Milano, 27 dicembre 2016 - 09:46

La «banda Bellini» perde anche Andrea, protagonista degli anni 70

Dopo il fratello Gianfranco, scomparso quattro anni fa, se ne è andato un altro del Casoretto. Aveva 65 anni. Uno dei leader dell’estrema destra, Valerio «Giusva» Fioravanti, cercò di ucciderlo in un agguato

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Andrea Bellini
Andrea Bellini

La notizia è circolata lunedì nel tardo pomeriggio sui social network e ha subito suscitato il cordoglio di tanti amici e «compagni»: per un male incurabile è morto, a 65 anni, Andrea Bellini, noto a Milano perché tra i fondatori, negli anni Settanta, della cosiddetta «banda Bellini» o «banda del Casoretto», gruppo movimentista spontaneo nato, appunto, nella zona del Casoretto, tra Lambrate e via Padova. Non etichettabile politicamente in modo preciso, la banda Bellini si muoveva, soprattutto con azioni collettive di piazza e di strada, all’interno della galassia comunista ma con spirito autonomo e libertario. Guidata dai fratelli Andrea e Gianfranco Bellini (scomparso nel 2012), la banda era considerata tanto pericolosa dai nemici politici da muovere uno dei leader dell’estrema destra, Valerio «Giusva» Fioravanti, a tendere un agguato ai fratelli armato di fucile e appostato sotto casa loro in un’ambulanza per tre giorni: l’episodio è descritto nel libro «La banda Bellini» di Marco Philopat (edito da Einaudi nel 2007 e ora uscito di nuovo per Agenzia X), che ha raccolto i racconti di Andrea Bellini. «Andrea — dice Philopat — ha sempre cercato di tramandare la memoria di quegli anni ai più giovani, narrando la sua storia e quella della “banda” con i tratti dei film western alla Sam Peckinpah o Sergio Leone. Con la metafora cinematografica è riuscito a creare la mitologia di un’epoca».

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