13 gennaio 2017 - 21:32

Andrea e le 122 lettere scritte
al figlio che non c’è più

Jacopo è morto in agosto a 10 anni per una patologia cardiaca. Il padre: «Voglio trasformare il mio dolore in Amore». E i messaggi nel blog «Paposuperhero»

di Elisabetta Soglio

Una immagine che ritrae Jacopo insieme al papà Andrea Una immagine che ritrae Jacopo insieme al papà Andrea
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«Va bene, raccontiamolo». Però Andrea detta le condizioni: «Non voglio far piangere, non voglio impietosire». Perché in fondo questa storia di morte, una morte drammatica e ingiusta come è la morte di un bambino di dieci anni, diventa alla fine una storia di vita. Quanto alle lacrime, beh, si piange tanto ed è inevitabile: ma anche si ride e si apre il cuore alla speranza. E questo è quello che vuole Andrea, quindi raccontiamolo. Andrea Pilotta è il marito di Nicoletta, il papà di Jacopo detto Papo e Carlotta detta Totta. Un arresto cardiaco ha fermato il cuore di Jacopo il 24 agosto dello scorso anno.

Dal 25 agosto ogni notte Andrea scrive una lettera a suo figlio: «Ho cominciato — spiega — per continuare a sentirmi vicino a lui, per dirgli cosa stava succedendo a casa. Poi è diventato un appuntamento irrinunciabile, un filo di vita che continua a tenerci uniti e che sta legando tantissime persone». Siamo alla lettera 122: alcune sono allegre, altre disperate. Tutte pubblicate su una pagina Facebook, cui poi si è aggiunto il blog Paposuperhero: potere del web, la storia di Papo è uscita da Bollate e da casa Pilotta. Di questo ragazzino ha parlato anche Jacopo Fo, nel suo saluto durante il funerale di Dario Fo: «Mi piace pensare che mia mamma e mio papà adesso sono lì insieme a Papo e si fanno delle gran risate».

Un coinvolgimento contagioso. Più di 600 mila persone hanno visto la pagina Facebook, 500 leggono ogni mattina la lettera e 3 mila (tra cui anche personaggi dello sport e dello spettacolo che hanno aderito alla operazione #lovebombing) hanno pubblicato un selfie mostrando un cartello in cui chiedono di trasformare in un libro questo diario d’amore. E Andrea, che corre veloce forse anche perché fermarsi significa sentire quella stretta al cuore così lancinante, ha un sacco di progetti: libri, canzoni, uno spettacolo di cabaret e anche un musical per parlare di Papo. «Varie cose che sto facendo per tenere botta al dolore e trasformarlo in Amore», sintetizza lui.

Nella prima lettera, quella del 25 agosto che ha intitolato «A nessuno deve succedere», Andrea si scusa perché «oggi non ho bei pensieri in ricordo di Papo. Oggi ho da esprimere tutto il dolore e la rabbia che mi stanno divorando». Segue il racconto di questa famiglia, «normale e unica». Diciotto anni d’amore con Nicoletta, l’arrivo prima di Jacopo e poi di Carlotta, il camper per i viaggi insieme, il cane. Jacopo nasce in arresto cardiaco ma i controlli fatti ogni sei mesi tranquillizzano i genitori. A tre anni però arriva la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica restrittiva: «Siamo tornati a casa, abbiamo aperto il computer per capire cosa fosse e ci è crollato il mondo in testa». In realtà Jacopo cresce senza problemi, aiutato da medicine salvavita trasformate in un rituale giocoso che si celebra tre volte al giorno.

Durante una vacanza ad Amsterdam la prima grossa crisi e la prima operazione: a Papo viene impiantato un «icd» che è metà pacemaker e metà defibrillatore. Quell’aggeggio lo salva dalla crisi che arriva a scuola, il 5 novembre 2014. Papo è un leone e continua a sorridere e vivere. Lo scorso agosto è in campeggio. La mamma è tornata a casa la sera prima per riprendere il lavoro: papà, nonni e bambini si possono godere ancora qualche giorno. Jacopo è al bar con i nonni, prende la bici perché vuole tornare al camper per andare in bagno. Andrea lo saluta, raccoglie l’ultimo sorriso e poi il buio: «Mi è stramazzato davanti». Manovre disperate, tentativi di soccorso e rianimazione.

Ma il 24 agosto Jacopo muore. Di lì in avanti è per Andrea un continuo farsi domande, navigare nei ricordi, cercare risposte parlando anche con un monaco buddista e con un sacerdote (un carteggio di profondità e umanità incredibili: lettere 107 e 108). Andrea oggi è arrivato a una conclusione: che «Papo ha vinto la morte perché continua a generare Vita attraverso l’amore che sentiamo ancora più grande e che tanti ci stanno dimostrando». Nella lettera 83 lo definisce un Casino Mondiale d’Amore. Un amore che forse porterà libri, canzoni, un film e un musical. Ma che di certo aiuterà a continuare a vivere e sorridere.

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