E al terzo giorno di fibrillazione per i dialoghi choc pubblicati dal Corriere sulla compravendita di posti da netturbino, in Ama tornarono a circolare le liste di Parentopoli. Alcuni nomi coincidono, il mondo è sempre quello: delegati di stretta osservanza Cisl. Il sindacalista citato dalla spazzina infuriata per la mancata assunzione del compagno («rivojo indietro i 9 mila euro, mo’ quello zompa per aria!»), ad esempio, figurava anche nei tabulati dell’«infornata» 2010. All’epoca il delegato sotto le insegne dell’organizzazione di via Po riuscì a far assumere un suo parente strettissimo, che si può quindi escludere abbia pagato. Ma cosa è accaduto nelle segnalazioni successive, specie quelle accompagnate dal versamento di moneta sonante? Quanti neo-netturbini hanno messo mano al portafoglio pur di accaparrarsi un posto fisso? È quanto sta cercando di accertare il magistrato Alberto Galanti, al quale la scorsa estate il leader della Cgil Funzione pubblica di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, ha consegnato la chiavetta Usb con le tre conversazioni incriminate che era stata inviata anche a un segretario confederale della Cisl, Luciano Giovanni, e all’ex presidente dell’Ama, Daniele Fortini, e al capo del Personale, Saverio Lopes.
Un padrino, un?assunzione: ecco i tabulati segreti
L’operatrice ecologica, nei 36 minuti di registrazioni da lei stessa effettuate, parla del sistema diffuso di tangenti da 15-20 mila euro con l’amico mediatore (operaio in Atac) e poi, in modo acceso, con il presunto organizzatore del traffico, un altro delegato sindacale noto per il suo attivismo. I Veleni e vendette