Milano, 11 gennaio 2017 - 08:08

Usa, media: «Anche Trump spiato dai russi e ricattabile». Mosca smentisce Lui: «Come nella Germania nazista»

Un resoconto di due pagine finora tenuto segreto sarebbe stato allegato al rapporto degli 007 Usa sulle interferenze di Mosca consegnato venerdì al presidente eletto. E lui: «Notizie false, è una caccia alle streghe politica». Anche il Cremlino smentisce

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Nuove rivelazioni sui cyber attacchi russi scuotono Donald Trump nel giorno della sua prima conferenza stampa da luglio, a pochi giorni dall’insediamento ufficiale alla Casa Bianca. Al rapporto dei servizi segreti americani sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali sarebbero stati allegati due fogli contenenti «informazioni compromettenti» su Trump, rivela la Cnn: i pirati informatici di Mosca che hanno violato i siti del partito democratico e della sua candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton, avrebbero anche rubato «informazioni personali e finanziarie» sul presidente eletto, che risulterebbe così ricattabile. Il network americano riferisce di aver appreso la notizia da diversi ufficiali statunitensi che hanno avuto accesso diretto al documento.

«Atti perversi»

Le due pagine di rivelazioni sono state considerate informazioni talmente sensibili da non poter essere incluse nel documento reso pubblico ma solo in quello presentato, oltre che ad Obama e a Trump, a 8 leader del Congresso, la cosiddetta «gang degli otto». Due pagine che riassumono un dossier su Trump redatto da un ex agente dei servizi britannici, consegnato a dicembre al direttore dell'Fbi, James Comey, dal senatore repubblicano, John McCain, e pubblicato poche ore fa da Buzzfeed.
Un dossier di 35 pagine, definito dallo stesso sito di news «non verificato»: raccoglie diversi rapporti redatti dal luglio al dicembre scorso, che spiegano come il «regime russo» abbia «coltivato, supportato e assistito Trump per almeno 5 anni» e fornisce resoconti sulla sua partecipazione a festini a luci rosse in Russia. In particolare riferisce di una visita a Mosca nel 2013: il magnate avrebbe pernottato nella suite presidenziale del Ritz Carlton, sapendo che era la stessa usata dal presidente Obama e la sua consorte in occasione di una loro visita ufficiale nella capitale russa. The Donald avrebbe incontrato alcune «prostitute» che sullo stesso letto usato dagli Obama si sarebbero esibite in «golden shower». La stanza d'albergo era monitorata dai servizi segreti russi, che avrebbero sfruttato la «ben conosciuta ossessione Trump per il sesso» organizzando «una serata per lui con un gruppo di prostitute con videocamere e microfoni nascosti che registravano» tutto. Sempre secondo le informazioni contenute nel documento gli agenti russi avrebbero visto Trump mentre si cimentava in «atti sessuali perversi» che erano stati «organizzati/monitorati dall'Fsb», l'intelligence di Mosca.

Affari e mazzette

Il documento cita inoltre «ingenti mazzette e tangenti» pagate da Trump «in Cina e in altri mercati emergenti» nell'ambito dei suoi «rapporti d'affari». E «mazzette» che sarebbero state pagate da Trump a San Pietroburgo «per promuovere i suoi interessi» nella città. Il Cremlino avrebbe offerto al presidente eletto Trump «vari affari lucrativi per lo sviluppo immobiliare, soprattutto legati alla Coppa del Mondo 2018», ma «finora, per ragioni sconosciute, Trump non li avrebbe accettati». In un altro episodio, si legge ancora nel rapporto pubblicato da BuzzFeed, per cercare di far rimuovere le sanzioni occidentali imposte sul gruppo, il presidente del gigante petrolifero russo Rosneft Igor Sechin avrebbe offerto ai rappresentanti di Trump la mediazione di una quota (privatizzata) fino al 19% della Rosneft stessa. Carter Page, un uomo d'affari nominato da Trump come suo consigliere di politica estera, avrebbe «dimostrato interesse» per questa offerta ed avrebbe «confermato» che se Trump fosse stato confermato presidente degli Stati Uniti le sanzioni alla Russia sarebbero state tolte.

Verifiche in corso

«L’Fbi sta indagando sulla credibilità e l’accuratezza di queste rivendicazioni» spiega la Cnn. Anche i siti dei principali media americani, pur dando ampio rilievo alla notizia, sottolineano che si tratta di affermazioni «non verificate» (Wall Street Journal) «non dimostrate» (New York Times). Buzzfeed va oltre, rinvenendo anche degli «errori».

Le smentite

Intanto sono arrivate le smentite del tycoon e del Cremlino. «Notizie false. Una totale caccia alle streghe politica» ha reagito Trump su Twitter, scrivendo tutto in maiuscolo come per alzare la voce. E ancora: «Le agenzie di intelligence non dovrebbero permettere che notizie false siano diffuse al pubblico. Un altro colpo contro di me. Viviamo nella Germania nazista?», scrive sempre sul micro social. E in una successione di messaggi, a chi parla di rischio ricatto da parte di Mosca replica: «La Russia non ha mai cercato di fare leva su di me. Io non ho niente a che fare con la Russia. Nessun accordo, nessun prestito, nulla». «Ho vinto facilmente le elezioni - aggiunge - e si è affermato un grande movimento, e avversari corrotti cercano di screditare la nostra vittoria con notizie false. Una cosa spiacevole!».

«Kompromat»

Smentisce anche Mosca. «No, il Cremlino non ha informazioni compromettenti su Trump» ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. «È assolutamente una bufala, un'assoluta montatura, una completa fesseria. Il Cremlino non si occupa della raccolta di informazioni compromettenti. Ciò si chiama pulp fiction», ha dichiarato Peskov assicurando che Mosca non ha informazioni compromettenti neanche su Hillary Clinton.
Eppure questo episodio ricorda il «kompromat», o «dossier compromettente», la tattica usata dai servizi segreti russi, fin dal Kgb in epoca sovietica, per la raccolta di informazioni ai danni di figure e personaggi di nota rilevanza pubblica.

Informazioni sensibili

Secondo la Cnn il direttore dell’intelligence nazionale James Clapper, il direttore dell’Fbi James Comey, il capo della Cia John Brennan e l’amministratore della Nsa (Agenzia per la sicurezza nazionale) avrebbero deciso di allegare un documento non verificato al rapporto classificato anche per mettere al corrente il presidente eletto sulle informazioni che circolano su di lui tra i servizi segreti.

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