Milano, 8 gennaio 2017 - 07:46

Taxi a Milano, minacce di scioperi
contro i nuovi turni del Pirellone

Sotto accusa le modifiche regionali: favoriti gli aeroporti, meno auto in città negli orari di punta

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Nuovi turni lunghi più liberi e spalmati in un raggio di fasce orarie più ampio. Che favorirebbero solo alcuni tassisti orbitanti attorno agli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio; che ridurrebbero l’offerta in centro città, soprattutto negli orari di punta; e che rischiano di provocare una corsa a chi guida di più, senza abbastanza tempo per riposare. Le nuove regole della Regione per la gestione dei flussi di taxi nel bacino aeroportuale lombardo (Milano, Bergamo e Varese) hanno fatto infuriare gran parte dei tassisti milanesi, oltre 4.800 su 5.300 dell’area delle tre province. La delibera della giunta riunita il 19 dicembre — con la rideterminazione dei turni di servizio — ha prodotto uno «stato di agitazione» della categoria. Le sigle sindacali contestano al Pirellone (insieme con il Comune di Milano) di non volere «proseguire sulla strada del dialogo collaborativo e costruttivo» (Pietro Gagliardi dell’Unione artigiani), riservandosi «ulteriori azioni sindacali». Non ultima, chiaramente, quella dello sciopero.

Cosa cambia

La delibera sul servizio taxi, oltre a ritardare gli adeguamenti tariffari, stabilisce nuovi schemi orari lavorativi attraverso quattro tabelle. Da un lato, resta immutato il turno unico continuativo di dieci ore (14 turni); dall’altro vengono introdotti 29 turni discontinui di 12 ore con pause di un’ora, 12 con pausa di tre ore, 18 con pausa di almeno quattro ore al posto del turno unico di 12 ore spezzato in due fasce.

I motivi della protesta

Secondo la maggioranza dei tassisti si tratta di un inequivocabile peggioramento: soprattutto per l’utenza. Prima infatti il turno da 12 ore era solo uno, spezzato nelle fasce 7-13 e 17-23, ma soprattutto è sparito il turno «intelligente» di dieci ore (nelle fasce 8-13 e 15.30-20.30, vale a dire gli orari di punta del traffico in città). Sostengono i sindacati: disperdere auto bianche nelle altre fasce orarie avrà la diretta conseguenza di ridurre i taxi circolanti nei momenti di bisogno, favorendo in compenso la libertà dei tassisti di Varese di recarsi in aeroporto a qualsiasi ora del giorno e della notte per iniziare il turno.

La partita del Comune

Nonostante l’attacco dei tassisti sia rivolto al Comune oltre che alla Regione, anche Palazzo Marino rischia di subire la nuova organizzazione. Sarà infatti più complicata la gestione dei flussi negli orari di punta ma soprattutto i controlli sulle auto bianche, che si muoveranno in ordine sparso. Viene infatti giudicato illogico che venga data maggiore libertà ai tassisti di decidere i propri orari di lavoro (anche a discapito delle ore di pausa) rispetto a imporre orari che rispettino in maniera scientifica le esigenze della città. Per questo si preparano contromosse.Attacca Giovanni Maggiolo (Unica Filt Cgil): «La Regione non è partita dell’esigenze dell’utenza di Milano (che conta per il 90% delle corse giornaliere) ma dagli interessi di pochi tassisti varesini. La prova è l’eliminazione del turno che meglio copriva le esigenze della città (8-13, 15.30-20.30) Il Comune dovrebbe alzare la voce e ritirarsi dal Bacino aeroportuale. Senza dimenticare anche i rischi connessi alla fatica degli autisti che guideranno di più con meno pause».

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