Milano, 30 novembre 2016 - 14:11

Torino, padre e figlia morti in casa L’ipotesi: «Malore a poche ore di distanza»

Gino e Roberta Leone avevano 72 e 41 anni. La donna aveva la sindrome di down. Le autopsie chiariranno se si è trattato di morte naturale o di omicidio-suicidio

(Ansa) (Ansa)
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Morti, forse per un attacco cardiaco, a poche ore uno dall’altro: è al momento questa l’ipotesi che spiega i due corpi senza vita trovati in un appartamento al quinto piano di via Negarville, nella periferia sud di Torino. Di certo sono padre e figlia: Gino e Roberta Leone, di 72 e 41 anni. La donna era affetta da sindrome di down, conduceva una vita normale, era autosufficiente e lavorava come impiegata in una cooperativa. Il papà soffriva di diabete. In casa non ci sono segni di violenza. Secondo i carabinieri, tutto lascia pensare a morti naturali.

«Vieni, sono morti tutti»

Dai primi accertamenti, la donna sembrerebbe essere stata colpita da un attacco cardiaco a poche ore dal decesso del padre. A confermare questa prima ricostruzione degli inquirenti, e quindi a escludere altre ipotesi, sarà però l’autopsia che verrà disposta dal magistrato di turno. A dare l’allarme, questa mattina, la moglie e madre delle due vittime, che ha trovato i corpi in camera da letto e ha subito chiamato suo fratello: «Vieni - racconta l’uomo - sono morti tutti. Così mi ha detto e io sono corso».

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