Milano, 2 gennaio 2017 - 23:04

Norvegia, il record dei 18 gradi
«Inverno più caldo dell’estate»

Le temperature medie sono in costante aumento. Le stagioni sono ribaltate persino in Svezia. A Stoccolma quello appena trascorso è stato il Capodanno più caldo degli ultimi 157 anni con la colonnina di mercurio a 10,3 gradi sopra lo zero

Due ragazzi sulle bici per le strade senza neve della città di Bergen Due ragazzi sulle bici per le strade senza neve della città di Bergen
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Dicono i telegiornali di lassù: quello appena trascorso è stato il Capodanno più caldo di Stoccolma negli ultimi 157 anni, 10,3 gradi sopra lo zero. E chi ascolta, commenta: roba ormai quasi scontata, del clima che cambia si parla ogni cinque minuti. Ma poi i telegiornali scandinavi dicono qualcos’altro, e allora è difficile fare spallucce: in diverse aree della Norvegia e in questi giorni di dicembre e gennaio, fa più caldo che in luglio o in agosto. Molto più caldo. Altro che «le stagioni si sono ribaltate», qui il ribaltamento è da capogiro, anche tenendo conto del fatto che il clima norvegese è da sempre mitigato dalla Corrente del Golfo, così come dai forti venti caldi di «föhn» (il nostro «favonio»). Gli inverni norvegesi non sono mai davvero orrendi (a parte un bel 51,4 gradi sottozero registrato a fine Ottocento), anche al Nord non si scende di solito sotto i 15 sottozero, e non è la prima volta che in estate — rispetto all’inverno — si ricorre di più a maglioni ed ombrelli.

I dati record

Ma ciò che i termometri stanno registrando in queste settimane è qualcosa di diverso, è roba da primato. Ecco infatti i dati precisi, tratti dai media locali. Cittadina di Sunndalsora, 4.000 abitanti, sulla costa sudoccidentale del Paese: 18,1 gradi registrati lo scorso 30 dicembre; temperature medie in giugno: 13,6 gradi; in luglio: 15,8 gradi; in agosto: 14,1 gradi. Nella stessa zona c’era sì stato un altro record invernale di 18,3 gradi, il primo dicembre 1998; ma senza quel «contrappeso» estivo di freddo così acuto. Altre località, temperature registrate la notte di Capodanno: Marstein 16,3 gradi, Valldal 14,4, Tafjord 16,8 (anche se quest’ultimo, in particolare, è un remoto e stretto fiordo abituato a certe temperature estreme proprio perché battuto quasi in permanenza dal foehn: ci fu un novembre, non molti anni fa, in cui vi si registrarono 21,8 gradi, primato assoluto di quel mese).

Il cambiamento del clima

Ma foehn o non foehn, e Corrente del Golfo o no, il cambiamento del clima in Norvegia è ormai da anni qualcosa che non riguarda più solo gli scienziati. Le temperature medie continuano ad aumentare: nelle isole Svalbard, patria degli orsi polari, il termometro è salito in media di 3,2 gradi negli ultimi 50 anni, e nel 2006 è stato registrato l’aumento più alto di temperatura fin dal 1920, ben 5 gradi. Nel 2012, proprio nell’Artico norvegese, è stato registrato il record di scioglimento della neve e del ghiaccio: mai rilevata una coltre di ghiaccio così sottile, da quando nel 1979 hanno avuto inizio le misurazioni con i satelliti. Le previsioni dicono che le temperature medie potrebbero aumentare di 2,5-4,6 gradi entro la fine di questo secolo, che tutti i ghiacciai costieri più piccoli potrebbero scomparire nello stesso periodo, e che l’area glaciale nel suo insieme ridursi almeno di un terzo. Diverse specie animali si stanno spostando più al Nord, e altre prendono il loro posto. Ricerche condotte all’università artica di Tromso dicono che finora le basse temperature hanno protetto la Scandinavia da virus animali e vegetali presenti altrove, ma questo potrebbe cambiare nel giro di pochi decenni.

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