La Corte d’Appello ha respinto il ricorso urgente presentato dal Dipartimento di Giustizia americano che chiedeva la sospensione della decisione del giudice federale di Seattle che aveva bloccato il bando di ingresso negli Stati Uniti per persone provenienti da 7 Paesi a maggioranza musulmana emesso dal presidente Donald Trump.

Il Dipartimento di Giustizia, nel presentare il ricorso, sostiene che quella decisione costituisca un pericolo immediato per il pubblico. Trump aveva criticato su Twitter la decisione del giudice Robart: «L’opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente porta via dal nostro Paese l’applicazione della legge, è ridicola e sarà ribaltata», aveva scritto. Poi, parlando con i giornalisti in Florida dove si trova per il fine settimana, aveva detto ancora: «Vinceremo. Per la sicurezza del nostro Paese, vinceremo».

In un’intervista all’emittente Abc il vice presidente Usa Mike Pence ha detto che non pensa che le critiche di Trump al giudice di Seattle indeboliscano la separazione dei poteri. Il pronunciamento del giudice di Seattle è giunto a seguito di un’azione legale intentata dallo Stato di Washington, in cui Seattle si trova, e sostenuta da Amazon.com ed Expedia Inc. Si tratta di una delle tante azioni legali avviate contro il “travel ban” di Trump in tutti gli Stati Uniti, ma è il primo caso che ha portato a una decisione di validità su scala nazionale.

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