Milano, 26 dicembre 2016 - 23:05

Sale il conto per salvare Mps
La Bce: «Servono 8,8 miliardi»

Il board avvia l’iter per la ricapitalizzazione precauzionale. I dubbi della Bundesbank.
Il Tesoro potrà revocare i vertici

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Se ieri bastavano 5 miliardi dal mercato per stare a galla, oggi al Monte dei Paschi, con la ricapitalizzazione dello Stato, ne occorrono quasi 9, praticamente il doppio. A determinare il nuovo fabbisogno del Monte in 8,8 miliardi di euro è stata l’Autorità di Vigilanza europea presso la Bce, con una lettera inviata ieri sera ai vertici della banca senese.

Una missiva giunta poche ore dopo la richiesta della banca di avvalersi, dopo il fallimento dell’aumento di capitale di mercato, di quello “precauzionale” dello Stato. E che rischia di modificare i contorni dell’intera operazione messa in campo dal governo per sostenere le banche in difficoltà. Nessuno al Monte dei Paschi, che in questi giorni ha lavorato gomito a gomito con il Tesoro, si aspettava una richiesta simile.

Il governo, dopo aver stanziato 20 miliardi per l’intero sistema, dovrà investirne a Siena circa 6,5, lo sforzo massimo che aveva ipotizzato, per portare il capitale Mps agli 8,8 miliardi richiesti dalla Bce. La conversione in azioni delle obbligazioni subordinate degli investitori istituzionali (2,3 miliardi), frutterà solo 1,7 miliardi, e il Tesoro dovrà alla fine spesare il rimborso di quasi tutte le subordinate in mano ai piccoli risparmiatori (2 miliardi, ma non tutti sono stati raggirati nell’acquisto).

Il problema vero è che la Bce ha usato criteri di valutazione del fabbisogno delle banche che ottengono soldi pubblici nel quadro della direttiva sulla condivisione dei rischi (burden sharing) molto penalizzanti: per il Monte Paschi la base è sempre quella dei test sulla tenuta patrimoniale di luglio, ma il metro è quello usato in passato per le banche greche. Il che non pare un buon segnale per le banche che in difficoltà, per il sistema nel suo complesso, il mercato e le casse dello Stato.

Mps, le 4 condizioni di Bruxelles per il salvataggio di Stato
Il decreto per il salvataggio di Mps

Anche se la mossa di Francoforte non sorprenderà i banchieri e gli economisti tedeschi, che da tempo spronano la Bce al massimo rigore nel valutare i problemi delle banche italiane. «Per le misure decise dal governo italiano le banche devono essere finanziariamente sane. I fondi non possono essere usati per coprire le perdite già previste» ricordava ieri il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Le regole europee, a suo dire, «servono per tutelare i contribuenti e dare responsabilità agli investitori. I fondi statali per le banche sono l’ultima risorsa» ha aggiunto, sollecitando «un esame attento» del caso Mps.

Isabel Schnabel, componente dei Consiglio degli esperti economici del governo, è andata anche oltre. «Visti i problemi profondi del Monte, ci si può chiedere se una ricapitalizzazione precauzionale sia realmente appropriata. Le autorità - si è spinta a dire - dovrebbero verificare attentamente se la banca non debba essere liquidata gradualmente. Il denaro dei contribuenti potrebbe essere sprecato».

Il Tesoro qualche precauzione l’aveva anche presa. Il decreto (LEGGI) fissa condizioni pesanti per l’appoggio pubblico alle banche. Lo stop ai dividendi, all’acquisto di partecipazioni, il divieto pratiche commerciali aggressive, di pubblicizzare il sostegno pubblico. Fino alla possibilità di «revoca e sostituzione» degli amministratori e del direttore generale. Anche i rimborsi ai piccoli obbligazionisti, a fronte di una transazione che riconosca la vendita illecita da parte della banca, e la rinuncia ad ogni loro altra pretesa, sono a carico della banca. Ma solo formalmente.

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