Milano, 9 gennaio 2017 - 22:50

Banche, un anno di crisi sui mercati Bond e azioni, ecco chi paga il conto

Dal bail in di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, è successo di tutto: PopVicenza e Veneto Banca ricapitalizzate dal Fondo Atlante, Mps salvata dallo Stato, Carige pressata dalla Bce per i crediti in sofferenza. Risultato: 18,8 miliardi di euro di ricchezza bruciata. E i rimborsi sono solo per alcuni

Un momento della protesta dei risparmiatori davanti alla sede di Banca Etruria ad Arezzo, 28 dicembre 2015 (Ansa) Un momento della protesta dei risparmiatori davanti alla sede di Banca Etruria ad Arezzo, 28 dicembre 2015 (Ansa)
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È salato il conto della crisi delle banche: mettendo insieme le varie situazioni, solo nel 2016 la ricchezza bruciata è stata di circa 18,8 miliardi di euro, più o meno l’1% del Pil. Il big bang è stato la risoluzione delle quattro banche del novembre 2015. Da lì è successo di tutto: i crediti deteriorati — gli ormai famosi Npl, non performing loan — sono diventati il problema più urgente degli istituti nonché la causa principale della sfiducia dei mercati. Risultato: dapprima Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno mancato aumento di capitale e quotazione e sono state salvate in extremis dal Fondo Atlante con 2,5 miliardi (che non bastano già più). Quindi gli stress test a luglio hanno fatto emergere gravi carenze in Mps, mentre Carige ha subìto la crescente pressione della Bce per la pulizia dei bilanci dagli npl.

Le conseguenze per i risparmiatori, azionisti o obbligazionisti che siano, sono state pesanti: i 150 mila soci Mps hanno visto bruciati in un anno 2,6 miliardi in Borsa, senza considerare gli 8 miliardi di ricapitalizzazioni dei due anni prima, e ora saranno diluiti ancora con la ricapitalizzazione precauzionale del Tesoro fino a 8,8 miliardi, come chiesto da Bce; quelli di Carige, 700 milioni (dopo 850 milioni di aumento di capitale); quelli di PopVi e Veneto Banca tra 8 e 11 miliardi, a seconda del prezzo di acquisto del titolo, e potranno ora ottenere il rimborso solo del 15% di quel valore.

Per Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara si conosce la perdita per gli oltre 12 mila obbligazionisti, circa 431 milioni di euro, ma non quella per i 134 mila ex soci. Sulla base dei dati diffusi da Banca d’Italia si può stimare in circa 7 miliardi il patrimonio bruciato per coprire le perdite sugli npl azzerando azioni e bond subordinati. E solo i bondholder potranno recuperare l’80% dell’investimento grazie al rimborso forfettario, richiesto praticamente da tutti, ma solo se potranno accedervi in base al reddito (meno di 35 mila euro) o al patrimonio (meno di 100 mila euro investiti).

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