Milano, 12 gennaio 2017 - 07:12

Blitz dei carabinieri negli ospedali
In codice rosso è il pronto soccorso

Dall’inizio dell’anno i Nas hanno vistato a sorpresa San Camillo, Umberto I, Grassi e Tivoli: strutture bocciate senza appello per limite di capienza non rispettato. A superare l’esame, con «voti eccellenti» da parte dei militari, è stato soltanto il Santo Spirito

shadow

Pazienti sistemati sulle barelle uno accanto all’altro in spazi ristretti, costretti a restare in ospedale in queste condizioni per un periodo che può arrivare fino a quarantotto ore a causa della difficolta delle strutture a smaltire il carico di visite giornaliere. È la fotografia drammatica scattata dai carabinieri del Nas durante le ispezioni svolte dall’inizio dell’anno per verificare lo stato del funzionamento dei Pronto soccorso degli ospedali della Capitale e dell’hinterland.

La situazione è prossima al collasso in quattro dei sei nosocomi in cui si sono svolti (a sorpresa) gli accertamenti. Il bollino rosso spetta al Grassi di Ostia, alSan Camillo, al Policlinico Umberto I, al Sant’Andrea e al San Giovanni Battista di Tivoli. In queste strutture, bocciate senza appello dai militari del Nucleo antisofisticazione, è stato riscontrato che sono ospitate fino al doppio delle persone consentite dalla capienza prevista in ognuno dei singoli Pronto soccorso.

Le conseguenze rischiano di essere deleterie per la salute dei pazienti, la maggior parte dei quali sono persone anziane colpite dall’influenza. Ma non solo. L’assenza di privacy e la vicinanza a chi soffre di malattie contagiose, allunga il tempo di permanenza negli ospedali con l’effetto di peggiorare le precarie condizioni psicofisiche dei malati. A superare l’esame, con «voti eccellenti» da parte dei carabinieri, è stato soltanto il Santo Spirito. Il «semaforo verde», infatti, si è accesso anche al Sandro Pertini, ma si tratta di una promozione stentata: i pazienti sono collocati in spazi confortevoli, ma si balla sempre sul filo del limite di quanto è stabilito dalle norme.

I dati finali saranno comunicati alla Regione nei prossimi giorni, quando verranno ultimati i controlli negli altri ospedali cittadini e della provincia. Passando all’analisi dei singoli nosocomi respinti senza appello, il contesto più criticò è stato riscontrato al Grassi di Ostia. I pazienti assistiti (in attesa di essere trasferiti nei reparti specializzati) erano 80 quando in realtà lo spazio disponibile potrebbe ospitarne al massimo 40, cioè la metà dei posti che erano utilizzati al momento del blitz. Inoltre, nel giorno in cui è stata svolta la verifica, i Nas hanno trovato un’ala della struttura chiusa perché l’esiguo numero di dipendenti durante i turni di lavoro non ne permetteva l’apertura. Pure il San Camillo soffre il problema del sovraffollamento: ieri al Pronto soccorso erano presenti 140 persone, mentre la capacità di accoglienza è di 65 pazienti. Anche al Policlinico Umberto I il Pronto soccorso è stato giudicato inadeguato: la struttura in condizioni ottimali può ospitare 70 pazienti, mentre nel giorno in cui sono stati raccolti i dati ce ne erano 105. Il Sant’Andrea potrebbe accogliere 60 persone a fronte degli 80 malati riscontri nel giorno dell’ispezione. Ed estremamente precaria era anche la situazione al San Giovanni di Tivoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT