Milano, 1 dicembre 2016 - 18:30

Esplode sulla Siberia missile russo diretto alla Stazione spaziale

Era partito alle 15,51 (ora italiana) dalla base di Baikonur, persi i contatti dopo sei minuti e mezzo di volo. Portava rifornimenti verso la Iss. Un precedente nell’aprile 2015

Il lancio della Progress MS-04 Il lancio della Progress MS-04
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Era partito in perfetto orario alle 15,51 (ora italiana) dalla base di Baikonur il razzo russo Soyuz-U con il cargo Progress MS-04 che portava 2,5 tonnellate di rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale (Iss). Ma 382 secondi dopo il lancio (6 minuti e 22 secondi) la base in Kazakistan ha perso il contatto con il missile durante il periodo di attività del terzo stadio.

Sopra la regione di Tuva

Secondo i social media russi ci sarebbe stata un’esplosione sopra la regione di Tuva, in Siberia al confine con la Mongolia, in particolare presso la città di Blysk. Il terzo stadio era entrato in attività come previsto 4 minuti e 57 secondi dopo il decollo e si sarebbe dovuto spegnere 8 minuti e 46 secondi dal decollo. Ma 1 minuto e 25 secondi dopo l’accensione del terzo stadio, il controllo a terra ha perso il contatto con la telemetria del razzo mentre si trovava a un’altezza di circa 190 chilometri. Negli stessi momenti la popolazione di Blysk vedeva un’esplosione in cielo e cadere alcuni detriti. Secondo un comunicato dell’agenzia spaziale russa (Roscosmos) la maggiore parte dei detriti è bruciata nel rientro a contatto con gli strati alti dell’atmosfera.

Il precedente

Si tratta del secondo lancio fallito di un cargo Progress dopo quello dell’aprile-maggio 2015, che costrinse l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti a prolungare di circa un mese il suo soggiorno a bordo della Iss, facendola diventare la donna con la più lunga permanenza consecutiva nello spazio.

La missione

Sia Roscosmos che la Nasa hanno riferito che la missione della Stazione spaziale prosegue senza problemi: non c’è mancanza di cibo, ossigeno e carburante, e in ogni caso una navicella giapponese di rifornimento era già programmata per la partenza il 9 dicembre.

Fallimenti

Quello di oggi è solo l’ultimo di una lunga serie recente di fallimenti da parte dell’agenzia spaziale russa. A parte il lancio fallito di un cargo Progress diretto alla Iss, nel 2015 i russi a causa di un’avaria nel terzo stadio di un razzo Proton-M non riuscirono a mettere in orbita il satellite messicano per le telecomunicazioni MexSat-1. Nel luglio 2013 un altro razzo Proton non riuscì a mettere in orbita tre satelliti per il controllo della navigazione del valore totale di 200 milioni di dollari. Nell’agosto 2012 una precedente delusione: altri due satelliti persi, di cui uno indonesiano. Il 25 agosto 2011 precipitò la Soyuz che doveva portare il cargo Progress M12-M ad attraccare sulla Iss: Mosca sospese temporaneamente ulteriori lanci. Il 22 agosto 2014 un razzo russo partito dalla base di Kourou in Guyana francese per un’avaria non riuscì a mettere in orbita due satelliti del sistema Galileo, primo passo per la realizzazione di una rete Gps europea.

Problemi anche in America

Anche le missioni delle compagnie private americane hanno avuto di recente molti problemi. Il 1° settembre 2016 una doppia esplosione durante un test di lancio distrusse un missile SpaceX che doveva portare in orbita un satellite di Facebook. A gennaio 2016 è fallito il rientro del razzo SpaceX: uno dei sostegni di atterraggio ha ceduto appena toccato terra e il razzo, cadendo su un lato, è esploso. A giugno 2015 il razzo vettore Falcon 9 che doveva portare rifornimenti alla Iss è esploso durante il lancio. Il 28 ottobre 2014 sei secondi dopo il lancio è esploso il razzo Antares che trasportava la navetta di rifornimento Cygnus.

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