Milano, 10 gennaio 2017 - 15:14

Mps, il Pd chiede di istituire
una commissione di inchiesta

La proposta dei dem per arrivare a un testo unico sulla istituzione di una commissione che accerti responsabilità di amministratori, di enti di controllo e vigilanza. L'esame dei disegni di legge inizia il 31 gennaio alla commissione Finanze del Senato

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Il Pd chiede la commissione di inchiesta sulle banche e punta a costruire un testo unico sulla richiesta di una commissione che accerti tra l’altro le responsabilità degli amministratori, degli enti di controllo e di vigilanza. La commissione Finanze di Palazzo Madama avvierà il 31 gennaio l’esame dei 13 disegni di legge che istituiscono a vario titolo commissioni d’inchiesta su Mps e sulle banche

Brunetta: «Giravolta Pd»

La proposta, ricorda Forza Italia sulla sua pagina Facebook, era stata avanzata dagli azzurri nel dicembre 2015. «Commissione d’inchiesta subito. Forza Italia vuole la verità. Da più di un anno Forza Italia chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario italiano. «Il Pd è d’accordo?» si legge nel post. E il plauso all’avallo dei democratici arriva da un tweet di Renato Brunetta che scrive: «Bene diciamo noi: che sia bicamerale e con presidenza a opposizione».

La mozione per commissione d'inchiesta e nomi Mps

Il sì del Pd alla proposta dell'istituzione di una commissione d'inchiesta arriva in occasione dell'avvio dell'esame al Senato del decreto Banche e del voto alla Camera e a palazzo Madama su alcune mozioni, tra cui le richieste di rendere pubblici i nomi dei maggiori debitori di Mps che non hanno restituito i soldi e quella appunto di istituire una commissione di inchiesta in Parlamento che faccia luce sul sistema bancario italiano. Aperti alla mozione Fratelli d'Italia e - appunto - il Pd. Spiega il vicesegretario Lorenzo Guerini: «Il Pd è favorevole a una commissione d'inchiesta sulle banche purché il lavoro venga affrontato in modo serio e rigoroso, non demagogico e strumentale».

L'Unione Nazionale Consumatori: la mozione è «un'ottima notizia»

La richiesta di una commissione d'inchiesta è salutata come un'ottima notizia anche dall'Unione Nazionale Consumatori. «È dall'inizio di questa vicenda che chiediamo una commissione parlamentare d'inchiesta che, a differenza della commissione d'indagine, ha poteri d'autrità giudiziaria. L'importante è che gli atti siano poi resi pubblici» spiega Massimiliano Dona, presidente dell'ente. L'Unione Nazionale Consumatori ha esplicitato anche la richiesta di modifica degli articoli 5 e 35 del decreto n.180 del novembre 2015. Ovvero - spiega ancora Dona - «Il primo prevede che tutte le notizie, le informazioni ed i dati in possesso della Banca d'Italia restino segreti. Una cosa assurda ed inaccettabile che impedisce ai risparmiatori di trovare le prove delle omissioni e delle colpe di chi ha determinato il dissesto delle banche e di chi avrebbe dovuto controllare e vigilare. Il secondo relega alla sola Banca d'Italia o a soggetti ad essa designati l'azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici delle banche incriminate, impedendo ai consumatori di poter agire giudizialmente in sede civile contro gli ex vertici».

Abi: provvedimenti eccezionali di trasparenza sono necessari

L'urgenza e la necessità di «provvedimenti eccezionali di trasparenza per verificare pubblicamente chi ha indebolito le banche» è quanto sottolinea anche il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, che ricorda le posizioni di sindacati, consumatori e esponenti delle istituzioni.Patuelli ha anche ricordato che «gli amministratori delle medesime banche sono tutti noti», quelli vecchi sono stati sanzionati dalle autorità di vigilanza e gran parte dei medesimi è anche sottoposta a indagini o procedimenti giudiziari, «sono ignoti invece coloro che hanno prodotto perdite per codeste banche».

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