Milano, 3 gennaio 2017 - 23:10

«Solo per le Ramblas, poi il buio»
Andrea ritrovato dopo tre giorni

Era scomparso a Barcellona. «Mi sono perso, qualcuno mi ha picchiato». La madre: «Ha anche provato a prendere un taxi ma quello non l’ha voluto perché non aveva soldi». Ha girovagato da solo, trovato 48 ore dopo lacero e sanguinante. Il video: «Grazie»

Andrea Freccero nel video in cui ringrazia familiari e amici che lo hanno cercato Andrea Freccero nel video in cui ringrazia familiari e amici che lo hanno cercato
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La voce è impastata e lui ancora un po’ smarrito. Ricorda bene quel no all’ingresso del Catwalk: «Mi hanno detto tu non puoi entrare, sei vestito troppo sportivo... e così mi sono ritrovato da solo». Solo, con una felpa e un paio di bermuda nella notte di Barcellona. Erano le undici di sera del 30 dicembre e per Andrea Freccero iniziavano i tre giorni più disperati della sua vita. Gli amici in discoteca e lui fuori, senza soldi, senza documenti, senza cellulare. «Li avevo persi con la giacca il giorno prima e questo mi aveva fatto un po’ arrabbiare». Ma come ti è venuto di metterti i pantaloni corti in pieno inverno? «Sono uno scout io e certe cose non mi spaventano, in Spagna c’è poi una mentalità diversa».

L’appuntamento era per le quattro del mattino

Lo studente diciannovenne di Albisola (Savona) ha preso così a girovagare per le ramblas in attesa dell’uscita dell’amico Luca e degli altri dell’Associazione ScuolaZoo con i quali aveva deciso questa breve vacanza spagnola. L’appuntamento era per le quattro del mattino con il pullman che doveva riportarli a Lloret de Mar, la cittadina sulla Costa Brava dove alloggiavano, a un’ottantina di chilometri dalla capitale catalana. Da qui i ricordi di Andrea, ritrovato ieri notte all’ospedale Esprit Sant, sono sfumati. «A me ha detto che era tornato nella zona della discoteca ma il pullman era già partito, begli amici — cerca di ricostruire mamma Carla che è con lui dopo una giornata da incubo, alla ricerca di suo figlio con una foto in mano per le vie di Barcellona — Andrea ha anche provato a prendere un taxi ma quello non l’ha voluto perché non aveva soldi».

Ricorda di aver camminato per ore senza meta

Sempre più solo e disorientato il giovane ha cominciato a perdersi e vagare. Ricorda di aver camminato per ore senza meta, di aver attraversato piazze, giardini, mercati. Ma non sa dove e quando. «Mi sono addormentato su una panchina, questo sì», ricorda al telefono Andrea. E per mangiare? «Una signora mi ha dato una Coca Cola, qualche soldo l’ho recuperato». Chi te l’ha dato? «Eh, non...». Non ricorda. «Nebbia», aggiusta il fratello Luca, vicino a lui con la madre. Andrea non sapeva più dov’era. Una notte, un giorno, un’altra notte. Secondo Luca deve aver alternato periodi di profonda angoscia a qualche momento di euforia. «Ha un leggero disturbo bipolare, gli succede se non prende il farmaco». La notte di San Silvestro si è ritrovato in un campo d’erba a giocare a calcio: «Erano sudamericani, simpatici, mi hanno anche detto very good». Poi altra nebbia.

Era a terra, sporco e sanguinante

L’hanno trovato in una piazza nella zona Nord Est della città, a dieci chilometri dalla discoteca. Era a terra, sporco e sanguinante. «Paziente in stato di ubriachezza, dev’essere stato aggredito», hanno scritto al pronto soccorso dell’ospedale dell’Esperit Sant dove è stato portato d’urgenza. «Ha fatto a pugni», aggiungono i Mossos d’Esquadra, la polizia spagnola che è andata a recuperarlo dopo due giorni. E lui: «Mi è andata bene». «Sono stata io a chiamarli, è il mio lavoro — precisa Manuela Vadillo Carrillo, una vigilante dell’ospedale — Avevo visto la sua foto in tivù. Lo saluto ma non credo si ricordi della bionda che l’ha aiutato, non era proprio al cento per cento». Gli amici di Andrea l’hanno abbracciato via Facebook. Ilaria: «Patatino, finalmente». Mimmo: «Freccia, ti aspetto con la ciurma al parco, porta il tabacco». Finisce così, con qualche nota lieta, la grande disavventura di Andrea. Nata da un rifiuto, poi la solitudine, lo smarrimento. E ora il felice ritorno.

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