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George Lucas e quel museo che nessuno voleva: ora è lotta tra San Francisco e LA

Il museo Lucas come sorgerebbe a Los Angeles (ap)
Per 10 anni le città lo hanno respinto. Fino a quando, a ottobre, ha presentato due progetti concorrenti, uno per Los Angeles, l'altro per la Bay City. E ora le due metropoli fanno a gara per aggiudicarselo. Il cineasta pagherà di tasca propria. Nella collezione permanente le sue 40mila opere d'arte, da Degas ai bozzetti di "Casablanca"
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Los Angeles o San Francisco. È sfida all'ultima offerta tra le metropoli della West Coast californiana per contendersi il nascituro museo George Lucas, la futura sede dell'immensa collezione d'arte del padre della saga Star Wars. La cosa potrebbe anche non sorprendere, dato il personaggio e considerato che il grande regista e produttore cinematografico pagherà di tasca propria l'intera operazione, se non si conoscessero i precedenti. Una storia quasi decennale di false partenze e di stop burocratici, che hanno subito un'improvvisa inversione di tendenza quando Lucas, nello scorso ottobre, ha reso noti due diversi progetti, uno per la City of Lights, l'altro per la Bay City. Il proposito neanche troppo nascosto - quello di stimolare la rivalità tra le due metropoli, ha funzionato alla grande, con i due sindaci pronti a sgomitare, offrendo sedi e agevolazioni al cineasta, che entro il mese svelerà la sua preferenza. Il creatore degli jedi e dell'Impero Galattico ha in mente di spendere più di un miliardo di dollari per costruire un museo nel quale inizialmente collocherà 40 mila opere, dal valore stimato complessivo di oltre 400 milioni di dollari, la sua collezione di disegni, illustrazioni e articoli collegati ai film e al suo modo di fare film. Disegnato dallo stesso Lucas assieme all'architetto cinese Ma Yansong, l'edificio si presenta con un design elegante e futuristico, a metà tra lo stile Guggenheim-Gehry e le forme di una navicella spaziale. Nulla a che vedere, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, con un deposito di memorabila di Guerre Stellari, la collezione permanente del "Lucas Museum of Narrative Art" - questo il nome della struttura - sarà un modo semmai per conoscere gli interessi del 72enne George, avido collezionista da oltre 40 anni. Arriveranno circa 10mila tra dipinti e illustrazioni, con dozzine di lavori di Norman Rockwell, ma anche del grande impressionista francese Edgar Degas e dell'artista contemporaneo Keith Haring. Ancora, disegni per classici libri per l'infanzia firmati Beatrix Potter, come "Il Racconto di Peter Rabbit" o il "Babar" di Jean de Brunoff. Accanto a questo, 30mila pezzi d'arte collegati al cinema, come gli story board o i costumi originali di fil come "Il mago di Oz", "Casablanca", e, naturalmente, della saga Star Wars.

Ancora, arte ricavata da fumetti, graphic novel e altri lavori "pop" che, nelle intenzioni di Lucas, dovrebbero attirare anche persone che normalmente non frequentano i musei. "Non si tratta soltanto un'enorme regalo filantropico a una città e al mondo - ha spiegato recentemente ad Associated Press Dan Bacigalupi, storico dell'arte e stimato direttore di museo che Lucas ha assunto come presidente-fondatore - ma di un museo unico, per il modo in cui è stato pensato". 

Nonostante tutto questo, e nonostante la fama dell'ideatore del progetto, Lucas ha dovuto penare non poco prima di poter concretizzare il suo sogno. Almeno dal 2010, da quando cioè presentò il suo progetto a San Francisco, dove aveva pensato all'area del Presidio, il parco situato nella Golden Gate Recreational Area, ma il trust che governa il sito lo respinse con perdite. Successivamente ci provò a Chicago, città natale di sua moglie, ma si imbatté nella resistenza degli ambientalisti locali, che volevano ad ogni costo lasciarlo fuori dal Lakefront della Wind City. Le pastoie burocratiche e i ritardi indussero il cineasta-miliardario-filantropo ad abbandonare il progetto, tornando nella sua California (è originario di Modesto) ma con una nuova strategia. E' stato così che a ottobre, George ha rivelato due progetti simili - ma alternativi - per San Francisco e Los Angeles, sperando di innescare una competizione.
Il museo nella versione di Treasure Island, nella Baia di San Francisco (ap)
L'azzardo ha funzionato alla grande. Fulminei e unanimi, i governi locali hanno approvato i rispettivi progetti, sottolineando quanto l'unione di intenti possa permettere un avvio dei lavori estremamente rapido, in modo che l'obiettivo fissato dal creatore - quello di completare il museo entro il 2020 - sia raggiungibile con facilità. A San Francisco il museo avrebbe un'isola tutta per sé: gli verrebbe infatti destinato uno spazio di oltre 1,6 ettari sul lungomare della Treasure Island, un'isola artificiale creata in mezzo alla baia nel 1939, in occasione dell'Expo Universale, che offre viste "cinematografiche" sullo skyline della città. Treasure, che durante la Seconda Guerra Mondiale fu impiegata come base navale, oggi è perlopiù popolata da gabbiani, da vecchie fabbriche e da qualche galleria d'arte, ma la municipalità locale è convinta che il museo possa innescare il recupero e ha in mente di investire 6 milioni di dollari in ristrutturazione con la creazione di appartamenti, alberghi, e un terminal per i ferry. San Francisco è la città dove Lucas ha trascorso la maggior parte della vita, nonché la sede della Lucasfilm, prima della cessione a Disney Co.

Los Angeles ha offetto uno spazio di quasi 3 ettari nell'Exposition Park, un'area culturale in espansione che ad oggi ospita 3 musei, oltre al Coliseum, lo stadio dei Rams del football americano.  Il sito ha una sua stazione ferroviaria autonoma ed è vicino al campus dell'University of Southern California, dove l'inventore di Star Wars ha studiato cinematografia.

"Pensiamo che il suo cuore batta nella Bay Area - dice Adam Van De Water, project manager delle grandi opere nella municipalità di San Francisco, che poi rivolgendosi indirettamente ai rivali aggiunge: "Mettiamola così, potrebbe sistemarsi nella Treasure Island, dove sarebbe visibile da tutta San Francisco. O creare un museo in un parco, in mezzo ad altri musei..."

"Un museo non dovrebbe essere segregato lontano dalle persone, non viviamo in piccole isole - controbatte il sindaco di LA, Eric Garcetti. - Exposition Park oltretutto si trova in prossimità di 8 istituti scolastici superiori, il che può aiutare ad attirare giovani a visitare la collezione Lucas. Questo è il più grande regalo di un civile nella storia americana, e credo che Los Angeles sia la sua casa naturale".
George Lucas a un evento dedicato alla saga Star Wars 
Interpellato da AP, il futuro direttore Bacigalupi non si sbilancia sull'eventuale preferita di Lucas. "Treasure Island ha una sorta di magia - dice -. Non solo offre panorami da brivido, ma garantirebbe al museo una collocazione iconica in riva al mare, un po' alla Sydney Opera House". "Inoltre - aggiunge - Lucas è molto legato alla Bay Area".

Ma Los Angeles ha altre frecce al suo arco. "È senz'altro attraente - spiega lo storico dell'arte. E a sua volta è parte della storia personale di George. Sono due luoghi spettacolari, due metropoli spettacolari. Sarà una decisione difficilissima. Ma in positivo".