Milano, 5 gennaio 2017 - 08:18

Nelle stanze del cardinale Scola: «Ecco i capolavori che si ispirarono a Giotto»

Viaggio nel sottotetto dell’arcivescovado di Milano tra affreschi del 1300, mobili antichi, documenti e cimeli. Il cardinale Angelo Scola: «Vorrei aprirlo alla città»

di Giampiero Rossi

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Lo scrigno dei tesori nascosti

«Dovremmo studiare una modalità per consentire al pubblico di ammirare queste opere, magari su prenotazione, per piccoli gruppi perché lo spazio è quello che è... Ma di questo si occuperà il mio successore, ormai non ho più il tempo per farlo io». Il cardinale Angelo Scola contempla per l’ennesima volta quei dipinti, i colori vivi, le figure aggraziate, la stupefacente capacità di rendere la prospettiva. Lui, appassionato d’arte sin da giovanissimo, sale fin quassù raramente, «ma ogni volta è un’emozione», confida.

La cappella. Era in un altro punto del complesso che ospita la curia arcivescovile   ed è stata poi rimontata nel sottotetto. È dedicata a San Carlo Borromeo e i dipinti riproducono l’attentato con l’archibugio ai danni del vescovo La cappella. Era in un altro punto del complesso che ospita la curia arcivescovile ed è stata poi rimontata nel sottotetto. È dedicata a San Carlo Borromeo e i dipinti riproducono l’attentato con l’archibugio ai danni del vescovo

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