Milano, 13 gennaio 2017 - 22:28

Mentre Manuel li colpiva nel letto, loro chiamavano il figlio Riccardo

L’interrogatorio dei due amici: «Abbiamo deciso di ucciderli il giorno prima». Vincelli e la moglie Nunzia non sono stati colti nel sonno: si sono svegliati quando Manuel è entrato in camera impugnando l’ascia con cui li ha uccisi, o forse non erano addormentati

La casa del delitto a Pontelangorino (Ansa)
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BOLOGNA - Dopo l’interrogatorio per la convalida del fermo, venerdì, ecco altri dettagli dalla notte dell’orrore. Salvatore Vincelli e sua moglie Nunzia non sono stati colti nel sonno — come si era pensato inizialmente — dalla furia omicida di Manuel. Si sono svegliati quando lui è entrato nella camera da letto impugnando l’ascia con la quale li ha uccisi, o forse non si erano ancora addormentati. Hanno fatto appena in tempo a capire che quelli erano i loro ultimi istanti di respiro, hanno guardato quel ragazzino che avevano visto crescere mentre saltava sul letto, mentre alzava le braccia per colpirli, e hanno urlato una sola parola: il nome del loro figlio, Riccardo. Lo chiamavano, speravano nel suo aiuto.

«Li uccidi e quando hai fatto mi chiami»

E invece lui, Riccardo, si era accordato con Manuel aprendogli la porta di casa: «Io ti aspetto qui. Tu li uccidi e quando hai fatto mi chiami». «Qui» era la sua stanza-rifugio ricavata da un garage proprio dietro la villetta della strage, a Pontelangorino, frazione di Codigoro, angolo sperduto del Ferrarese alle spalle del Delta del Po. Manuel ha eseguito. Li ha colpiti in testa: tre volte lui, sei volte lei. Poi è andato dall’amico di sempre. «Fatto». Avevano comprato dei sacchetti neri della spazzatura, Manuel e Riccardo, perché avevano progettato di liberarsi dei corpi di Salvatore e Nunzia buttandoli in un canale con delle pietre al collo e Riccardo aveva detto a Manuel che lui avrebbe aiutato a trasportarli, sì, «ma non voglio guardarli in faccia». È difficile perfino immaginarli mentre l’uno lega i sacchetti sulla testa sfondata dei due poveretti e l’altro, il loro figlio, lo aspetta nella stanza accanto.

L’omicidio pianificato il pomeriggio prima

Al giudice delle indagini preliminari Luigi Martello, che venerdì ha interrogato tutti e due e ha poi convalidato il fermo per entrambi, hanno risposto con spiegazioni disarmanti. Qualche esempio. «Perché hai accettato di ucciderli?», «Perché Riccardo è un amico, mi ha chiesto di aiutarlo e io l’ho aiutato. Lui è uno che non ha mai fatto male a nessuno e allora l’ha chiesto a me». «Da quando stavate pensando di farlo?», «Dal pomeriggio del giorno prima». Quel pomeriggio Riccardo ha detto a Manuel di aver avuto l’ennesima discussione per la scuola che andava male, di non poterne più di mamma e papà, che voleva farli fuori perché non sopportava più tutte le loro imposizioni. Probabilmente ci pensava da tempo. «Ma scherzi o lo dici davvero?» ha chiesto Manuel. «Non scherzo per niente». E allora eccoli al super a comprare i sacchetti, a studiare un minimo di piano d’azione, ad aspettare che fosse notte per provare a sorprendere le vittime nel sonno.

I soldi promessi

Nella ricostruzione fatta fin qui, i soldi promessi o dati da Riccardo a Manuel restano sullo sfondo, non sembra che siano stati la molla del massacro. E anche il movente: nessuna causa scatenante precisa. «Perché ucciderli?», ha chiesto il gip.«Perché mi sgridavano sempre» ha risposto Riccardo. «Litigavamo di continuo per la scuola, volevano che tornassi a casa entro certi orari, mi dicevano che se avessi continuato a non combinare niente nella vita a 18 anni mi avrebbero cacciato di casa...». Altra domanda: «Perché hai chiesto a Manuel?» «Perché io non ne sarei stato capace». Nella sua ordinanza di custodia il gip accoglie l’ipotesi del pubblico ministero della Procura dei minori Silvia Marzocchi, cioè la necessità del carcere perché, aveva scritto il pm nel provvedimento di fermo, «considerato ciò che hanno mostrato di saper fare» è possibile per entrambi la reiterazione del reato. Potrebbero tornare a uccidere data la «disinvoltura e la facilità» con le quali hanno commesso il duplice omicidio.

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