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MONDO

Usa, passa un'altra nomina controversa: Jeff Sessions nuovo segretario alla Giustizia. Ecco chi è

Sessions porta con sé un approccio conservatore in linea con il motto "law and order" (rispetto della legge e ordine) . Su temi come aborto, immigrazione e diritti civili, potrebbe spingere per "politiche estreme" che spesso colpiscono le minoranze. Alla vigilia della sua nomina, la democratica Elizabeth Warren lo ha accusato di razzismo. Il Senato l'ha zittita, mentre leggeva una lettera della vedova di Martin Luther King

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Jeff Sessions è ufficialmente il nuovo segretario americano alla Giustizia. La conferma della nomina voluta dal presidente Donald Trump è arrivata nella notte dal Senato dopo giorni di dibattiti accesi, nei quali la senatrice Elizabeth Warren è stata messa persino a tacere dai colleghi dell'opposizione: i democratici come lei hanno sollevato dubbi sulle posizioni razziali e sull'impegno di Sessions, un senatore repubblicano dell'Alabama, ad essere indipendente dall'inquilino della Casa Bianca.

La sua ascesa - con 52 voti a favore e 47 contr - avviene mentre il ministero di cui diventa responsabile è impegnato a difendere l'ordine esecutivo con cui Trump ha imposto lo stop temporaneo agli ingressi in Usa di rifugiati e cittadini di sette nazioni a maggioranza musulmana. Per questo le sue prime parole dovrebbero essere pensate per calmare le acque, specialmente dopo gli attacchi di Trump alla magistratura che sono stati criticati persino da Neil Gorsuch, il conservatore scelto dal presidente stesso per entrare nella Corte Suprema (manca ancora il via libera del Senato alla nomina).

Diventando l'84esimo segretario alla Giustizia, Sessions porta con sé un approccio conservatore in linea con il motto "law and order" (rispetto della legge e ordine) tanto sbandierato da Trump. Il timore dei difensori di diritti civili è che farà venire meno i passi avanti fatti dall'amministrazione Obama per obbligare funzionari pubblici e agenti di polizia (famosi per le loro discriminazioni a scapito di afroamericani) a rispondere del loro operato. Il timore è che su temi come aborto, immigrazione e diritti civili, Sessions spinga per "politiche estreme" che spesso colpiscono le minoranze.

Un timore che ha portato la senatrice democratica Elizabeth Warren a un appassionato intervento interrotto dal Senato Usa, che l'ha zittita. E' successo mentre la Warren stava leggendo la missiva in cui, nel 1986, Coretta Scott King contestava la nomina di Sessions a giudice federale, perchè da procuratore dell'Alabama aveva "usato i poteri del proprio incarico per un vergognoso tentativo di intimidire e terrorizzare gli elettori anziani neri". La lettera è stata resa pubblica solo lo scorso gennaio dalla National Association for the Advancement of Colored People, una delle più influenti associazioni per i diritti civili negli Stati Uniti.
Migliaia di persone hanno espresso la propria indignazione per il comportamento del Senato sotto l'hashtag #LetLizSpeak.   

"Sessions razzista". E il Senato Usa zittisce Elizabeth Warren
Elizabeth Warren legge in aula una lettera della vedova di Martin Luther King e i colleghi repubblicani, che in Senato hanno la maggioranza, le mettono il bavaglio. La battagliera senatrice, vista una volta come possibile alternativa a Hillary Clinton per la nomination democratica, stava citando un brano di Coretta King relativo alle ragioni per cui il collega Jeff Sessions, di cui oggi è attesa la conferma a ministro della Giustizia, non meritava un posto di giudice federale.

La Warren voleva dimostrare l'inadeguatezza del collega dell'Alabama al ruolo di Guardasigilli affidatogli da Donald Trump. Ma il capo della maggioranza repubblicana Mitch McConnell le ha intimato di tornare al suo posto, invocando le regole del Senato che impediscono di criticare la condotta di un collega. I senatori hanno quindi votato 49 a 43 a favore dell'ordine di McConnell.

La senatrice si è vendicata su Twitter postando ai suoi 1,74 milioni di seguaci: "Oggi McConnell ha fatto tacere in Senato la voce di Mrs. King e quella di milioni di persone che hanno paura e sono inorriditi per quanto sta succedendo in questo paese". Il micromessaggio è diventato popolarissimo e dato vita all'hashtag #LetLizSpeak, 'Fai parlare Liz'.

Più tardi, la senatrice ha letto la lettera di Coretta King su Facebook Live, raggiungendo oltre due milioni di utenti nell'arco di un'ora. La lettera risale al 1986. La vedova del padre dei diritti civili chiedeva al Senato di respingere la conferma di Sessions a giudice federale perché razzista. "I repubblicani mi hanno tolto il diritto alla libertà di parola. Così sono fuori dall'aula e la leggo adesso", ha detto la Warren.



Sessions è uno dei candidati della squadra Trump più discussi. "Ha fatto commenti razzisti che non hanno posto nel nostro sistema giudiziario", aveva detto la senatrice Warren prima di essere interrotta e aveva citato anche una lettera del suo predecessore, il senatore del Massachusetts Ted Kennedy, che nel 1986 aveva definito il futuro candidato Attorney General "un ritorno a un passato vergognoso" e una "disgrazia" per il Dipartimento della Giustizia.