Milano, 14 gennaio 2017 - 04:43

Trump: «Pronto a eliminare sanzioni alla Russia, sì a incontro con Putin»

E il Washington Post rivela: Mosca lo ha chiamato al tavolo dei negoziati sulla Siria

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Via le sanzioni, se «la Russia si mostrerà collaborativa». Nessun impegno a riconoscere giuridicamente l’esistenza di una sola Cina, ignorando quindi Taiwan, se «Pechino non cambierà le sue pratiche commerciali». In un’intervista al “Wall Sreet Journal”, Donald Trump conferma la sua apertura a Vladimir Putin e, nello stesso tempo, la diffidenza nei confronti del gruppo dirigente cinese. Evidentemente non ci sono dossier dei servizi segreti o polemiche che tengano. Il presidente eletto non cambia prospettiva: con Putin si può e si deve parlare. In parallelo il “Washington Post” rivela che l’ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislak avrebbe rivolto a Michael Flynn, consigliere designato per la sicurezza nazionale, l’invito a partecipare ai negoziati per l’assetto della Siria. Flynn e Kislak si sarebbero sentiti per telefono il 28 dicembre. Nelle ultime settimane gli Usa erano stati clamorosamente esclusi dalla trattativa sul futuro del regime di Damasco, cui avevano partecipato Russia, Turchia e Iran.

In questa fase ciò che colpisce è il contrasto tra la posizione di Trump e quella dei suoi ministri e collaboratori principali. Nel corso delle audizioni al Senato, che dovrà ratificare le nomine, tutte le figure più di spicco hanno espresso critiche e preoccupazioni nei confronti di Putin. Lo ha fatto Rex Tillerson, l’ex amministratore delegato di Exxon con un passato di grande familiarità con il leader russo e che dovrebbe diventare il Segretario di Stato, cioè il ministro degli Esteri. Lo hanno ripetuto il generale James Mattis, scelto per il Pentagono e Mike Pompeo, indicato per la guida della Cia. Lo stesso Trump, per altro, nella conferenza stampa di mercoledì 11 gennaio, aveva riconosciuto per la prima volta la responsabilità della Russia nell’organizzazione degli attacchi informatici contro i server del partito democratico. Proprio partendo da questi sospetti, definiti «altamente probabili» in un rapporto di Fbi, Cia e Nsa (l’agenzia per la sicurezza nazionale), il presidente Barack Obama aveva deciso a dicembre di imporre sanzioni nei confronti di 35 diplomatici russi.

Nell’intervista Trump precisa che queste misure «verranno mantenute per un periodo di tempo», ma al primo segnale di distensione saranno cancellate. Potrebbe accadere presto, visto che The Donald e Vladimir stanno programmando di vedersi subito dopo il 20 gennaio, il giorno del passaggio delle consegne alla Casa Bianca.

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