Milano, 11 gennaio 2017 - 18:01

Caos Brexit, annunci e smentite
sulla tassa per i lavoratori dell’Ue

Il sottosegretario all’Immigrazione non esclude di estendere la misura già approvata per le aziende che impiegano extracomunitari. Ma la May lo ferma: «Non è in agenda»

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Annunci e smentite: l’effetto Brexit a quanto pare sta creando una certa confusione nel governo britannico. E qualche paura di troppo fra i cittadini dell’Unione europea che lavorano o cercano lavoro in Gran Bretagna. Ieri il sottosegretario all’Immigrazione ha sostenuto, intervenendo ad una commissione alla Camera dei Lord, che il governo starebbe valutando la possibilità di imporre una tassa di mille sterline (circa 1200 euro) alle aziende che assumono lavoratori specializzati di un Paese Ue, così come già previsto a partire da aprile per i lavoratori extracomunitari. «Una misura simile potrebbe essere in agenda», ha detto Robert Goodwill, aggiungendo che sarebbe «utile» per dare priorità ai cittadini britannici. Poche ore dopo, però, è arrivata la secca smentita del primo ministro Theresa May: un simile provvedimento «non è in agenda», ha tagliato corto un portavoce di Downing Street.

Gli «stagionali»

L’idea, pensata in origine per gli extracomunitari, aveva già destato reazioni furiose a Bruxelles. Si applicherà solo ai lavoratori specializzati, ad esclusione di alcuni impieghi postlaurea. Tra le opzioni al vaglio del governo, Goodwill ha anche avanzato la possibilità di uno «schema stagionale» per permettere ai lavoratori agricoli, come i raccoglitori di frutta, di venire in Gran Bretagna per periodi limitati. Attualmente, circa 60.000 lavoratori stagionali arrivano nel Regno Unito durante i mesi estivi, in particolare dalla Bulgaria e dalla Romania.

Stop a 100.000

L’obiettivo del governo è di ridurre il saldo migratorio a meno di 100.000 persone l’anno. Negli ultimi 18 mesi si è attestato sopra i 300.000. In particolare, secondo i dati di Londra, da giugno 2016 si è registrato un numero record di arrivi di cittadini dell’Unione europea: circa 284.000.

La reazione degli imprenditori

Durissima la reazione del liberaldemocratico Lord Foster, che ha accusato il governo di «assecondare il sentimento anti-immigrati»: «Devo ancora incontrare una singola azienda che continuerebbe ad assumere all’estero se riuscisse a trovare le necessarie competenze qui».

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