Milano, 25 dicembre 2016 - 06:16

Aereo russo precipita nel Mar Nero
a bordo 92 persone, oltre 60 membri del coro delle Forze armate

Nessun sopravvissuto. Il velivolo, decollato da Sochi, era diretto in Siria. A bordo coro e orchestra dell’esercito e alcuni giornalisti. Aperte tutte le piste, anche quella del terrorismo, «ma non la principale». Il 26 dicembre giornata di lutto nazionale

Il recupero dei corpi delle vittime (Afp) Il recupero dei corpi delle vittime (Afp)
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Nessun sopravvissuto. È stato subito chiaro che non c’era niente da fare per gli 84 passeggeri e gli 8 membri dell’equipaggio dell’aereo precipitato nel Mar Nero domenica mattina, poco dopo la partenza da Sochi. Tra le persone a bordo, anche i componenti del coro dell’esercito russo. Il Tupolev 154 di proprietà del ministero della Difesa di Mosca, è decollato alle 5.20 del mattino (ora locale) — intorno alle tre di notte italiane. Due minuti dopo, è scomparso dai radar. Destinazione del velivolo, la base aerea russa di Larakia, in Siria. Non si conoscono ancora le cause dello schianto, ma il presidente Vladimir Putin ha subito ordinato al suo primo ministro, Dmitri Medvedev, di guidare la Commissione di inchiesta sul disastro aereo. La pista del terrorismo non è stata esclusa tra le varie ipotesi.

Il coro dell'esercito russo

L'Alexsandrov Ensemble in una foto del 2013 (Epa)
L'Alexsandrov Ensemble in una foto del 2013 (Epa)

La maggior parte delle vittime dello schianto appartenevano alla banda e al coro delle Forze armate russe. L'Alexsandrov Ensemble nasce nel 1928 come Coro dell'Armata Rossa, denominazione che ha mantenuto fino alla caduta del Muro di Berlino, per poi essere cambiata in Complesso Accademico di Canto e Ballo dell'Esercito russo Aleksandrov, dal nome del suo primo storico direttore, un giovane professore di musica del conservatorio di Mosca. Uno dei cantanti solisti del gruppo, Vadim Ananyev, ha raccontato ai media russi di «Non essere partito insieme ai suoi colleghi per motivi di famiglia: il mio terzo figlio è appena nato e ho dovuto restare per aiutare mia moglie» spiega, raccontando che a bordo dell'aereo c'erano 50 membri del coro e alcuni musicisti che suonano fisarmonica e balalaika».

La «Dottoressa Liza» e i nove giornalisti

Tra le vittime del disastro aereo anche Elizabeta Glinka, conosciuta anche come «Dottoressa Liza» direttore esecutivo dell'organizzazione umanitaria Fair Aid e figura molto nota in Russia, lo scorso 8 dicembre era stata premiata dal presidente Vladimir Putin per il suo impegno umanitario. «Sappiamo che stava andando a Latakia per portare medicinali e attrezzature a un ospedale», ha detto il capo del Presidential Council for Human Rights Mikhail Fedotov. A bordo anche 9 giornalisti: il reporter di Channel One Russia Dmitrii Runkov e il tecnico del suono Alexander Soidov. A bordo anche un corrispondente del canale televisivo NTV, il corrispondente Mikhail Luzhetsky, il cameraman Oleg Pestov e il tecnico del suono Evgeny Tolstov (che su Facebook ha postato una foto in aeroporto, a Mosca, poco prima del disastro), e tre dipendenti del canale televisivo Zvezda Tv, il corrispondente Pavel Obukhov, il cameraman Aleksandr Suranov e l'assistente Valery Rzhevsky.

Tutte le piste aperte

Finora, le autorità non hanno avanzato nessuna ipotesi. Ma non è stata esclusa la pista del terrorismo. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti russo, Maxim Sokolov. Aggiungendo che non sono ancora state ritrovate le due scatole nere dei velivolo. Anche se, precisa poi l’agenzia Interfax, la via dell’attentato «non è considerata dagli investigatori la principale». L’attentato, se fosse provato, potrebbe essere stato realizzato non solo con un ordigno piazzato a bordo ma anche attraverso il lancio di un missile a ricerca di calore «spalleggiabile» come gli Strela russi o gli Stinger Usa, da cui il jet, benché dell’aeronautica militare, non aveva difesa in quanto mezzo di trasporto e non da guerra. A far propendere per questa ipotesi il fatto che il jet, scomparso dai radar due minuti dopo il decollo, fosse ancora basso. Alcuni esperti fanno invece sapere che la tragedia può essere stata provocata da un malfunzionamento tecnico.

Un aereo russo precipita nel Mar Nero I precedenti e le ipotesi su cos’è successo
Il terrorismo non è escluso

Da Netanyahu alla Merkel, le condoglianze

Solidarietà alle vittime della tragedia aerea è stata espressa sia dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel che da presidente siriano Bashar Al Assad che ha espresso «grande tristezza» per quanto avvenuto in Russia e ha telefonato al presidente Putin. Arriva poi la chiamata del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Oltre a parlare della tragedia, i due hanno discusso anche della situazione in Medio Oriente. Stessi temi nel colloquio con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha telefonato a Putin per esprimergli «le più sincere condoglianze» e si sono scambiati opinioni «sulla situazione in Siria», come ha riferito il Cremlino. In serata, Jean Claude Juncker, a capo della Commissione europea, ha espresso il suo dispiacere per il disastro aereo.

Lo stesso aereo della tragedia di Kaczkynski

L’aereo, un Tupolev Tu-154, progettato negli anni ‘60, può trasportare fino a 180 passeggeri. Al mondo in funzione ce ne sono 50, la maggior parte appartengono alle Forze Armate russe. Nella storia del velivolo, 39 incidenti, la maggior parte dovuti però ad avverse condizioni meteo o errori delle torri di controllo. Nell’aprile 2010 il Tupolev su cui viaggiava il presidente polacco Lech Kaczynski insieme ad altre 95 persone si schiantò in fase di atterraggio nella base aerea russa di Smolensk. Un incidente le cui responsabilità furono attribuite a errori dei piloti uniti alle cattive condizioni meteo. Lo scorso anno una nuova inchiesta polacca ha portato all’incriminazione di alcuni controllori di volo russi.

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