terminata questa analisi decideremo se e come procedere con un’offerta», ha detto ancora il manager. Precisando che «in ogni caso l’impegno a distribuire 3,4 miliardi di dividendi sul 2017 è confermato. La mia priorità sono gli azionisti.

Intesa Sanpaolo ha anche annunciato la cessione del 4,88% della Banca d'Italia per 366 milioni. La partecipazione è stata acquistata da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondo Pensione a contribuzione definita del gruppo Intesa Sanpaolo, Fondo Pensione complementare per il personale del Banco di Napoli, Fondo Pensioni per il personale di Cariplo e Fondo di Previdenza di Cr Firenze. Intesa scende così al 27,81% di Bankitalia e «intende ridurre la partecipazione entro la soglia del 3%», come previsto dalle previsioni di legge, «e detenerla esclusivamente tramite Intesa Sanpaolo Vita ai fini di investimento e Banca Imi ai fini di market making».

In attesa di ulteriori chiarimenti sul dossier Generali, gli analisti si interrogano. Per Intermonte le
tempistiche sembrano «allungarsi» e «le modalità e gli obiettivi di Intesa Sanpaolo non sono del tutto chiari». In ogni caso la banca «non sembra al momento disposta» a lanciare un'offerta pubblica di scambio. Sempre Intermonte non esclude che Intesa «abbia intavolato discussioni sia con i regolatori Bce per valutare un eventuale impatto sul capitale» dell’operazione «sia con i propri azionisti e con quelli di Generali per capire le modalità per
un'eventuale partnership». Se l’appeal speculativo diminuisce «nel breve», concludono, ci sono «ancora chance significative di sviluppi nella vicenda». Per Equita, invece, Intesa ha «diverse opzioni sul tavolo, fra cui - probabilmente - un’offerta di scambio 100% in azioni e un’offerta mista azioni e cash». «La nostra ipotesi di base - concludono gli analisti di Equita - è un’offerta sul 60% di
Generali a 19 euro con 8 euro pagati cash. In questi termini l’operazione
dovrebbe comportare una riduzione del CET1 all’11%».

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