Milano, 7 gennaio 2017 - 08:39

«Le casalinghe disperate dell’Isis»
Si può ridere dell’orrore in Tv?

Ondata di proteste contro la trasmissione satirica della «Bbc» che mostra quattro giovani jihadiste alle prese con la vita quotidiana nello Stato islamico

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Satira o trovata di dubbio gusto. Da quattro giorni non si parla d’altro che di loro, le casalinghe disperate del Califfato. «The Real Housewives of Isis», girato sulla falsariga della popolare serie tv statunitense e prodotto da «Revolting», trasmissione satirica della Bbc, mostra quattro giovani jihadiste alle prese con la loro vita quotidiana sotto l’Isis.

In un minuto e quarantaquattro secondi le ragazze confessano i loro patemi. «Mancano tre giorni alla decapitazione e ancora non so cosa mettermi...», si lamenta Afsana. «Mi copi in tutto», sbraita Zaynab all’amica che indossa il suo stesso gilet esplosivo.Una risata le seppellirà. In poche ore il video postato sulla bacheca Facebook della Bbc ha fatto 23 milioni di visualizzazioni. Un successo, dunque. Ma anche una bufera di critiche piovute sull’emittente più rispettata del Regno Unito. Comprensibile, se si considera che la Gran Bretagna è uno dei Paesi che ha visto più giovani (circa 800) partire per la Siria e mai più rientrare. «Siete disgustosi. State facendo dell’ironia su un gruppo terroristico che stupra le donne e usa i bambini per gli attacchi kamikaze», ha scritto Vanessa sulla pagina Facebook della rete. «Di solito non commento ma vedere fino a che punto può arrivare la stupidità è desolante», sottolinea Peter.

Non tutti però si sono sentiti offesi. «Questa indignazione è ridicola» — si legge nell’editoriale dell’Independent — «quelle ragazze sapevano benissimo cosa andavano a fare in Siria, perché non dovremmo ridere di loro?». Parole dure, in un momento in cui in tutta Europa si inizia a discutere di come trattare gli affiliati dello Stato Islamico rientrati dai territori di guerra. Dan Bilfesky del New York Times mette in risalto però quanto l’ironia possa essere un’arma potente per smontare la propaganda jihadista che tanto fascino ha esercitato sulle giovani menti. «Le casalinghe disperate non sono niente di diverso dal Grande dittatore di Chaplin», ha sottolineato Shiraz Maher dell’International Center for the Study of Radicalization del King’s College di Londra. E se abbiamo riso del nazismo, perché non dovremmo farci beffe del Califfato, è la domanda.

Non è la prima volta che l’Isis è oggetto di satira. Dalle caricature dei miliziani in pose gay, passando per i temibili soldati del Califfo armati di scopettone per il water fino alle seguite pagine social di «Isis minaccia», in questi anni di hate speech, post verità e decapitazioni virali, anche l’ironia sembra essersi trasformata in un’arma contro il terrore. E contro il lavaggio del cervello delle ragazzine come le tre londinesi che pensavano di trovare l’amore in Siria e invece sono finite all’inferno.

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