Milano, 27 dicembre 2016 - 08:13

Aereo precipitato nel Mar Nero, trovata una delle tre scatole nere

Recuperati anche i corpi di alcune vittime. C’erano 92 persone a bordo dell’aereo, tra cui 84 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Finora la pista più accreditata è l’incidente, ma non si escludono altre cause come l’errore del pilota o il guasto

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I sommozzatori russi, che stanno lavorando al recupero del relitto dell’aereo precipitato nel Mar Nero, hanno trovato una scatola nera del Tupolev Tu-154 e i corpi di alcune vittime. Lo riferisce l’agenzia Tass, ripresa dagli altri media russi. «Durante le ricerche sotto la cabina di pilotaggio, è stata trovata una delle tre scatole nere. Sarà rapidamente riportata in superficie», ha detto una fonte alla Tass, aggiungendo che «altre due scatole nere si trovano in coda all’aereo e devono ancora essere trovate». Il registratore dei dati di volo del Tu-154 precipitato sarà portato presso l’Istituto Centrale di ricerca scientifica delle Forze Aeree a Lyubertsy, nella regione di Mosca, nelle prossime ore, dove sarà decifrato, ha annunciato il ministero della Difesa. L’operazione di ricerca nella zona del disastro è proseguita per tutta la notte. Cinque grandi rottami sono stati trovati a 1.700 metri dalla costa, ad una profondità di circa 30 metri. «Si tratta di diverse parti della fusoliera, frammenti di motori, vari meccanismi e componenti», ha detto il ministero. I sommozzatori della nave di soccorso Epron hanno anche trovato e recuperato il corpo di un’altra vittima del disastro. In tutto «12 corpi e 156 resti umani sono stati scoperti dopo l’incidente», ha detto il ministero. Intanto le autorità russe hanno deciso di tenere a terra tutti gli aerei Tupolev-154, anche tristemente conosciuti come «bare volanti», fino a quando non sarà chiarita la causa dell’incidente aereo nel mar Nero di domenica.

Le cause

Una volta estratta dall’acqua, la scatola nera sarà analizzata per determinare la causa dello schianto. «Una delle teorie principali per le cause dello schianto al momento è che oggetti estranei siano entrati nel motore», ha aggiunto la fonte, confermando però che sono valutate anche altre possibili cause, come l’errore del pilota e il guasto meccanico. Il velivolo, un Tupolev 154 del ministero della Difesa in viaggio verso la Siria, dove il coro dell’Armata Rossa avrebbe dovuto tenere un concerto per le truppe della base russa di Latakia, si è schiantato domenica all’alba, due minuti dopo il decollo da Sochi. E le acque del Mar Nero hanno inghiottito tutti e 84 i passeggeri e gli 8 membri dell’equipaggio. Le indagini, sin dall’inizio, non hanno escluso nessuna pista, nemmeno quella terroristica, ma con il passare delle ore le autorità hanno dato sempre più credito all’incidente.

«Il coro continuerà a vivere»

Il ministero della Difesa di Mosca intanto ha fatto sapere che l’ensemble Aleksandrov, anche nota come «coro dell’Armata Rossa», continuerà a vivere e rimarrà un simbolo dell’esercito russo e del Paese, nonostante le gravi perdite subite nel disastro aereo di domenica. Il gruppo artistico ha perso 64 su 186 elementi, morti nell’incidente avvenuto sul Mar Nero. Il coro Aleksandrov ha confermato il suo tour per la prima metà del 2017: 75 concerti per lo più in Europa centrale. In questi giorni, intanto, continua la processione di candele e fiori a Mosca, davanti alla sede dell’ensemble Aleksandrov, per ricordare le vittime del disastro aereo. Il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, ha deciso di intitolare al direttore del coro, Valeri Khalilov - anche lui a bordo del Tu-154 - la scuola musicale militare di Mosca.

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