Milano, 11 gennaio 2017 - 02:49

L’inferno di Tommy, a 12 anni
segregato in un bagno dalla madre

Nello Utah la polizia scopre piccolo chiuso da un anno in un piccolo locale sporco. Il bambino, denutrito e privo di forze, pesa 13 chili. Arrestata la madre 26 enne

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L’inferno lui lo ha conosciuto in terra, ma forse sarebbe volato in paradiso se prima il padre e poi la polizia di Toquerville, nello Utah, non lo avessero scoperto e liberato. Tommy (nome di fantasia) ha 12 anni e, quando domenica 8 gennaio lo hanno trovato, era in un pericoloso stato di malnutrizione; pesava ormai poco più di 13 chili, tanto quanto dovrebbe pesare un bambino di due anni, non di 12. Uno scheletro, rinchiuso in un piccolo e sporco bagno al piano superiore di una casa insospettabile. Da un anno. Ce lo aveva messo la madre, che per aver imprigionato il minore come neppure con un animale si farebbe, è stata arrestata per maltrattamenti e abusi. Rischia una condanna a 15 anni.

Scatole di fagioli vuote

Quando lo ha liberato, ha denunciato il padre separato, Tommy era una povera cosa: sdraiato sul pavimento in mezzo alle proprie feci, coperto da un asciugamano lercio, non era più in grado di stare in piedi da solo. Sotto la doccia, c’erano un paio di lattine di fagioli vuote: forse il suo ultimo pasto. Ma nel bagno c’erano anche una webcam, per sorvegliare il ragazzino, e una di quelle ricetrasmittenti che si mettono nelle camerette dei neonati. Solo che quella non era una cameretta, era l’inferno in terra per Tommy.

«Lo aveva chiesto lui di dormire lì»

Ora il 12enne è in cura in un reparto specializzato dell’ospedale Dixie Regional Medical Center, dove lo ha portato il padre: ci vorranno almeno tre settimane perché venga dichiarato fuori pericolo. La madre, Brandy Kay Jaynes, in cella da lunedì, sostiene che era stato lui a voler dormire e vivere in quel bagno e che, perché non dimagrisse troppo, lei lo alimentava con bevande proteiche. Che no, «non era prigioniero, lo chiudevo a chiave solo quando uscivo di casa, perché non si facesse male». Il 17 gennaio sarà processata per direttissima.

Sei mesi senza parlare con i fratellini

David Crouse, sceriffo della Contea, dice che la scena cui si sono trovati davanti i suoi agenti quando hanno aperto il bagno-prigione era orribile. E rivela che il piccolo ha due fratellini (che non vivono nella stessa casa della madre ma sono da tempo affidati ai servizi sociali), i quali avrebbero raccontato che Tommy era lì da almeno un anno e che, nel corso degli ultimi sei mesi, non gli avevano più parlato neppure attraverso la porta. Probabilmente il ragazzino veniva tenuto al buio, perché l’interruttore della luce interno al bagno era stato bloccato con grossi strati di nastro adesivo. E’ stato il padre a scoprirlo per primo in quello stato. E subito ha chiamato il 911.

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